FERNANDO
A te nell'appressarmi
soggiorno del mio ben
già tutto divamparmi
io sento il core in sen!
Se vagheggiar mi è dato
le amate sue pupille,
appieno avventurato,
sarò felice appien.
SGUIGLIO
Signò, non v'azzardate,
signò, non ve nfeccate;
eppure trica, trica,
e ne' abbuscammo affè!
ARGILLA
Coraggio don Fernando!
(presentandosi)
Amor vi guida in porto...
vada la tema in bando,
è il ciel per voi seren.
FERNANDO
Che ascolto! E voi chi siete?
SGUIGLIO
(Simmo scopierte a ramma!)
FERNANDO
Il nome mio sapete?
SGUIGLIO
(Auzammo 'mo la gamma,
si no' so guaie, messè!)
ARGILLA
Son la consolatrice
de' cori innamorati:
son l'araba fenice
ne' casi disperati:
risorge a nuova vita
ogni amator per me.
SGUIGLIO
Ripara quanno è chesso
pe mme no caso brutto:
nel mio verzillo asciutto
la 'mbrumma fa cadè.
FERNANDO
Deli, taci!
ARGILLA
A un vile Sguiglio
tempo a pensar non è.
SGUIGLIO
Porzì sa il nome mio?
FERNANDO
Oh ciel! Che mai degg'io,
donna, pensar di te?
ARGILLA
Un essere pietoso,
un genio in me tu miri,
che a crudi tuoi martiri
quì venne a dar mercé.
FERNANDO
(Costei mi sorprende! confuso mi rende!...
fidarmi non deggio se dubito è peggio...
nel fiero conflitto di speme e timore
il povero core la calma perdè!)
SGUIGLIO
(Ca chesta è ghianara la cosa è già chiara …
ma tene 'na vocca che l'arma te 'ncrocca …
chill'uocchio 'mmalora! li core affattora …
ca Sguiglio è sguigliato, cchiù dubbio non nc'è!)
ARGILLA
(L'amìco è smarrito, il servo è stordito.
Sta l'un sospettoso, è l'altro dubbioso...
grazioso è l'istante, mi alletta, mi piace,
il povero amante è fuori di sé!)
(Essi non sanno, che ho sentito il loro discorso,
che all'alba facevano seduti nel vicin prato.)
FERNANDO
Dilegua i miei dubbi, o donna, e dimmi...
ARGILLA
Cesserà à la vostra sorpresa, quando ravviserete in me
la celebre zingara, la famosa Argilla.
SGUIGLIO
Ah! vuje site la siè Petronilla?
FERNANDO
Oh, sorprendente indovina! Ed il vostro sapere è
tale...
ARGILLA
Che niente a me resta celato.
SGUIGLIO
Che bella cosa a sapé tutte le 'mbroglie del genere
umano, che non so' poche!
FERNANDO
E tu mi conosci?...
ARGILLA
Quanto me stessa. Voi siete un giovane innamorato,
che sotto mentite divise qui venite a vedere la bella
Ines.
SGUIGLIO
Saje porzi la bella Icchese? E a me pecché me
canusce?
ARGILLA
Per uno sbarbatello, pieno di amorosi desideri, e
privo de' mezzi a soddisfarli.
SGUIGLIO
Statte zitto! Non saje ca cierte berità non sempe
se ponno dicere?
FERNANDO
Ah! se tutto ti è noto, dimmi, che fa la mia cara
Ines?
ARGILLA
Non pensa che a voi; non si occupa che della
vostra rimembranza.
FERNANDO
Oh, me felice! Io non la vidi, che due sole volte
nel suo campestre ritiro.
SGUIGLIO
Addò jèttemo a caccia, cioè… isso depenne, e io
de fiche, uva, e di altri pacifici vegetabili.
ARGILLA
E due sole volte sono state bastevoli a destare in
lei una fiamma inestinguibile?
SGUIGLIO
Dimme na cosa… e chella cammarera arraggiosa
sta ancora co' essa?
ARGILLA
Si, e n'è la vigile custode.
SGUIGLIO
Mmalora! E che mosca cavallina!
FERNANDO
Mi sarà dunque vietato di rivederla?
ARGILLA
E che sarebbe Argilla, se non le si rendesse facile una
cosa di si poco rilievo?
SGUIGLIO
Co' salute, si bona pé accessoria, e principale?
ARGILLA
Potrebbe anzi esserne questo l'opportuno momento:
son tutti fuori del castello, e solleciti a ricevere
un rispettabile amico di don Ranuccio. Entrate
in esso, aggiratevi nel maggior cortile. Io farò
colle mie astuzie discendere la vostra Ines, e fa
vellerete con essa a vostro piacere. Volete altro?
FERNANDO
Ah! tu mi rendi beato!
SGUIGLIO
E mentre lo padrone se spassa co Icchese, nujE
facimmo 'nziemo 'na zeta, facennoce 'na sciasciata
amorosa: ca a me sempre li zingare me so trasute.
ARGILLA
io non converso con micchi: m'innalzo ad artimali più
generosi.
SGUIGLIO
(Ebbiva la gallotta 'mpastata!)
ARGILLA
Escono opportunamente dal castello don Ranuccio e
il suo amico: celatevi dietro di quel cespuglio, e
guadagnate subito l'ingresso.
FERNANDO
E tu non vieni?
ARGILLA
Entrerò quando sarò sicura ch'essi si saranno
allontanati. Presto...
FERNANDO
Oh, Amore! Deh, tu seconda il mio ardente desio!
SGUIGLIO
Deh, cioncate per poco, o varre insidiatrici delle
nostre povere spalle!
Si celano dietro i cespugli, ed appena saranno usciti
don Ranuccio, ed Antonio, essi rapidamente
s'introdurranno nel castello.
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