Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
P. Antonio Maria Tannoia
Della Vita ed Istituto del venerabile servo di Dio Alfonso M. Liguori...

IntraText CT - Lettura del testo

  • Libro 4
    • Cap. 40 Altri solenni funerali fatti per Alfonso in altri luoghi del Regno.
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 214 -


Cap. 40

Altri solenni funerali fatti per Alfonso in altri luoghi del Regno.

 


- 214 -


Se la gloria a' giusti è il compenso delle proprie umiliazioni, straordinaria, e fuor di misura esser doveva per Alfonso, perché umili, e troppo profondi furono i suoi abbassamenti. Il giorno trentesimo della sua morte non fu per lui, che giorno di trionfo, ed altro non si videro per ogni dove, che suntuosi funerali, e superbe castellane. Anche i primi oratori furono a gara a chi più magnificar poteva le tante virtù di un Prelato così distinto, e così benemerito della Santa Chiesa.

 

Napoli se non fu la prima, non fu di certo la seconda, nell'onorarne le memoria. Due magnifiche castellane erette si videro, una a' 30. di Agosto nella Congregazione de' Missionarj, detta della Conferenza; e l'altra a' 12. Settembre in quella delle Apostoliche Missioni, riconoscendolo tutte e due per loro Confratello. Nella prima vi recitò la funebre orazione il Sacerdote D. Giuseppe di Onofrio, e


- 215 -


nell'altra il Parroco D. Onofrio Scoppa, ambedue tra i primi oratori di questa Capitale; ed in tutte e due le funzioni intervenir vi volle l'Eminentissimo Capece Zurlo, già Arcivescovo di Napoli.

Ritrovandosi presente il nostro P. d'Agostino, "Solenni, ci scrisse, sono stati i funerali in questa Congregazione della Conferenza. Vi ha celebrato Monsignor Jorio. Oltre del Cardinale vi sono intervenuti Vescovi, e Vicarj; fra gli altri Monsignor Brancaccio, Vicario di Ariano, e Capua, ora di Cosenza; così D. Gennaro Tortora, attuale Vicario di Salerno. Tutti vi sono intervenuti i PP. dell'Oratorio; e vedevasi piena la Congregazione dentro e fuori di Avvocati, e Cavalieri. Lunga è stata l'orazione funebre, che può dirsi un Panegirico di Santi. Si è toccata la dottrina; ed ha battuto molto i rigoristi, e qualche boccone non è mancato a' Vescovi. Così coll'intervento dell'Eminentissimo Zurlo, Vescovi, e Vicarj Generali, con concorso di Regolari, e di altre persone di primo rango celebrati si sono i funerali nell'altra Congregazione delle Apostoliche Missioni".

 

Meno sontuosi non furono ancora i funerali, che in Napoli si celebrarono nella Congregazione de' Dottori, ed in quella che è detta de' Bianchi, similmente riconoscendolo tutte e due per loro Confratello. Lo stesso fu fatto nella loro Chiesa da' Sacerdoti della Sagra Famiglia detta de' Cinesi, fra quali un tempo vi fu Alfonso Convittore. Esiste un Carmen a del degnissimo P. D. Felice Cappelli della medesima


- 216 -


Congregazione, uno tra primi Letterati Napoletani, membro della Reale Accademia, e Soggetto troppo ossequioso per Alfonso.

 

Monsignor Lopez di Nola, e quel rispettabile Capitolo, che tanto lo venerarono in vita, anche dopo morto se gli videro ossequiosi. Solenni furono i funerali, né si badò a spesa.

Emuli della Cattedrale i Canonici dell'insigne Collegiata di Ottajano anche si segnalarono nell'onorarne la memoria con Sagrificj, e con solenne castellana. "Come quì si è intesa la notizia della morte di Monsignore, così anche da Somma il Canonico D. Saverio Rodini al Padre Villani, il nostro Capitolo nè ha celebrati i funerali. Sono questi piccioli contrassegni del grande ossequioso rispetto, con cui ci rechiamo a pregio venerare la sant'Anima, e la sua Congregazione; e crediamo non doverla cedere a qualunque Clero di questo Regno". Così si celebrarono i funerali anche in Bosco. Troppo divoto era quel Clero di Monsignor Liguori.

