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Appendice
Ragguagli delle due Case aperte dai nostri, una in
Warsavia, Capitale della Polonia, e l'altra nella Curlandia.
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Se la gratitudine è un
dovere; gratitudine io stimo far memoria della Casa di Warsavia, e della
Curlandia; e come nel Settentrione per opera di due zelanti Tedeschi, D. Gio:
Clemente Maria Hofbeaur, ed il P. D. Francesco Hibla, tutti e due dell'Austria,
stabilite si sieno queste due Case,
conosciuto l'Istituto.
Le grandi imprese
riserbate non sono, che ai cuori generosi. Prefisso avendosi questi due
Tedeschi di portare in Germania la Congregazione, tutto fiducia da Roma
partirono per Vienna. Benché spianata si trovasse la strada col gran credito,
che Alfonso colle sue Opere acquistato si aveva tra quei naturali, tuttavolta
non riuscì loro il potervisi situare. Coraggiosi si portano in Warsavia.
Presentandosi a Monsignor Saluzzo, Arcivescovo
di Cartagine, Patrizio Napoletano, Nunzio allora in quella Corte, ed ora
Eminentissimo Cardinale, si danno a conoscere per nostri Congregati, o per
Alunni di Monsignor Liguori. Più di questo non vi volle per essere benignamente
accolti da quel zelante Prelato. Avendone questi fatta parola al Re Stanislao;
e facendogli presente cosa fosse l'Istituto, e chi ne fosse l'Autore; commosso
il Re, anch'esso graziosamente li accolse, accordando loro Chiesa e Casa di S.
Bennone, attenenti alla Nazione Tedesca, e dichiarandosi loro protettore.
Fecero senso in Warsavia questi nuovi
Operarj. Conosciuto l'Istituto, ed Alfonso non essendo ignoto in Polonia per le
tante Opere sue, Ascetiche, e Dogmatiche, in polacco, ed in tedesco tradotte,
maggiormente per la Moral Teologia, ivi tanto applaudita, non furono ricevuti
dal Pubblico i due Tedeschi, che con comune applauso. Stabilita la Casa, passo
passo unendosi ai nostri altri Sacerdoti, e giovanetti, non picciola Comunità
stabilita si vide tra poco tempo.
Mancano le particolari
notizie del primo stabilimento de' nostri in Warsavia. Conservavansi queste
nella casa di Frosinone; ma succeduta, l'invasione delle armi Francesi, tra i
tumulti popolari, le scritture tutte, come mi scrive il nostro P. Exgenerale de
Paola, o furono vittima del fuoco, o disperse al vento. Dirò qualche cosa, per
quello che rilevo dalle lettere posteriori del P. Hofbeaur, e de' rispettivi
Nuncj Apostolici, posteriormente capitate in Nocera. Così dell'altra Casa
aperta nella Curlandia.
Indefessi in Warsavia
i due Tedeschi nell'operare, e colla predicazione, e coll'assistersi al
Confessionale, giornalmente copioso, più che si crede, se ne vide il frutto.
Oltre il gran bene tra Cattolici, anche non pochi miscredenti, vedendosi
convinti, si conciliavano colla Chiesa. Monsignor Saluzzo, dandone parte in
Roma al nostro P. de Paola, allora Superior Maggiore, non mancò farne l'elogio.
"Posso confessare, così egli, e per sua consolazione accertarla, che fra
tutti gli Ordini Religiosi, che quì esistono, i Soggetti della sua
Congregazione distinguonsi, e sono di maggior splendore, così per il zelo, che
dimostrano, che per la somma loro esemplarità, e moderazione."
