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Bartolomeo Merelli
Zoraida in Granata

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Scena nona. Alj, Almuzir

 

Alj con sentenza in mano,
Almuzir va in trono intanto che si canta il seguente

CORO
Nel fior degl'anni tuoi,
o raggio di beltà,
dunque la morte a noi,
oggi t'involerà?
Oh ciel, se l'alma ha candida,
come dal ciglio appar.
Sorte Zoraida sostenuta da Ines, Almuzir e seguito.
Desta, solleva un vindice.
L'affretta a trionfar.

ALJ
I padri della patria udir le accuse,
e la sentenza pronunziar.

ALMUZIR
S'ascolti!

ALI
(legge)
Zoraida è rea. Nel real bosco l'empia
col vile Abenamet sola fu vista
aggirarsi fra l'ombre,
e immemor, che il suo core
era già d'Almuzir, parlar d'amore!

ALMUZIR
Perfida, che rispondi?

ZORAIDA
Innocente son'io!

ALJ
Solo rimane
il giudizio dell'armi, e se nessuno
per lei combatterà, quando dall'alto
della vicina torre il vigil bronzo
nunzierà l'ora quarta,
per Zoraida sarà l'ora funesta,
ella morrà!

ZORAIDA
Poco a soffrir mi resta.

ALI
Ecco, il mio brando snudo,
accusator di lei nel campo io scendo,
chi difender la vuole; io qui l'attendo!
(silenzio universale)

ZORAIDA
Tutto è silenzio, e tutto
tacendo, orribilmente
mi condanna a morir. Ebben, si mora!
Bello è il morir con l'innocenza in petto,
gli altri temon la morte, ed io l'aspetto.
Ines, diletta amica, il cener mio
bagna di qualche lagrima pietosa;
sfronda alla tomba mia, sfronda una rosa,
ricordati di me... Sì lo protesto
alla terra, ed al cielo,
e chi muore non mente,
tradita son'io: moro innocente!

La campana suona le quattro. Movimento universale.
Si accende il rogo. Zoraida vi s'incammina,
abbraccia Ines, e dice:

ZORAIDA
Addio... per sempre addio.

Di dentro suono di tromba.

TUTTI
Qual suon! Chi viene?

Si cala il ponte levatoio, e comparisce Abenamet
vestito alla moresca con visiera calata,
e si presenta avanti al trono di Almuzir.

ALMUZIR
Parla, guerrier: chi sei,
che muto ti presenti al trono mio?

ABENAMET
Dell'innocenza il difensor son'io
d'un anima innocente
odo i sospiri, e volo:
ah! chi pietà non sente
il cuore in sen non ha.
L'accusator mendace
scenda, se l'osa, in campo;
di questa spada al lampo
forse tremar dovrà.

ALMUZIR
S'apra, olà, lo steccato.

ABENAMET
Io gitto il guanto.
(getta il guanto)
L'accusatore io sfido.

ALJ
(raccoglie il guanto)
Ed io nel campo
d'un 'empia accusator, lieto discendo.

ZORAIDA
Cielo! Del mio campion forza al braccio;
pugna per l'innocenza.

ABENAMET
All'armi.

ALJ
(Qual gelo ho in cor!)
All'armi.

ABENAMET
Di trionfar già parmi.
(dopo breve combattimento
Alj resta ferito, e disarmato)
Cedi: sei vinto.

ALJ
Ah! ferma.

ALMUZIR
(Oh, rio destino!)

ABENAMET
Se non sveli ogni trama, io qui t'uccido.

ALMUZIR
Che mai dirà?

ALJ
Innocenti
sono Zoraida, e Abenamet.

ALMUZIR
(Ah, rabbia!)

ABENAMET
Segui, segui, o ti sveno.

ALJ
Ebben, protesto
a Granata, ed al mondo,
che fu tradito Abenamet; che il sacro
stendardo della patria al campo ispano
recai per cenno d'Almuzir.

ALMUZIR
Ah! invano
ci cerca .

Alj è condotto via ferito.

ZORAIDA
Tiranno! Finalmente
il ver si palesò; sono innocente;
ma il fido Abenamet, l'idolo mio,
dov'è? Dov'è? Crudele,
svelalo all'amor mio.

ALMUZIR
Già cadde estinto
lo raggiunsero i miei.

ABENAMET
Perfido!

ZORAIDA
Ah, colpa!
Ah, scellerato! Ah, mostro!

CORO
Mora, mora.


Il Popolo si affolla al trono di Almuzir.

ABENAMET
Fermate: egli è il re vostro.
Non vogliate in tal giorno
d'un delitto macchiarvi. Io, sì, dovrei
per mia giusta vendetta
trabalzarlo dal trono,
ma l'ira non ascolto, e gli perdono.

CORO
Mora: è reo; ci tolse il forte,
che per noi cangiò la sorte;
Mora; è reo.

ABENAMET
Figli: tacete.
No: ragion non avete
di snudar contro lui la spada ultrice,
s'io che vittima fui del suo furore
la voce di vendetta or non intendo.
Popolo! Ei viva... ei regni... io lo difendo.
Sorpresa generale nel momento che Abenamet
alzando la visiera si svela.
Almuzir scende dal trono.
Zoraida nell'eccesso della gioia corre ad abbracciarlo.
Quando un alma generosa
d'un guerrier sfavilla in petto,
la vendetta è un basso affetto,
e più dolce è il perdonar.
Pensa sol, sedendo in trono,
che per me torni a regnar.
(abbraccia Almuzir, che resta confuso)

CORO, INES e ALMUZIR
Quell'amplesso, quel perdono...
arte è nuova di trionfar.

ZORAIDA
Tu sei vivo! Lieta io sono.
Non mi resta che bramar.

ABENAMET
Bella Zoraida. Ti salvo, e moro.
Tanto tesoro non è per me.
Cara non piangere, d'un altro sei;
gli affetti miei son sacri a te.

ALMUZIR
Tardo rimorso ammendi
il mio rigor tiranno.
Calma il tuo lungo affanno.
Zoraida è tua. Lo voglio.
Essa è tua sposa.
(unisce la destra di Zoraida con quella di Abenamet)

CORO, INES e ALJ
Oh, grande!
Or degno sei del soglio.

ZORAIDA e ABENAMET
Ah, mia felicità!

ABENAMET
Da un eccesso di tormento
il passare a tal contento,
di piacer soave è un'estasi,
che spiegare non si sa.
Poi vicino al caro bene
scorderò palpiti, e pene;
t'amerò, tu m'amerai;
sarò tuo, tu mia sarai;
tanti pianti come un sogno
l'alma mia rammenterà.

CORO
Dissipato è il nero turbine
torna in ciel serenità.
All'eccesso della gioia
l'alma reggere non sa.

FINE

 




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