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Bartolomeo Merelli Zoraida in Granata IntraText CT - Lettura del testo |
Almuzir fremendo da lontano, si è avanzato a poco a poco
osservando le tenerezze di Zoraida e del rivale.
ABENAMET
E mi lasci!
ALMUZIR
(Il rivale?)
ZORAIDA
Ah! pensa!
ALMUZIR
(Oh rabbia!)
ABENAMET
Ascolta.
Non fuggir.
ZORAIDA
Che vuoi!
ABENAMET
Se m'ami,
ah, mia vita, un'altra volta
me lo torna a replicar.
ALMUZIR
Perfidi!
ZORAIDA
Ahimè!
ABENAMET
Qual vista!
(snuda il ferro)
ALMUZIR
Fia breve il vostro riso;
che il fulmine improvviso
empi! su voi piombò.
Mori.
(s'avventa ad Abenamet colla spada)
ZORAIDA
T'arresta. Salvati.
(frapponendosi, e gridando prima ad Almuzir,
poi ad Abenamet)
ALMUZIR
Invan lo speri.
ZORAIDA
Vedi!
(cava il ferro tolto ad Abenamet)
se un cenno dai...
ALMUZIR e ABENAMET
Zoraida?
ZORAIDA
Ti cado esangue ai piedi.
Fuggi. Tu taci; io vittima
del tuo furor sarò.
ALMUZIR e ABENAMET
E dovrò?
ZORAIDA
(ad Almuzir, poi ad Abenamet)
Tacer. Fuggire.
ABENAMET
Né potrò morirti al lato!
ZORAIDA
M'abbandona in braccio al Fato.
(con risolutezza)
Così voglio.
ABENAMET
È crudeltà.
ALMUZIR
(da sé concentrato)
(Fuggi pur; tu fuggi invano
l'ira mia più non ha freno,
negl'abissi all'ombre in seno
l'ira mia ti troverà.)
ABENAMET
Ch'io ti lasci! Oh Dio! che affanno!
Combattuto è il core in seno.
Ah! proteggi, o cielo, almeno
la sua bella fedeltà.
ZORAIDA
(ad Abenamet)
Va, t'involi: oh! qual cimento!
(ad Almuzir)
Ferirai, questo è il mio seno.
Io morrò, ma lieta almeno
se il mio ben si salverà.
(Zoraida viene trascinata da Almuzir da una parte,
mentre Abenamet esce dall'altra)