Warsavia popolata
essendo di Polacchi, e Tedeschi, spezzare non potendosi a tutti il divin pane della
parola nel medesimo tempo, massime ne' giorni festivi, per la varietà del
linguaggio, quattro prediche in detti giorni si fissarono in Chiesa. Essendosi
predicato la mattina ai Polacchi, subentravano i Tedeschi per l'altra seconda
predica: così il giorno replicavansi per i rispettivi popoli altre due
prediche. Non già due nello stesso giorno dal medesimo Soggetto, ma variavansi
or gli uni, or gli altri. Oltre altre opere di pietà in beneficio del Pubblico,
giornalmente ogni mattina, in tempo della Messa, si fissò la meditazione in
Chiesa sopra i Novissimi, e di sera la Visita al Santissimo con una fervente
esortazione. Fe senso in tutti questo zelo de' nuovi Missionarj; e con questo
fare attiraronsi in Warsavia i cuori di tutti i Ceti.
Se costante i nostri
nell'operare, più costanti sono i popoli in profittare delle loro fatiche.
Sommo frutto ricavasi colla predicazione; ma maggiore coll'ascoltarsi le
Confessioni. Quasi non vi è ora del giorno, che non vi è concorso di penitenti.
Nell'anno 1796., come rilevo da una del P. Hofbeaur in data de' 31. di Decembre, meno non fu il
numero di quei, che in detto anno si comunicarono in S. Bennone, che
diciottomila settecento settantasette. In un altra de' 19. Agosto 1800. così
scrive: "La Festa del Santissimo Redentore qui si è solennissimamente
celebrata in quest'anno. L'anno passato vi celebrò, intervenendovi gran
concorso di popolo, S. E. Riverendiss. Monsignor Litta ; e ne' sette giorni
susseguenti vi si fece una piccola Missione, e terminossi l'ottava colla Benedizione
Papale. Fu data la Benedizione dal nostro P. Hubl; ed in questa occasione fece
la prima predica in lingua polacca. Il pianto del popolo fu tale, che più volte
dovette interromperla; ed il numero degli ascoltanti era tre volte più di
quello, che capir può la Chiesa; anzi nel giro di quest'anno concorsi vi sono,
più dell'anno passato, sopra diecimila Cattolici. Dimani, correndo l'ottava
della Festività dell'Assunta, comincia l'adorazione delle Quarantore. Questa
Festa nella nostra Chiesa si è sempre solennemente celebrata, avendosi una
miracolosa Immagine di Maria SS. sotto il titolo di Auxilium Christianorum."
Volendo i nosti
giovare alla gioventù, e vantaggiare gl'interessi delle altre Diocesi, aperto
si è in questi ultimi tempi un Convitto di Chierici giovanetti. Quest'opera,
scrive il medesimo Hofbeaur, nell'attuale governo, cioè sotto il Re di Prussia,
ha consolidata la Casa. Anche così si sono rassodate altre Case Religiose; e
questa specialmente de' Padri della Missione di S. Vincenzo de Paoli. "Ama
il governo, ei dice, l'educazione della gioventù, e ne protegge l'opera."
Picciolo non è il
profitto, che con questi Alunni ritraesi in Warsavia a beneficio di tante
Diocesi. Ammettendosi al Sacerdozio, debbono dar conto pubblicamente di tutta
la Teologia; ed è tale la sollecitudine de' nostri, che, tra tutti gli altri, i
loro Alunni ne portano la meglio." L'Ordinario di quella Diocesi, così
Monsignor Litta, Arcivescovo di Tebe, e Nunzio al nostro P. Rettor Maggiore, mi
assicurò, che i Liguorini, o come ivi li chiamano Bennonisti, più di tutti gli
altri, rattrovansi istruiti, presentandosi all'esame per essere ordinati."
Fatto inteso da
Monsignor Nunzio il S. Padre Pio VI., del gran bene, che in Warsavia operavasi
dai nostri; e fattosegli presente la povertà, non mancò nell'anno 1791.,
essendo in Roma, far loro assegnare annui scudi cento dalla Congregazione di
Propaganda. In questi si vede trasfuso,
disse il Papa, il zelo del loro
Fondatore.