 

In Amalfi Monsignor Puoti anche si segnalò. Tutto il Duomo fu vestito a bruno, ed anche tale la porta esteriore. Superba fu la castellana. In Diocesi vi fu l'invito di Ecclesiastici, e gentiluomini. Con applauso si recitarono le lodi di Alfonso dal di lui degnissimo Nipote D. Gioacchino Puoti; né fu meno la spesa di  circa cento scudi. Scala, e Ravello, ove Alfonso buttato aveva le fondamenta di sua Congregazione, anch'esse, che godute avevano i frutti delle prime sue fatighe, non furono lente ad onorarlo con i loro funerali.

 

Monsignor Amato in Lacedogna, così ben affetto di Alfonso, anch'esso si distinse tra tanti altri, anzi ne anticipò gli ossequj. "Fin da Sabbato della prossima scorsa settimana, così egli agli otto di Agosto, avendo ricevuto notizia certa di tal dolorosa perdita del nostro benefattore Monsignor Liguori, stimai mio preciso dovere far celebrare in questa mia Cattedrale le solenni esequie con castellana, Messa cantata, Ufficio, ed altre proprie funzioni, senza tralasciare di applicare il mio Sacrificio, siccome farò per molti altri giorni continui, tuttoché sono nella ferma credenza, che bisogno non abbia l'Anima benedetta di suffargj, e son sicuro, che nella Celeste Padria avrà ella memoria di me misero peccatore".

 

Li Signori Canonici dell'insigne Collegiata in Iliceto grati furono anch'essi in solennizzarne la memoria, memori del gran bene da esso operato in quella Terra. Non contenti di aver assistito ai funerali nella nostra Chiesa, ne solennizzarono gli altri nella propria Collegiata.

 

Men sollecito non fu il prestare ad Alfonso i più solenni onori Monsignor Nicodemo, Vescovo di Marsico Nuovo; così Monsignor Rossetti in Bojano, e Monsignor Rosa nella sua Cattedrale di Policastro.


- 217 -


Tutti e tre quest'insigni Prelati, si può dire, che gareggiarono in far noto a tutti con eloquenti orazioni la vita sua, il sua zelo, e quanto oprato avea per le Anime, e per la gloria di Gesù Cristo.

 

L'Arciprete D. Giuseppe di Lucia, che un tempo fu nostro, volle anch'esso nella Terra di Sanfelice, in Diocesi di Muro, prestare ad Alfonso i più solenni suffragj. Non mediocre castellana eretta si vide nell'Arcipretale di quella Terra; ed il Sacerdote D. Sebastiano de Jacobis, nostro Alunno vi recitò un enfatica orazione, e tale che commosso si vide al pianto il popolo tutto. Non contento di questo anche vi fu una eruditissima Accademia, in cui con Poesie in varj metri, toscani, greci, e latini, con consolazione comune si specificarono, con lode di Alfonso, tutte le di lui operazioni.

 

Se in vita fu ossequioso per Alfonso Monsignor Zunica, Arcivescovo di Acerenza, e Matera, men divoto non dimostrossi sentendolo passato all'altra vita. Non è che suffragollo come defonto, ma onorollo come un santo glorificato in Cielo. Pomposi furono nella Cattedrale di Matera i funerali, con invito del Ministero, del Clero Secolare, e Regolare, e de' primi gentiluomini di quella Città, capo di tutta la Provincia.

 

Non contento il Clero della Città de' Pagani aver assistito a tutt'i suffragj nella nostra Chiesa, come in quelli della Cattedrale, volle particolarmente rinnovarli nella propria Matrice. Uniti i quattro Parrochi col Rettore della medesima D. Vincenzo Criscuoli, a' 27. Settembre si celebrarono con pompa particolare. Ricca fu la castellana, numeroso il concorso de' Regolari, e gentiluomini, graziosissimo l'elogio, e venne rappresentato dal Sacerdote D. Giuseppe Messina, dotto Individuo nella Congregazione de' Preti Missionarj della Città medesima. Non fu funerale, ma trionfo da Santo; né segnalossi altrimenti per Alfonso anche il Clero della Terra di Angri.

