III.
32. Come abbiamo sopra
accennato, venerabili fratelli, l'argomento principale, su cui si fonda la
dignità regale di Maria, già evidente nei testi della
tradizione antica e nella sacra liturgia, è senza alcun
dubbio la sua divina maternità. Nelle sacre Scritture
infatti, del Figlio, che sarà partorito dalla Vergine, si afferma: «Sarà
chiamato Figlio dell'Altissimo e il Signore Dio gli
darà il trono di Davide, suo padre; e regnerà nella casa di Giacobbe
eternamente e il suo regno non avrà fine» (Lc
1,32-33); e inoltre Maria è proclamata «Madre del
Signore» (Lc 1,43). Ne segue logicamente che ella stessa è Regina, avendo dato la vita a un Figlio; che
nel medesimo istante del concepimento, anche come uomo, era re e signore di
tutte le cose, per l'unione ipostatica della natura umana col Verbo. San
Giovanni Damasceno scrive dunque a buon diritto: «È
veramente diventata la Signora di tutta la creazione, nel momento in cui divenne Madre del Creatore»36 e lo stesso arcangelo
Gabriele può dirsi il primo araldo della dignità regale di Maria.
33. Tuttavia la beatissima
Vergine si deve proclamare regina non soltanto per la
maternità divina, ma anche per la parte singolare che, per volontà di Dio, ebbe
nell'opera della nostra salvezza eterna. «Quale pensiero - scrive il Nostro
predecessore di felice memoria Pio XI - potremmo avere più dolce e soave di
questo, che Cristo è nostro re non solo per diritto nativo, ma anche per
diritto acquisito e cioè per la redenzione? Ripensino
tutti gli uomini dimentichi quanto costammo al nostro
Salvatore: "Non siete stati redenti con oro o argento, beni corruttibili,
... ma col sangue prezioso di Cristo, agnello immacolato e incontaminato"
(1Pt 1;18-19). Non apparteniamo dunque a noi stessi, perché "Cristo a caro
prezzo" (1Cor 6,20) ci ha comprati».37
34. Ora nel compimento
dell'opera di redenzione Maria santissima fu certo strettamente associata a Cristo, onde giustamente si canta
nella sacra liturgia: «Santa Maria, regina del cielo
e signora del mondo, affranta dal dolore, se ne stava in piedi presso la croce del Signore nostro Gesù
Cristo».38 E un piissimo discepolo di sant'Anselmo
poteva scrivere nel medioevo: «Come ... Dio, creando tutte le cose nella sua
potenza, è padre e signore di tutto, così Maria,
riparando tutte le cose con i suoi meriti, è la madre e la signora di tutto:
Dio è signore di tutte le cose, perché le ha costituite nella loro propria natura con il suo comando, e Maria è signora di tutte le cose, riportandole alla loro
originale dignità con la grazia che ella meritò».39 Infatti: «Come
Cristo per il titolo particolare della redenzione è nostro signore e nostro re,
così anche la Vergine beata (è nostra signora) per il singolare concorso
prestato alla nostra redenzione, somministrando la sua sostanza e offrendola
volontariamente per noi, desiderando, chiedendo e procurando in modo singolare
la nostra salvezza».40
35. Da queste premesse si può
così argomentare: se Maria, nell'opera della salute
spirituale, per volontà di Dio, fu associata a Cristo Gesù,
principio di salvezza, e in maniera simile a quella con cui Eva fu associata ad Adamo, principio di morte, sicché si può affermare
che la nostra redenzione si compì secondo una certa
«ricapitolazione»,41 per cui il genere umano, assoggettato alla morte,
per causa di una vergine, si salva anche per mezzo di una Vergine; se inoltre
si può dire che questa gloriosissima Signora venne
scelta a Madre di Cristo proprio «per essere a lui associata nella redenzione
del genere umano»42 e se realmente «fu lei, che esente da ogni colpa
personale o ereditaria, strettissimamente sempre
unita al suo Figlio, lo ha offerto sul Golgota
all'eterno Padre sacrificando insieme l'amore e i diritti materni, quale nuova
Eva, per tutta la posterità di Adamo, macchiata dalla sua caduta
miseranda»;43 se ne potrà legittimamente concludere che, come Cristo,
il nuovo Adamo, è nostro re non solo perché Figlio di Dio, ma anche perché
nostro redentore, così, secondo una certa analogia, si può affermare parimenti
che la beatissima Vergine è regina, non solo perché Madre di Dio, ma anche
perché quale nuova Eva è stata associata al nuovo Adamo.