Divolgato nel Settentrione il buon nome de'
nostri, ed il zelo che si aveva, chiamati vennero nella Curlandia, ove già
vedesi aperta altra Casa. In seguito premura vi fu tra gli Svizzeri. Non
vedendosi corrisposti que' buoni Cattolici, volendo ottener l'intento, persona
deputarono sino in Warsavia. Vi si portò il P. Hofbeaur, e come scrisse
Monsignor Nunzio, lo stabilimento effettuato non fu per l'invasione delle armi
Francesi. In Costanza chiamato lo stesso Padre dal medesimo Monsignor Nunzio
nel 1795. anche venne impegnato per stabilirvi un altra Fondazione: Così, nel
Lago di Costanza, si offerse altra Casa in Lindau dal Preposito di quel
rispettabilissimo Capitolo. In Vienna, il Vescovo di S. Ippolito, anche per
mezzo di Monsignor Nunzio, voleva altra Casa in sua Diocesi. Suo intento era di
potersi fare ogni anno dagli Ecclesiastici gli Santi Esercizj; e perché Vescovo
dell'esercito Cesareo voleva l'Alunnato de' Chierici, per ammaestrarsi questi
ne' doveri di Cappellani dell'esercito. Si sospese il negoziato volendo
l'Imperador Giuseppe, che non altrove i Chierici apprender dovessero le
scienze, che nelle pubbliche Università. Hinc
remissimus negotium hoc, così il P. Hofbeaur, usque dum meliora tempora advenerint.
In Warsavia istessa
nel 1796. la provvidenza dispose, che altra Chiesa si avesse dai nostri. Era già
per darsi a' Luterani la Chiesa, e troppo magnifica, di S. Croce in Campo.
Monsignor Arcivescovo prevedendo il turbine, innanzi tempo la cedette a' nostri
con tutti i fondi, e Casa. Altra Fondazione, come scrisse da Vienna Monsignor
Nunzio al nostro Padre Rettore Maggiore, ci sperava di certo vedersi stabilita
in una Terra dell'Impero Germanico, Feudo del Barone Boraldigen, che molto ne
stava invogliato. Cosa siesi effettuata, non mi è noto.
Ammiravasi, ma non
approvavasi da noi tal folla di nuove Case nel P. Hofbeaur. Essendosegli
scritto, che anzi che accettarsi delle nuove si badasse a consolidarsi le già
accettate; rescrisse a' 26. Luglio 1796.: "Non è che da noi vengono
ricercate, ma offerte ci sono da persone non conosciute, che nè punto sapevansi,
se vi fossero nel mondo. Io credo, soggiunse, che in tempi così critici per la
Chiesa, e per noi Regolari, queste Fondazioni spontaneamente offerte non siano
fortuite, ma tratti di Provvidenza." Facendo un aperta di cuore, scrive:
"Posto che da noi si ricercassero, forse conseguiremo noi quella
sollecitudine, e quell'impegno in cercare la salvezza delle Anime, che usano i
nostri nemici per vederle perdute: Posito
deinde etiam, ut ipsi Fundationes novas quaeramus (quod alioquin non sit)
ossequeremur eamdem solertiam in quaerenda salute Animarum, quam adversarii
nostri in perdendis Animabus adhibent? Fa menzione tra l'altro, della Setta
detta de' Fratelli Uniti, anche chiamati Herrahutensesa, stabilita in Sassonia nel 1727., e dilatata nel 1742., e 1764.,
che di presente estesa si vede, non già nelle sole Parti Settentrionali, ma nel
mondo tutto da un polo all'altro con un danno infinito della Chiesa, e di
millioni di Anime. Affettano questi, com'ei scrive, Gerarchia Ecclesiastica, ed
hanno il loro Vescovo, che residendo in Sassonia, come in luogo della loro
origine, dirige in tutto il mondo tutto il corpo della Setta." Soggiunge,
"che l'Italia anche n'è piena, ma è così occulta, e procedono con tal
cautela questi zelanti Novatori, che non sono nè conosciuti, né
molestati."
