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P. Antonio Maria Tannoia
Della Vita ed Istituto del venerabile servo di Dio Alfonso M. Liguori...

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  • Libro 4
    • Cap. 17 Sommo applauso, con cui per ogni dove vennero ricevute le altre Opere di Alfonso.
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Cap. 17

Sommo applauso, con cui per ogni dove vennero ricevute le altre Opere di Alfonso.

 


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Non  minore applauso riscuotettero, e posso dirlo, in tutta Europa; non che nell'Italia, le Opere tutte di Alfonso, siano Dogmatiche, Polemiche, o Ascetiche. "Non temo dire, così un dotto Francese, che tanto è nominare i suoi libri di pietà, quanto è fare in poche parole il maggiore elogio de' talenti, e della pietà di Monsignor Liguori".

Penetrata la notizia tra le varie Nazioni Cattoliche, essendosi l'un l'altra data la mano, tante di queste, con profitto delle Anime, tradotte si videro in Polonia, in Francia, in Germania, nelle Spagne, ed altrove. E' incredibile l'ansia con cui furono, e vengonsi ricevute.

D. Errigo Henrequin, Canonico in Liegi dell'insigne Collegiata di S. Bartolomeo, non potette contenersi di rallegrarsi con Alfonso del gran bene, che le sue Opere Ascetiche per ogni dove facevano.

"Testimonio oculare, e sperimentale, così egli a' 20. Febbrajo 1776., io sono stato in Roma per molti anni tanto nel Tribunale della Penitenzieria, che fuori di quello, del bene che hanno operato, ed operano giornalmente tutte le sue Opere, ed in particolare quelle Ascetiche uscite dalla benedetta penna di VS. Illustrissima, e Reverendissima, che non posso fare a meno darne gloria a Dio, e congratularmene".

 

"Mi viene scritto dal Remondini, così Alfonso al P. Villani, che la mia Morale è stata molto ricevuta da Tedeschi insieme coi libri spirituali, parecchi de' quali sono stati trasportati in quella lingua: Soli Deo honor, et gloria".

Essendo stato da lui Monsignor Gutlier Confessore, come dissi, della Maestà della Regina: "E' tale lo spaccio, gli disse, de' vostri libri in Germania, che anche i Librari Protestanti li hanno tradotti, e ristampati, non per proprio profitto, ma per farvi


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guadagno; né potete credere quanto grande sia lo smaltimento, che vi è tra quei Cattolici.

 L'Operetta della Passione di Gesù Cristo, fin dall'anno 1759. più e più volte, con applauso comune, ristampata si vide, e tradotta in Tedesco da un celebre Gesuita. Nel 1795. Essendosi voltata in Polacco, e ristampata in Warsavia, non tanto fu in piazza, che mancate si videro le copie: Vix typis impressum comparuit, così si spiega il nostro Padre Hoffbauer, jam turmatim diripitur.

 

Appena fu impressa in Napoli l'Opera per le Monache, intitolata la Vera Sposa, ma utile per ogni ceto, che, voltata in Tedesco, fu più volte ristampata. Volendo rendere quest'Opera più spedita nel 1776. il P. Abbate D. Bernardo Hyper, Monaco del Monistero di S. Benedetto in Wessobrun, separò le materie generali da quelle delle Monache, e pubblicolla in due volumi.

La prima parte porta il titolo di Vera Sponsa. La seconda: Solida, et fundamentalis Institutio pro omnibus iis, qui ad perfectionem christianam tendunt.

"Quest'Opera per una particolare eccellenza, così nella prefazione che vi premette, tra il corso di poco tempo, fu due volte ristampata in Italiano. Oltreché contiene, per così dire, la quintessenza della Mistica Teologia, presenta ancora chiaramente avanti gli occhi delle persone così Regolari, che Secolari la pratica delle virtù necessarie, e proprie a ciascheduno stato. Io oso dire, soggiunge, che in questa è riunito tutto ciò, che de' grandi, e moltiplici libri de' vecchi, e de' nuovi Scrittori di spirito è sparso; così compendiato si vede tutto quello, che lo stesso degnissimo Autore in altri luoghi più diffusamente ha trattato".

