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Bartolomeo Merelli Zoraida in Granata IntraText CT - Lettura del testo |
(ad un suo cenno Ines partirà)
ALMUZIR
(con impeto)
Donna, t'arresta.
(affetta calma)
Tanto odioso ti son? Non io condanno
il tuo rigor: sai quanto
è a me fatal, pur de' miei danni ad onta
mentre d'amor deliro
la fede tua, la tua costanza ammiro.
ZORAIDA
(fiera)
Se del tuo cor son questi
i sensi, o Almuzir; se non mentisce
il labbro tuo; se giungo
elogi a meritar; perché non cessi
dal tormentarmi?
ALMUZIR
Ingrata! E fino a quando
l'odio tuo durerà?
ZORAIDA
(con impeto)
Chiedilo al cielo.
io dirtelo non so. Chiedilo a quella
furia crudel, che per coprir di lutto
questo misero suol, d'amor le faci
volle accenderti in sen. Chiedilo…
ALMUZIR
(interrompendola con furore)
Ah! taci
a rispettarmi impara:
sai che qui regno in soglio,
che a me la sorte avara
de' doni suoi non è.
Trema: quel folle orgoglio,
è inutile con me.
ZORAIDA
Sai che non sogno un trono,
che son d'un altro amante,
che tua nemica io sono,
che il cor tremar non sa.
Quest'anima costante
sprezzarti ognor saprà.
ALMUZIR
Ma sai che t'amo?
ZORAIDA
Invano.
ALMUZIR
E il mio rival...
ZORAIDA
L'adoro.
ALMUZIR
(E di furor non muoro?
Oh, mia fatalità!
Vorrei punir l'altera,
essere vorrei tiranno;
ma l'ire mie non sanno
per lei le vie del cor.)
ZORAIDA
(Ah, che pietà non spero
dal mio destin tiranno,
è sempre, oh Dio! più fiero
m'opprime il mio dolor.)
ALMUZIR
Zoraida, ah, placati...
Alfin t'arrendi;
il soglio ascendi,
regna con me.
ZORAIDA
Ah, vanne... ah, lasciami
orror mi fai:
non mi vedrai
mancar di fé.
ALMUZIR e ZORAIDA
Che abisso funesto
d'angoscia è mai questo!
M'opprime l'amore.
M'uccide il (furore/dolore).
ALMUZIR
Ingrata, sei nata
per farmi penar.
ZORAIDA
Spietato, sei nato
per farmi penar.
Partono per lati opposti.
Delizioso giardino attiguo all'abitazione di Abenamet
diviso in vari viali.