Fame troppo grande,
uopo è dire, che vi è nel Settentrione di Operarj tra quei buoni
Cattolici." Lo stato, in cui quelle Chiesa si ritrovano, come scrive il
medesimo Padre, è assai più luttuoso di quello si crede. L'ignoranza delle cose
più sacrosante regna da per tutto. In Boemia specialmente, tal scarsezza vi è
di Clero, e così in altri luoghi, che desolate veggonsi le Parrocchie; e per
ordinario i Parrochi costretti si veggono ne' giorni festivi passare da una in
un altra, e celebrare più Messe. Ovvj sono gli scandali, e non vi è più chi
ripari. Tutto è miscredenza; ed impegnati si veggono i nemici della Chiesa per
seminare impunemente i loro errori."
Il massimo de'
travagli non è questo. Mancano gli Operarj, e chiuse anche sono le Case de'
Regolari, che somministrar li potrebbero. Se interdetto non è il ricevere
Novizzi, col fatto vien proibito. Legge vi è, che ammettere non si possono i
giovanetti, se non sono di anni ventiquattro; e trovandosi in frode, soggettati
si veggono alla pena di scudi cento. Ciò non ostante, nell'anno 1799. anche vi
eran tra i nostri, due Diaconi, due Suddiaconi, due Chierici, e due Novizzi.
Così al Suddiaconato passare non possono i Chierici senza il permesso del
Magistrato.
Ciò premesso, come sua
apologia fa presente il Padre Hofbeaur la necessità, che v'è di aprirsi al di
fuori di Polonia una Casa, specialmente di Probazione, ove più volentieri vi si
possa far recluta di novelli Alunni: Qui
situationem Ecclesiae Septemtrionalis ingnorat, necessitatem percipere nequit,
quanta haec sit, possidendi Domum Probationis in illis regionibus, quae
facilitatem praestant subministrandi copiam Subjectorum, e quorum numero
aptissima quaequae seligi possent, Operarios idoneos in Vineam Domini, quae
tantopere eorum deficientiam deplorat. Desiderarebbe questa Casa di
Probazione, anche per soccorrersi i nostri, che stanno nella Curlandia, e
potersi sorrogare in sollievo de' vecchi altri nuovi Operarj. Accennando le
fatighe che ivi si fanno: Nostri
Missionarii in Curlandia, ei dice, vix non succumbunt laboribus, neque in
longius reliquendos solos esse censemus, quin unum, alterumve in auxilium eis
submittamus.
Somma è
l'edificazione, e grande è il bene che si opera dai nostri in Warsavia. Tali
sono i loro portamenti; e così contento ne sta il Pubblico, che anche il
governo politico n'è soddisfatto; anzi questo, ancorché Luterano, li protegge;
e come scrive il medesimo Hofbeaur, il preferisce agli altri: Etiam regimen politicum in toto spectatu,
Instituto nostro adeo favet, ut cunctis aliis nos praeferat.
Minor stima non si hanno meritato i nostri Missionarj
nella Curlandia. Sono in tal venerazione,
si hanno così guadagnato l'animo dei popoli, che, come scrive lo stesso
Hofbeaur in altra sua de' 15. Novembre 1795., molti Luterani, anche da luoghi
distanti, vengono da essi, portando loro degli ammalati per imporli le mani, e
pregare per essi: Così portano i loro figliuoli, affinché lor si dasse la
benedizione. Magnam videntur Patres
nostri ibidem penes plebem lucrari confidentiam, cum multi Lutherani ad eos
venient, etiam ex distantibus per Provincam locis, afferentes secum aegros,
quibus nostri Patres manus imponere, et pro eis Deum rogare multis precibus
rogantur; etiam proles adultiores adducunt, ut benedictionem a Patribus
accipiant. Porto il contesto della lettera, per così togliere ogni dubbio
in contrario.