 

Volendo dimostrare i gentiluomini della Terra di Arienzo una particolare gratitudine verso chi era stato loro Vescovo, e Padre, non soddisfatti de' funerali già fatti da' Signori Canonici nella insigne Collegiata di quella Terra, anch'essi vollero segnalarsi, rinnovandone la memoria nel giorno decimo terzo di Ottobre. Celebrati furono i funerali nella Regia Chiesa, detta dell'Annunciata. La castellana, che fu fatta a spese del Pubblico, fu oltremodo gloriosa. Tutta la Chiesa si vide vestita a bruno, e si solennizzarono i Pontificali da Monsignor Rossetti, cittadino di Arienzo, e vescovo di Bojano, assistendoci Monsignor Puoti, anche loro concittadino, ed Arcivescovo di Amalfi.

Per l'orazione funebre venne incumbenzato il Cattedratico D. Nicola Valletta, noto in Napoli, e concittadino anche di Arienzo. Sparsa la voce di tal apparecchio, e che il Valletta era per coronar la pompa  colla


- 218 -


funebre orazione, concorso vi fu di Preti, di Regolari, di gentiluomini, e titolati, non meno dalla Diocesi, che da Montesarchio, e da altri Paesi circonvicini.

 

Grati i PP. Cappuccini di Arienzo al loro insigne benefattore, dopo altri quindeci giorni, onorar vollero anch'essi nella medesima Chiesa la memoria di Alfonso; e recitata fu l'orazione dal P. Michelangelo di Ottajano, celebre tra i Cappuccini della Provincia.

 

Anche tanti Monisteri di Sacre Vergini, per dirla in uno, non solo in Nocera, in Napoli, e nella Diocesi di S. Agata, ma altrove ancora ne onorarono la memoria.

Ove recitossi il Notturno colle Laudi, ed ove l'intero Ufficio con Messa solenne, e Libera. Migliaja di Sacerdoti per ogni dove del Regno non mancarono suffragarlo con i loro particolari suffragj.

L'Eminentissimo Banditi, oltre aver assistito ai funerali nella nostra Chiesa del Gesù, per più giorni suffragar volle di per se la benedetta Anima, celebrando per quella. Ne pianse la morte come perdita fatta di un intercessore in terra, e consolavasi, avendolo di certo Protettore in Cielo.

 

Posizione Originale Nota - Libro IV, Cap. XL, pag. 215

 




a EPIKHDEION

Sive

Carmen funebre.

Alphonse, o Tu laetitia, at post funera moeror;

Discipulis nam lux moesta, et nox anxia perstat,

Nunc prorfurs quum cederis atheria astra tenere,

Jugiter exulta, et pro cunctis NVMEN adora.

Tu in terris jam clara dedisti prodigia olim,

Nunc potiora dabis, spectans caelestia regna.

Hinc semper duris rebus succurre tuorum;

Adsis Tu Sinicae JESVCHRISTI domui, in qua

Dudum vixisti magno devinctus amore.

Tu mihi demumfaveas, qui carmine laudo

Corpore Te extutum, jam nunccaeloque receptum;

Jamque Tibi hoc donum ponam, ceu pignus honoris,

CAPPELLVS cognomine dictus, nomine FELIX,

Presbyter aeternae, qui sperat praemia vitae;

At prius exstiteram iuris, legumque peritus;

Tu quoque iura dedisi non sine laude clientum,

Sed fora tristia liquimus ambo, et plena tumultus,

Translati ad sacram PETRI fine turbine caulam.

Nunc Tu sanctus, non ego; Tu mihi porrige dextram.

    XAIPE ALFONSE XAIPE.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL