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P. Antonio Maria Tannoia Della Vita ed Istituto del venerabile servo di Dio Alfonso M. Liguori... IntraText CT - Lettura del testo |
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Cap.2 Nuove contraddizioni mosse in Napoli contro Alfonso, arrivato che fu in Scala.
Mentre nella Città di Scala, così felicemente passavano le cose, e con tanta gloria di Alfonso, in Napoli erano tutte rivolte al suo vitupero. Le impressioni delle opinioni, fissate che si sono, un miracolo ci vuole per isbarbicarle. Subito che si seppe la sua ritirata in Scala, non vi fu persona, che non aguzzasse la lingua contro di lui. Tutti, non eccettuato qualunque ceto, gridavan per ogni dove al matto al matto: chi lo beffava per un verso, e chi deridevalo per un'altro: ognuno decantava il suo fanatismo, la sua leggerezza, e 'l poco senno, che, dopo le tante ripruove di sua saviezza, aveva dato a dividere. Si vedevano accaniti contro di lui, in ispezialità i rispettabili Fratelli di sua Illustre Congregazione. Ancorchè il Canonico Torni non lasciasse mezzo per disingannarli, non per questo si rendettero persuasi. Che sia uomo di Dio, dicevano i più moderati, non si dubita, e dubitar non si può che ora sia illuso, e travolto di capo. Stimavansi tutti offesi nell'onore, e decaduti dal preggio che si godeva, veggendosi uno de' membri più rispettabili aver dato in mattezza. La scena, prevedendosi ridicola, ne borbottavano in ogni pontone, e volendo mettere in salvo il proprio onore, caricavano Alfonso di quello elogio, che più ridondavali in vitupero: per lo meno avevasi come espulso di Congregazione, e non riconosciuto per Fratello.
Afflissero non poco Alfonso queste nuove notizie. L'umanità, benchè fortificata dalla Grazia, non può non sentire i pungoli delle proprie passioni, maggiormente perchè il buon nome è quell'unica dote, che accredita un Operaio. Così afflitto qual era se ne dolse dolcemente col Canonico Torni. Questi, che amavalo con tenerezza di Padre, volendolo sollevare nelle sue angustie, così gli rescrisse in data de' 20. Decembre: "Non ho potuto contenere le lagrime nel leggere la simatissima di V. S. Illustrissima, con cui mi ragguaglia de' gravi travagli, che dapertutto l'opprimono, e non lascio pregare il Signore, siccome spero sicuramente nella sua Paterna Carità, che le dia fortezza di spirito, per soffrire con coraggio tutto ciò, che intorno alla sua Persona permetterà, che succeda la sua sapientissima Provvidenza, e lume sempre maggiore, per intendere la sua divina volontà". Credendo il Canonico Torni, che Alfonso supponesse, che anch'esso lo contrariasse, e sparlasse con poco vantaggio così di lui, che dell'Opera, volendolo disingannare, e confortare di vantaggio, così si spiega nella medesima lettera: "Non creda, che io abbia verun sentimento di odio, o di abbominio verso la sua persona, che stimarei esser questo un'empietà. Io ho amato sempre V. S. Illustrissima tenerissimamente: ed ora tanto è lungi, che il mio cuore si sia mutato, che le dico sinceramente, che l'amo più di prima. Può perciò scrivermi sempre che le piace, che mi saranno sempre carissime le sue lettere. La nostra Congregazione riconosce V. S. Illustrissima per uno de' suoi più cari Fratelli, nientemeno che prima: nè si darà mai verun passo intorno alla sua Persona, senza ordine espresso del nostro Eminentissimo Arcivescovo, avendo così ordinato: e stia sicura, che mentre sarò io Superiore in tutto ciò, che dipende da me, non si farà mutazione alcuna".
Essendosi disingannato il Canonico, come già dissi, persuaso della rettitudine di Alfonso, e della di lui dipendenza in questo affare, non solo si astenne dal contraddirlo, ma coadjuvavalo benanche, e favorivalo; ed Alfonso non lasciava consigliarlo, e dipendere dal medesimo sul piano che andavasi formando per l'ideata Congregazione. Rilevasi questo dalla medesima lettera dello stesso Canonico Torni. Intorno all'Istituto, così conchiude la lettera
"io spero, che le cose si faranno secondo le Regole, che io, così stimando
nel Signore, le ho comunicate, e che il tutto sia approvato dalla S. Sede
Apostolica, acciocchè l'opera appoggiata, e fondata sopra firmam petram, possa avere la sua stabilità".
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