Benedice Iddio
tuttavia queste due Case, benché in Paesi così rimoti. Scarso non è in Warsavia
il numero de' Soggetti. Venticinque erano di famiglia nel 1799., e non eravi
Individuo, che impegnato non si vedesse per la gloria di Gesù Cristo, e per lo
bene delle Anime. "Vi sono più Soggetti, così Monsignor Nunzio al nostro
Padre Rettor Maggiore, sebbene assai giovani, i quali predicano con frutto la
parola di Dio, come mi viene assicurato da chi intende il polacco, ed il
tedesco." Siccome nello zelo, così anche fioriscono que' buoni Operarj
nelle scienze umane e divine. Con sua lettera ci fa intesi il P. Hofbeaur esser
passato a' 22. di Marzo a miglior vita nello scorso anno 1801. il P. D. Niccolò
Lettoir, nobile di Amiens nella Picardia, cum
singulari omnium virtutum studio, ac in scientiis mathematicis, lingua graeca,
chaldaica, hebraea, et syriaca apprime versatus.
Non è che sieno in
attrasso di presente le tante fatighe sulle prime intraprese in Warsavia, anzi
lo sono in maggior vigore. Avevasi in costume ne' giorni festivi girare, ed
istruire il popolo per le piazze, e per i vichi più popolati. Diocesi presente,
venendo proibito un tal esercizio dal governo politico, si fa in propria Chiesa
una continuata Missione. Non contenti delle quattro prediche nei giorni
festivi, come già dissi, in polacco, e tedesco, si continuano queste
giornalmente anche nell'Avvento, e Quaresima; nella Novena, ed ottava di
Pentecoste: così nella Novena, ed ottava del Redentore, ed in quella di tutti i
Santi: Cum sub regimine moderno
Borustico, in Civitate Missiones publicae non permittuntur fieri, così il
P. Hofbeaur a' 12. Giugno 1801. necesse
erat modum in re adinvenire, qua incolarum saluti provideatur. Francesi non
vi mancano; ed anche a questi si da il santo, e vi è predica per essi. Oltre di
ciò, quasi non vi è giorno tra l'anno, che non vi sieno esortazioni al popolo,
ed ogni sera vi è la Visita al Sagramento, anche con concorso di gente: Nulla fere dies transit per totum annum, ut
non habeatur exhortatio aliqua ab altari tempore, quo dicitur
Missa, coram
exposito SS. Altaris Sacramento; sicut et vesper, tempore quo sit Visitatio SS.
Sacramenti expositi. Il bisogno tanto
richiede, così conchiude, in una Città estremamente bisognosa, e mista di
popolo di diversa credenza.
Monsignor Litta, Arcivescovo di Tebe, che anche fu
Nunzio in Pietroburgo, contesta il medesimo zelo e fatiga. "Nel mio
ritorno da Pietroburgo, così in una sua degli undici di Gennaro 1800., passai
per Warsavia, ove mi trattenni più di un mese. Con mia consolazione osservai,
che la Casa del SS. Redentore fioriva sempre più nell'acquisto di nuovi
Operarj, nel concorso continuo di popolo, e col frutto assai grande, che ricavasi
colla predicazione della divina parola, e coll'amministrazione del Sacramento
della Penitenza, e della santa Comunione. Concorso vi è non interrotto di
popolo dalle ore avanti giorno sino all'imbrunir della sera; e dalla mattina
alla sera, altro non si fa, che confessare, predicare, e dar la benedizione col
SS. Sagramento. Io non esagero, così egli prosiegue. Quattro prediche si fanno
ogni giorno, due la mattina, e due il dopo pranzo: ogni mattina una predica in
polacco, ed una in tedesco, così il dopo pranzo. Il concorso è grande, e vi si
vede il frutto in molti, che vi concorrono, colla mutazione della vita. Forse
quello che essi fanno, sembrerà troppo; ma non è troppo pel gran bisogno, che
in quel Paese vi è, ove gli altri poco si curano di operare nella vigna del
Signore. Né io oserei consigliar i suddetti Padri a lasciar alcuna delle opere,
vedendo che ciascuna riesce con molto frutto; anzi temerei oppormi alla volontà
del Signore, e guastar l'opera sua. Conchiude, e dice: se si ottiene una Casa
in Germania, che serva, come Seminario di Missionarj, conforme a desiderj, ed
alle speranze del P. Hofbeaur, non vi è dubbio, che il frutto per le Regioni
Settentrionali sarà molto maggiore. Fin qui Monsignor Nunzio al nostro
Superiore Generale."
