Ranuccio, Antonio esce frettoloso, ed inseguito da
Fernando, indi dalla porta istessa il duca di Alziras
senza manto e con ferro impugnato, poi Papaccione
dalla sua porta, Amelia che trascina Sguiglio,
infine Argilla, che conduce don Sebastiano.
RANUCCIO
(ad Antonio)
Ebbene?
ANTONIO
Taci... sono inseguito...
(fugge per lo cancello)
FERNANDO
Perfido! Tenti invano fuggirmi...
(lo insegue)
RANUCCIO
Oh, sorte iniqua!
DUCA
Dov'è l'empio assassino?
(seguito da servi)
RANUCCIO
Duca, che avvenne?
DUCA
Ah! s'insegua tosto il traditore...
RANUCCIO
Chi mai?
DUCA
Un grido mi ha destato dal sonno... al lontano
riflesso di debol lume veggo il braccio di
un'assassino pronto a ferirmi...
RANUCCIO
Oh, stelle!
DUCA
Quando un uomo che io non ravviso, lo arresta,
lo sbalordisce, ed insegue. Io balzo allora da le
piume, chiamo i miei servi, per raggiungere
l'aggressore... ma egli è sparito dal mio sguardo...
RANUCCIO
Oh, cielo! E nel mio pacifico albergo può aggi
rarsi un traditore?
PAPACCIONE
(Ah! Me l’ha fatta! Lo viecchio se n’è
fojuto! Mo' si ca so arrojenato addavero!)
AMELIA
Adesso dirai al padrone perché furtivamente ti
sei appressato alle stanze d'Ines.
SGUIGLIO
Gnernò, io veneva a trovà a buje...
ARGILLA
Venite, e più non temete qui per voi il duca
di Alziras.
RANUCCIO
(Chi veggo! Alvarez!)
PAPACCIONE
(È tornato! Oh, che galantommo!)
SEBASTIANO
(al duca)
Amico, ah! stendimi le tue braccia.
RANUCCIO
Che mi succede! Oh, colpo!
Io fui tradito!
DUCA
(stentando a riconoscerlo)
Ah, parmi!...
SEBASTIANO
Non sai tu ravvisarmi?
DUCA
Alvarez! Non m'inganno.
Oh, qual ti miro!
RANUCCIO
(Ohimè!)
PAPACCIONE
(Ajemmè!)
RANUCCIO
(Oh, come a danni miei
par che congiuri il fato!
Lena e vigor perdei...
coraggio io più non ho!)
DUCA e AMELIA
(Oh quante un solo istante
strane vicende aduna!
Incert(a/o) , e palpitante
che immaginar non so!)
ARGILLA e SEBASTIANO
(In quel pallor l'indegno
palesa il fier conflitto,
che il grave suo delitto
nel sen già gli destò)
PAPACCIONE
(Oh! carne prelibbate!
Ciacèlle sbenturate!
De vuje mo' don Ranuccio
ne là nó fricandò!)
SGUIGLIO
(Ebbivà la siè Argilla!
Se 'mpizzi comme anguilla!
Vedimmo sta facenna
comme se sbroglia mo'!)
DUCA
(a Sebastiano)
Ma come qui sei?
SEBASTIANO
(indicando Papaccione)
Tel dica costui...
DUCA
Tu dunque...
ARGILLA
Colui
parlare non può.
Per ora il silenzio
succeda al rumore:
che tutto, signore,
svelarti saprò.
RANUCCIO
(Ah! straziami il petto
furor, e dispetto!
Da palpiti oppressa
confusa, avvilita
quest'alma smarrita
consiglio non ha!)
ARGILLA e SEBASTIANO
(Gli straziano il petto
timore, e dispetto:
da palpiti oppressa
confusa, avvilita,
quell'alma smarrita
consiglio non ha!)
GLI ALTRI
(Mi desta ogni oggetto
un forte sospetto!
Da palpiti oppressa,
dubbiosa, avvilita,
quest'alma smarrita
consiglio non ha!)
Viano per diverse parti
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