II.
24. La sacra liturgia, che è
lo specchio fedele dell'insegnamento tramandato dai Padri e affidato al popolo
cristiano, ha cantato nel corso dei secoli e canta continuamente sia in Oriente
che in Occidente le glorie della celeste Regina.
25. Fervidi accenti risuonano
dall'Oriente: «O Madre di Dio, oggi sei trasferita al cielo sui carri dei
cherubini, i serafini si onorano di essere ai tuoi ordini, mentre le schiere
dei celesti eserciti si prostrano dinanzi a
te».29
26. E
ancora: «O giusto, beatissimo (Giuseppe), per la tua origine regale sei stato
fra tutti prescelto a essere lo sposo della Regina immacolata,
la quale darà alla luce in modo ineffabile il re Gesù».30
E inoltre: «Scioglierò un inno alla Madre regina, alla
quale mi rivolgo con gioia, per cantare lietamente le sue glorie. ... O
Signora, la nostra lingua non ti può celebrare degnamente, perché tu, che hai
dato alla luce Cristo, nostro Re, sei stata esaltata al di
sopra dei serafini. ... Salve, o regina del mondo,
salve, o Maria, signora di tutti noi».31
27. Nel «Messale» etiopico si
legge: « O Maria, centro di tutto il mondo ... tu sei
più grande dei cherubini pluriveggenti e dei serafini
dalle molte ali. ... Il cielo e la terra sono ricolmi della santità della tua
gloria».32
28. Fa eco la liturgia della
chiesa latina con l'antica e dolcissima preghiera «Salve, regina», le gioconde
antifone «Ave, o regina dei cieli», «Regina del cielo,
rallégrati, alleluia» e altri testi, che si recitano in varie feste della beata
vergine Maria: «Come regina stette alla tua destra
con un abito dorato, rivestita di vari ornamenti»;33
«La terra e il popolo cantano la tua potenza, o regina»;34
«Oggi la vergine Maria sale al cielo: godete, perché
regna con Cristo in eterno»35
29. A tali canti si devono
aggiungere le Litanie lauretane, che richiamano i
devoti a invocare ripetutamente Maria
regina; e nel quinto mistero glorioso del santo rosario, la mistica corona
della celeste regina, i fedeli contemplano in pia meditazione già da molti
secoli, il regno di Maria, che abbraccia il cielo e
la terra.
30. Infine l'arte ispirata ai
principi della fede cristiana e perciò fedele interprete della spontanea e
schietta devozione popolare, fin dal Concilio di Efeso,
è solita rappresentare Maria come regina e
imperatrice, seduta in trono e ornata delle insegne regali, cinta il capo di
corona e circondata dalle schiere degli angeli e dei santi, come colei che
domina non soltanto sulle forze della natura, ma anche sui malvagi assalti di
satana. L'iconografia, anche per quel che riguarda la dignità regale della
beata vergine Maria, si è arricchita in ogni secolo di opere di grandissimo valore artistico, arrivando fino a
raffigurare il divin Redentore nell'atto di cingere
il capo della Madre sua con fulgida corona.
31. I pontefici romani non
hanno mancato di favorire questa devozione del popolo, decorando spesso di
diadema, con le proprie mani o per mezzo di legati pontifici, le immagini della
vergine Madre di Dio, già distinte per singolare venerazione.
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