 

Se tanto applauso per quest'Opera nella Germania, maggiore lo riscontrò nell'Italia. Lo contestano, se non altro, le replicate edizioni già fatte anche in Venezia. Scrivendo al medesimo Monsignor Liguori da Pavia D. Barbara Petra, Monaca Benedettina, e Sorella del General Petra, lo accerta del gran bene, che ivi operava coi suoi libri divoti, ed il grande spaccio che vi era. Tra l'altro, che la Vera Sposa in Lombardia era tra le mani di tutte le Monache, e che leggevasi anche a tavola nel suo Monistero.

 

Non è da credersi quale e quanto applauso abbia avuto tra le varie Nazioni l'Operetta della Visita al Sagramento. Sotto gli occhi di Alfonso si contavano tra Napoli, e Venezia da ventidue edizioni. Un zelante Gesuita in Magonza nel 1757. la tradusse la prima volta in Tedesco. Chiama Alfonso virum totum in Jesum Christum veraciter innamoratum.

Nel 1769. si vide un altra ristampa in Colonia. Altr'edizioni se ne sono vedute in Francia. Una in Nancy, Capitale della Lorena nel 1772. presso la Morta. Altra in Lione nel 1777. presso i Fratelli Perizie, e pubblicata in Parigi dal Caprari con altri aggiunti di pietà del medesimo Monsignor Liguori. Nel 1779. ristampossi in Augusta.


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Attesta il nostro P. Hoffbauer non esservi persona in Francia, che non abbia alla mano questo libriccino: Adeo usu esse in Gallia Visitationes Sanctissimi Sacramenti, ut ab oculatis, et fide dignis testibus compertum habeo, ut fero nemini ignotum sit Opusculum istud.

L'emigrato Certosino D. Bartolomeo Genovese attesta essersi tralasciato da suoi Religiosi ogni altro libro di meditazioni, e che in questo, come nella manna, vi ritrovano ogni sapore: Mi scrive il nostro P. Giacomo Wanelet, che ritrovandosi in Parigi, quattro anni prima della rivolta, ne vide fatta altra nuova edizione.

 

Contestando anch'esso ad Alfonso il Canonico Henrequin le varie traduzioni, che in altre lingue eransi fatte delle sue Opere, soprattutto individua quest'Opuscolo. "Non era giusto, ei dice, che l'Italia sola godesse il frutto di tanto bene. Invidiosi santi sono stati i Francesi con tre edizioni del SS. Sagramento, invidiosi i Tedeschi, e già due edizioni se ne vedono nel loro idioma. Io per maggior gloria di Dio ho giudicato farla qui ristampare (cioè in Liegi) e già sono usciti dal torchio due mila esemplari. Quest'Operetta giova mirabilmente per propagare per ogni dove l'adorazione perpetua del SS. Sagramento, già sparsa in questa vastissima Diocesi, in tutte le Fiandre, ed in molte altre Provincie dell'Impero".

 

Minore non è in Polonia la fama che si ha di quest'Opuscolo della Visita. Perché in Francese soddisfar non potea a tutti i ceti, che non possedevano un tale linguaggio, ultimamente nel 1800. tradotta si vide in latino da un nostro Congregato, anche per farla comune nella Svizzera, e nella Germania.

 

Anche nelle Spagne quest'aureo Opuscolo è per le mani di tutti. Mi scrive da Vienna il già detto Rettore della Chiesa Italiana D. Luigi Virginio, che ritrovandosi in Parigi, ed avendo avuto tra le mani una Dama Spagnuola di alto rango questo librettino, così sorpresa restò per l'unzione sperimentata nel proprio spirito, che ne volle molte copie. Tanto bastò per vedersi l'Opuscolo stampato in Spagnuolo, e divulgato per quei Regni.

Queste tante replicate edizioni attestano ugualmente, scrive un dotto Francese, il merito dell'Autore, e i suffragj di un Pubblico virtuoso. Nell'Italia, ed è quello che fa stupore, forse non vi è negozio de' Librari che ristampato non l'abbia  a proprio conto; e forse non vi è persona che non l'abbia alla mano. In Roma specialmente se ne sono fatte delle varie edizioni, e dir si può essere comune quest'Operetta anche tra quei Eminentissimi. Il S. Padre Pio VI. tale compiacimento vi trovava, che avevala sempre a vista sul suo tavolino.