36. È certo che in senso
pieno, proprio e assoluto, soltanto Gesù Cristo, Dio
e uomo, è re; tuttavia, anche Maria, sia come madre
di Cristo Dio, sia come socia nell'opera del divin
Redentore, e nella lotta con i nemici e nel trionfo ottenuto su tutti, ne
partecipa la dignità regale, sia pure in maniera limitata e analogica. Infatti da questa unione con Cristo re deriva a lei tale
splendida sublimità, da superare l'eccellenza di tutte le cose create: da
questa stessa unione con Cristo nasce quella regale potenza, per cui ella può
dispensare i tesori del regno del divin redentore;
infine dalla stessa unione con Cristo ha origine l'inesauribile efficacia della
sua materna intercessione presso il Figlio e presso il Padre.
37. Nessun dubbio pertanto
che Maria santissima sopravanzi in dignità tutta la
creazione e abbia su tutti il primato, dopo il suo
Figliuolo. «Tu infine - canta san Sofronio - hai di gran
lunga sopravanzato ogni creatura. ... Che cosa
può esistere di più sublime di tale gioia, o Vergine Madre? Che
cosa può esistere di più elevato di tale grazia, che per volontà divina tu sola
hai avuto in sorte?».44 E va ancora più oltre nella lode san Germano:
«La tua onorifica dignità ti pone al di sopra di tutta
la creazione: la tua sublimità ti fa superiore agli angeli».45 San
Giovanni Damasceno poi giunge a scrivere la seguente
espressione: «È infinita la differenza tra i servi di Dio e la sua
Madre».46
38. Per aiutarci a comprendere
la sublime dignità che la Madre di Dio ha raggiunto al
di sopra di tutte le creature, possiamo ripensare che la santissima Vergine,
fin dal primo istante del suo concepimento, fu ricolma di tale abbondanza di
grazie da superare la grazia di tutti i santi. Onde - come
scrisse il Nostro predecessore Pio XI di fel. mem. nella lettera apostolica Ineffabilis Deus - «ha con tanta munificenza
arricchito Maria con l'abbondanza di doni celesti,
tratti dal tesoro della divinità, di gran lunga al di sopra degli angeli e di
tutti i santi, che ella, del tutto immune da ogni macchia di peccato, in tutta
la sua bellezza e perfezione, avesse tale pienezza d'innocenza e di santità che
non se ne può pensare una più grande al di sotto di Dio e che all'infuori di
Dio nessuno riuscirà mai a comprendere».47
39. Inoltre la beata Vergine
non ha avuto soltanto il supremo grado, dopo Cristo, dell'eccellenza e della
perfezione, ma anche una partecipazione di quell'influsso,
con cui il suo Figlio e Redentore nostro giustamente
si dice che regna sulla mente e sulla volontà degli uomini. Se infatti il Verbo opera i miracoli e infonde la grazia per
mezzo dell'umanità che ha assunto, se si serve dei sacramenti dei suoi santi
come di strumenti per la salvezza delle anime, perché non può servirsi
dell'ufficio e dell'opera della Madre sua santissima per distribuire a noi i
frutti della redenzione? «Con animo veramente materno - così dice lo stesso
predecessore Nostro Pio IX di imm.
mem. - trattando l'affare della nostra salute ella è sollecita di tutto il genere umano, essendo
costituita dal Signore regina del cielo e della terra ed esaltata sopra tutti i
cori degli angeli e sopra tutti i gradi dei santi in cielo, stando alla destra
del suo unigenito Figlio; Gesù Cristo, Signore
nostro, con le sue materne suppliche impetra efficacissimamente, ottiene quanto
chiede, né può rimanere inesaudita».48 A questo proposito l'altro
predecessore Nostro di fel. mem., Leone XIII, dichiarò che alla beata vergine Maria è stato concesso un potere «quasi immenso»
nell'elargizione delle grazie;49 e san Pio X aggiunge che Maria compie questo suo ufficio «come per diritto
materno»50
40. Godano dunque tutti i
fedeli cristiani di sottomettersi all'impero della vergine Madre di Dio, la
quale, mentre dispone di un potere regale, arde di
materno amore.
41. Però in queste e altre
questioni, che riguardano la beata Vergine, i teologi e i predicatori della
divina parola abbiano cura di evitare certe deviazioni per non cadere in un
doppio errore; si guardino cioè da opinioni prive di
fondamento e che con espressioni esagerate oltrepassano i limiti del vero; e
dall'altra parte si guardino pure da un'eccessiva ristrettezza di mente nel
considerare quella singolare, sublime, anzi quasi divina dignità della Madre di
Dio, che il dottore angelico ci insegna ad attribuirle «per ragione del bene
infinito, che è Dio».51
42. Del resto, in questo,
come in altri campi della dottrina cristiana, «la norma prossima e universale»
è per tutti il magistero vivo della chiesa, che Cristo
ha costituito «anche per illustrare e spiegare quelle cose, che nel deposito
della fede sono contenute solo oscuramente e quasi implicitamente».52
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