Tanto della Casa di
Warsavia. Dell'altra di Curlandia mancano le particolarità. Venendo proibito a
tutto il Clero, sotto gravissime pene, dallo Zara di Moscovia qualunque
commercio di lettere con altro Clero fuori dell'Impero: Ex nostris fratribus, qui in Curlandia sunt, così il P. Hofbeaur in una sua de' 21. Luglio
1799., jam plusquam ab anno nihil
litterarum habuimus, quia haec Domus ad Rusiae Imperatorem pertinet, et omnis
communicatio Cleri illius Imperii cum Clero extero absolute, et sub gravissimis
poenis interdicta sit, nihil consequenter, nec mediate nec immediate de illis
scire possum.
Abbiamo Presidente in
Warsavia il degnissimo P. Hofbeaur col carattere di Vicario. Siccome a lui è
dovuta la gloria, dopo Dio, di vedersi stabilite queste due Case, una in Warsavia,
e l'altra nella Curlandia: così auguro, che per mezzo suo, e de' suoi Alunni,
nostri cari Confratelli, vie più propagar si voglia nel Settentrione, in salute
delle Anime, e per la gloria di G. C., il nostro santo Istituto. Prego Iddio,
che anche infonder voglia la medesima sollecitudine in chi nell'Italia presiede
nostro Superior Generale, e coadjuvarlo, come spero, per altre nuove
Fondazioni.
Quale e quanta sia nel
P. Hofbeaur la tenerezza verso la Congregazione, e qual impegno egli abbia per
vederla dilatata, se individuarlo non posso, di certo rilevasi dal suo operare,
e dagli stenti, e fatighe ha sofferte, e soffre. Lo stesso amore, e tenerezza,
con consolazione comune, anche trasfondere non manca in tutti gl'Individui, ed
ognuno, come egli si spiega nella sua degli 11. Luglio 1800., così appassionato
ne vive, che pronto è sagrificare se stesso, e dar la vita per la comune Madre,
e per la propria vocazione: Possum cum
gaudio asseverare, quod multum adhaesionis observem in omnibus Fratribus meis erga
Institutum, nam quemadmodum egometipse in hoc mundo nihil aeque diligo, quam
Congregationem meam; ita etiam nihil magis in corda Fratrum meorum infundere
curo, quam amorem erga Congregationem, et existimationem erga eorum vocationem;
et ita, operante Domino, paratos invenio, ut quilibet, uno solum non excepto,
determinatus sit vitae suae sacrificium facere, quam minimum quid admittere
quod Congregationi detrimentum esse possit. Grazie rendo a Dio, e non
finisco compiacermi, che dopo il corso di tanti anni, disgraziato non vi sia
stato taluno, che in Warsavia, o nella Curlandia abbia abbandonato l'Istituto.
Conto gli anni
settantasei, e di Congregazione cinquantotto. Supplisco in tanto i miei cari
Confratelli, che absens corpore, praesens
spiritu, abbraccio in G. C., volersi
ricordare presso Dio di me miserabile, e sortita la mia morte, suffragar
l'Anima mia coi loro sagrosanti Sacrificj.
Laus Deo,
B. Virgini Mariae, et omnibus Sanctis.
Posizione
Originale Nota - Libro IV, Appendice, pag.256
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