 

Coadjuvando vieppiù il Canonico Henrequin il zelo di Alfonso anche si compromette, come già fece, per la versione di altre Opere.


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"Subito, che il tempo me lo permette, così egli, spero di metter mano ad un altr'Opera di Vs. Illustrissima non meno importante, anzi più necessaria della prima, qual è l'Apparecchio alla morte, o siano Massime eterne: libro veramente divino, e necessario in questi tempi calamitosi, ove pare, che non vi si crede più niente. Così spero fare dell'altra intitolata la Vera Sposa di Gesù Cristo: libro d'oro, nel quale fa vedere la pratica delle virtù mirabilmente espresse".

 

 Il P. Walfrino Francescano nel 1775. tradusse in Tedesco le Prediche Domenicali. Facendone l'elogio Giovanni Herz Canonico nella Collegiata di S. Geltrude in Augusta, Consigliere di quel Vescovo, e dell'Arcivescovo di Treviri scrive: Conciones has Reverendissimi Alphonsi de Liguori, Episcopi ad S. Agatham, delectu materiarum perutiles, ei dice, et magna eruditionis sacre copia abundantes.

Questo medesimo Domenicale voltato in Polacco dal Parroco Tommaso Waluszew, e stampato in Warsavia nel 1789., dedicato si vede al Serenissimo Principe, e Vescovo della Samogizia Stefano Giovanni Giedroyè: Opus istud, così nella dedica si spiega, non tam verborum, et eloquentiae ornatu, quam potius sentimentiarum, et rerum singulari selectu eximium, atque raro Auctoris zelu spirans, et pluribus aliis operibus mundo christiano optime noti. Confessa avergli molto giovato toto tempore, quo in Cathedra Samocitiensi verbi Dei Predicator existebam.
Quest'Opera, ei dice, alte resonabat per Italiam Ligorii nomine decoratum: altius nunc etiam in patria nostra, tuo in natione nostra magno nomini dedicatum.

 

L'Opuscolo ai Regnanti non tanto fu pubblicato, che ristampato si vide in Varj regni. L'Editore, che nel 1778. ristampollo in Liegi, attesta che ritrovavasi vendibile in Roma, in Parigi, a Madrid, a Bruselles, ed in Vienna d'Austria.

 

Pietro Obladen anche voltò in Tedesco nel 1775. le Glorie di Maria. Encomiando quest'Opera scrive: In praesentibus paginis conspicies Ligorium comparentem in publico ut Encomiasten, et Panegyricum Mariae BB. Virginis, et Matris Redemptoris nostri.

In quest'Opera, ei dice, chiaramente rilevasi quanto penetrato era il cuore di Alfonso dalla tenera divozione verso Maria SS.: Elegantissimi textus Scripturae sacrae, antiquorum Ecclesiae Patrum, sublimes ideae ipsiusmet Auctoris, et penetrabiles ejusmet sententiae, et expressiones, quae in hisce sermonibus occurrunt, dilucide demonstrant tenerrimum cor Ligorii in devotione erga Dei Matrem.

 

In Tedesco, ed in Polacco, come di Germania vengo riscontrato, voltate si veggono in quelle lingue la Storia dell'Eresia, la Verità della Fede, la Via della Salute, la Pratica di amare Gesù Cristo, il libro della Preghiera, l'Apparecchio della Morte. Tradotti si veggono


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anche altri libri di pie meditazioni da esso composti, specialmente sopra la Passione di Gesù Cristo, e tante sue interessanti riflessioni sulle Massime eterne, e su i doveri di ogni cristiano.

Pietro Obladen avendo tradotto in Tedesco anche due volumi di meditazioni, non mancò dedicarli alla Serenissima Cunegonda, figlia di Augusto Re di Polonia. Tutte queste, ed altre sue Opere, che non sono a notizia, sparse si veggono negli Svizzeri in Francia, nei Circoli dell'Impero, nell'Austria, nella Polonia, ed in altri luoghi settentrionali, e come dissi, ristampate a motivo di lucro anche da' Protestanti.

