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Bartolomeo Merelli
Zoraida in Granata

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Scena seconda. Almuzir dall'Alhambra seguito da guardie zegre, e detti

 

ALMUZIR
Vili!... Che intendo!... Qual mestizia è questa?
D'argini, e mura intorno
è ben cinta Granata, e in sua difesa
vegliano i prodi. Abenamet non merta
guidarli al campo. All'amor mio rubelle
per Zoraida avampando osò l'indegno
del suo monarca provocar lo sdegno.
Pieghi la fronte audace
al mio voler sovrano;
ma se a frenar capace
non è un affetto insano,
l'acciar già pende: ei vittima
dell'ira mia cadrà.

CORO
(sommessamente a parte)
Ah, eroe tradito e misero!
Ah eccesso d'empietà!

ALMUZIR
Crudo amor, che mi dividi
Fra l'affetto, ed il furor,
deh! ti placa... alfin m'arridi...
pace, pace, o crudo amor.
Ma inesorabile
A miei lamenti
Pietà non senti
del mio penar.
Me solo, ahi! barbaro,
vuoi far languire,
solo Zoraida
non sai ferire,
sol quella perfida
non sai domar.
(Se quell'empia o cieco Dìo
disprezzarmi ancor vorrà.
Tremi, tremi... L'amor mio
in furor si cangerà.)

CORO
(a parte come sopra)
(Ov'è mai l'onor natio!...
Cara patria, ah, che sarà!)
(il coro mesto si allontana)




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