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Bartolomeo Merelli
Zoraida in Granata

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Scena quindicesima ed ultima. Alj frettoloso e detti

 

ALJ
Tu menti.

ZORAIDA
Che ascolto?

ABENAMET
Che dici?

ALJ
Gl'ispani nemici
su i nostri piombarono
con rapido assalto
l'insegna involarono.
Già sventola in alto
in man dell'ibero,
che altero ne va.

TUTTI
Ah colpo fatale!
ch'eguale non ha!

ABENAMET e ZORAIDA
(fra loro)
(Son/Sei) tradito. Io fremo io palpito
brilla l'empio alla mia pena.
Freddo orror di vena in vena

ABENAMET, ALMUZIR, ALJ, INES, ZORAIDA e
ALMANZOR
scende l'anima a gelar.

ALMUZIR e ALI
(ciascuno da sé marcato assai)
Io trionfo. Ei freme, ei palpita
brilla il core alla sua pena
per la gioia in petto appena
può quest'alma respirar.

INES e ALMANZOR
È tradito. Freme, palpita.
Brilla l'empio alla sua pena.
Freddo orror di vena, in vena
scende l'anima a gelar.

ALMUZIR
Incatenate il perfido
(i soldati eseguiscono)
dell'onta nostra autore,
e poi sul traditore
la legge parlerà.

ZORAIDA
Signor... signor, sospendi...
(in ginocchio ad Almuzir)
pietà delle mie pene...
togliermi il caro bene
è troppa crudeltà.

ABENAMET
Non t'abbassare al vile
cagion de' nostri affanni;
al core dei tiranni
è ignota la pietà.

ALMUZIR
Pompa d'orgoglio ostenti?

ABENAMET
Non treman gl'innocenti.
(generoso)
Zoraida è mia: ti sfido.

ZORAIDA
(con espressione di tenerezza e risoluzione)
Si, sempre tua sarò.

ALMUZIR
No: più soffrir non so.
Dal suo fianco lei strappate,
(con eccesso di sdegno)
in prigion lui trascinate.
Tremi ogn'empio. Son chi sono.
(ad Ines ed Almanzor che vogliono prostrarsi)
Chi parla di perdono,
chi mi parla di pietà,
m'è nemico, e al piede mio,
fulminato resterà.

ZORAIDA e ABENAMET
AhI per sempre... sempre addio.
Ma a te fido il cor sarà.
(dividendosi)

ALMUZIR e ALJ
Quei sospir, quei tronchi accenti,
quanta gioia al cor mi danno,
già vedendo il loro affanno
m'incomincio a vendicar.
Sono inutili i lamenti,
vi dovete separar.

ZORAIDA e ABENAMET
(fra loro)
La mia se tu rammenti
riderai di quel tiranno.
(ciascuno da sé)
Io mi scordo d'ogni affanno,
gelo solo al tuo'penar.
V'affrettate, oh Dei clementi,
tanti pianti a vendicar.

INES, ALMANZOR e CORI
Chi non piange a quei lamenti
ha nel petto un cor tiranno
ride il crudo al loro affanno;
par ch'esulti a quel penar.
Ma v'è in ciel chi gl'innocenti
poi s'affretta a vendicar.

Almuzir strappa Zoraida dal fianco di Abenamet,
e la trascina seco, mentre Abenamet va fra i soldati.




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