Così nelle Spagne anche penetrate sono, e tradotte si veggono tante, e tante Opere di Alfonso. Scrivendogli da Vagliadolid un Religioso non mancò congratularsi con lui, encomiando le sue varie Opere, ed il gran bene, che tradotte in Spagnuolo facevano in quei Regni.

 

Essendo capitato dall'Indie in Roma circa il 1788. un P. Maestro Agostiniano per il Capitolo Generale affamato si vide non per una, ma per tutte le Opere di Monsignore. Portandosi nella nostra Casa di S. Giuliano ai Monti a ritrovare il nostro P. Lacerra, volle sapere, dove potevansi avere tutte le Opere. Disse, che nell'Indie era troppo nota la di lui santità, e dottrina; e che desiderava provedersene di molti corpi, per voltarli in quel linguaggio, venendo ivi desiderati. Non trovando tutte le Opere in Roma, portandosi in Napoli se ne provide in gran numero.

 Mi attestò il nostro P. D. Gaetano Mancusi, che ritrovandosi in Sicilia, incontrossi con un letterato francese, che anche andavane in cerca, e che già comprate se ne aveva varie Opere. Questi gli disse, che in Francia facevasi gran conto di tutte le Opere di Monsignor Liguori, e che egli cercava radunarne quante ne poteva.

Il P. D. Romualdo Maria Roberti de' Padri della Missione scrisse da Roma al nostro P. D. Bartolomeo Corrado: "E' incredibile il grido, che questo santo Prelato si ha da per tutto meritato colla sua santità, e dottrina. Il frutto, che ricavasi dalle sue Opere, è indicibile. Credo, non vi sia stato Autore alcuno Ascetico, che abbia avuto tanta fama, ne di simili libri verun Libraro un tanto spaccio. Ritrovandomi in una pubblica libreria di Macerata, mi disse il Librajo, che cavava più quattrini colle sole Opere di Monsignor Liguori, che da tutti gli altri libri, che aveva. E debbo aggiungere esser questa una delle più famose librerie della Marca".

Sonosi rese così celebri le Opere di Alfonso presso le Nazioni, perché tutte ripiene dello Spirito di Dio, di Cristiana Morale, e quello, che è più, di vivi affetti verso Gesù Cristo, e la sua SS. Madre, ed egli stimato per la sua santità, zelo, e profondo sapere uno de' Vescovi de' primi tempi. Non vi è Opera, in cui non ammirasi un zelo


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ardente per la gloria di Dio, e per la salvezza delle Anime. Tutto è divino in Alfonso.

Il Remondini, vedendo il comune applauso, giunse a scrivergli da Venezia: Se avete da stampare una pagina, anche mandatela da me.a

 

Vi è cosa di più. A tal segno è giunta la stima, che si ha di lui, e delle sue Opere anche al di là dai Monti, che i Libraj vedendone lo smaltimento, non difficultano, come di Warsavia mi scrive il nostro P. Hoffbauer, far stampare sotto il nome di Alfonso altri libri non suoi, certi dell'applauso, e del presto spaccio: Tanta extimatioVenerabilis Ligorii in Germania praesertim viget, ut aliqua Opuscola pietatis praecipuae sub ementito Ligorii nomine passim in lucem edere austerint, convicti de certissima, et subitanea venditione quorumvis operum nomine Ligorii infignitorum.

 

 

  Posizione Originale Nota - Libro IV, Cap. XVII, pag. 88




a Per una svista non ho fatto parola di un'altra sua Opera data fuori nel 1762. appena posto piede nel suo Vescovado. Anche intitolò questa Verità della fede fatta evidente dai contrassegni di sua credibilità. Libro aureo, che attirossi l'ammirazione dei più interessati per la Religione: maggiormente perché in breve racchiude grossi volumi. In eo Auctor, così Giambattista Gori, congestis undequaque argumentis, rem tanti momenti adeo eximie, licet per compendia, absolvit, ut nihil reliqui Incredulis Superbis. Divina è l'Opera, e divino è ancora un Dialogo che sussiegue tra un Sacerdote Cristiano, ed un Infedele.






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