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Bartolomeo Merelli Zoraida in Granata IntraText CT - Lettura del testo |
ALJ
Mi sorride fortuna; a miei disegni
mi si spiana la via. Fuggi, sì fuggi
superbo Abenamet. L'ira gelosa
d'un possente rivale
per seguirti avrà l'ale. E se t'involi
al giurato furor, fra queste mura
tu più non porti il piè. Tu pur cadrai,
orgogliosa Zoraida! Eri d'inciampo
ai passi miei. Sul core
del possente Almuzir regnar vogl'io.
E voglio solo il regno.
Valgan per ottenerlo arte, ed ingegno.
CORO
Tetro dì. Dì feral, sepolcral
duro ciel, ciel crudel, fè spuntar.
Infedel la beltà si trovò.
Perirà. Lei salvar chi mai può?
Viene il re. Tutto amor più non è.
Gli arde il sen di furor, di velen.
Chi giurò poi mancò. Morirà.
S'ecclissò, s'involò la pietà.
ALMUZIR
Donna rea! Piangi invano.
(trascinandola per mano)
ZORAIDA
Io! no: non piango.
Non piange l'innocenza.
ALMUZIR
Osi vantarla
mentre fra l'ombra scura
coll'odiato rivale
forse ad ordir contro di me congiura.
Io stesso ti rinvenni; e udiva io stesso
come l'adori ancor? Spergiura! Trema!
Ad Ali ti consegno. I vecchi padri
decideran di te. Tu che vedesti
nel solitario bosco i torti miei,
va: tu la guida: accusator tu sei.
(ad Alj)
ZORAIDA
Innocente son'io. Salvai l'amante;
che mi resta a temer?
ALMUZIR
Perfida! ed osi
insultarmi? T'inganni. Un solo istante
ti serbai fede. Non la merti. Il ferro
ti tolsi; viva io ti volea, che infame
ti si convien la morte. I miei guerrieri
in traccia di quel vile
affrettarono il piè. Va, me la invola,
orror mi fa; fra poco
nel popolo dell'ombre
il tuo ben rivedrai
e indivisa da lui sospirerai.
(con amara ironia: parte Zoraida con Alj, e soldati)
Così bella! E la perdo!… E io stesso… io stesso
la condanna ne affretto!
E soffrirlo potrò! Potrò tranquillo
la sua morte mirar? Io che per lei
avrei dato la vita?
Zoraida! ah! l'amo ancor! Crudel cimento
povero cor, diviso in sen ti sento.
Amarla tanto! e perderla!
Vederla in braccio a morte,
e a cruda morte orribile,
e il cor mi reggerà?
Mi renderà più forte
il mio tradito onore.
Tacer dovrà l'amore,
vendetta parlerà.
CORO
(piano fra loro)
Un resto ancor di affetto
pianger per lei lo fa.
ALMUZIR
Non so risolvere,
non so che bramo:
odio la perfida
l'odio! no, l'amo.
Né sa quest'anima
scordar l'immagine
di quella tenera
cara beltà.
CORO
Ti tradì, ti mancò la crudele,
l'infedele non merta pietà.
ALMUZIR
Sì: vendetta, di rabbia, di sdegno
arde, avvampa, si strazia quest'alma.
Ne' miei lacci cadrà quell'indegno,
la spergiura morire dovrà.
Finché vivon quell'alme spietate
più la calma quest'alma non ha.
Partono tutti.
Gran piazza di Granata: in mezzo steccato, dietro
cui gradinate. Da una parte trono per Almuzir.
In fondo gran palco sul quale un rogo d'accendersi,
con un ministro portante una face accesa.
In lontano porta della città con ponte levatoio praticabile.