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Bartolomeo Merelli
Zoraida in Granata

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Scena tredicesima. Soldati con trofei militari tolti ai spagnoli marciando, indi Zoraida

 

CORO
Inni al forte guerriero invincibile,
a cui innanzi volò lo spavento.
Mosse in campo l'ibero terribile;
ma l'orgoglio fu polvere al vento.
Come nembo di scempio foriero,
più veloce di lampo, e pensiero,
improvviso, fremente piombò.
Inni al forte, che venne, e trionfò.

ZORAIDA
Sarà ver?... Non è un inganno?
Non è un sogno del mio core?
Ah! sarebbe amor tiranno
in deludermi così.
Voi vedete ch'io deliro
intendete il mio sospiro?
Il mio bene... rispondete:
vincitor ritorna?

CORO
Sì.
Fu leon, che su gli armenti
infrenabile si getta;
atti, e passi, sguardi, e accenti
respiravano vendetta.
Il suo brando parve un fulmine,
che l'ibero alfin domò!

ZORAIDA
Ah! tacete ... intendo... intendo.
Egli vinse? ... Qual contento!
Ei ritorna? ... Ah! sì... comprendo;
di piacer mancar mi sento...
ma perché, perché non viene.
Tanti affanni, tante pene,
tante smanie a consolar?




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