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Autore incerto
Alahor in Granata

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  • ATTO PRIMO
    • Scena nona. Sulima e detta, indi Alahor
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Scena nona. Sulima e detta, indi Alahor

 

SULIMA
Non nuova nel tuo cor la tua pietade
uno stranier oggi addimanda, chiede
sol favellarti.

ZOBEIDA
Uno stranier! ... che brama egli da me?

SULIMA
Ciò non mi disse: disse, sol ch'è infelice...

ZOBEIDA
E questo basta assai.
Qui l'introduci; ogni meschino ha dritto
(Sulima via)
al mio soccorso.

SULIMA
(torna)
Ei viene.
(si ritira)

ZOBEIDA
Infelice t'appressa: questa gemma
possa il peso alleviar de' mali tuoi.

ALAHOR
Il mal più mite è la miseria mia.
(resta in qualche distanza)
Io non accetto doni.

ZOBEIDA
Ma niun ti scorge, tu arrossir non devi.
Accetta, prendi...

ALAHOR
La viltà finora
non oscurò la gloria mia: risplende
intatta e pura; ma la tua, o Zobeida,
(le si avvicina)
risplende ancor?

ZOBEIDA
Che cerchi? Quale inchiesta?

ALAHOR
A te lo chieggo in nome di colui
(va ognora crescendo in forza)
che spento fu per sostenerla, in nome
di colui che obbliasti,
di Mohamed in nome, e ciò ti basti.

ZOBEIDA
(si turba)
Oh Dio, che dici mai!

ALAHOR
Fissa, o Zobeida, su di me lo sguardo,
deh, mi ravvisi forse?

ZOBEIDA
Cielo! quei tratti... quella voce... parmi...
(lo va esaminando)

ALAHOR
Di', mi conosci?

ZOBEIDA
Ah, parla, in nome
dell'estinto Mohamed, del padre mio,
saresti forse?...

ALAHOR
Il tuo fratel son io.
De' miei splendori antichi
(mostra un pugnale)
l'ultimo avanzo è questo;
tu lo vedrai funesto,
tremendo balenar,
che alla vendetta io torno,
o torno qui a spirar.

ZOBEIDA
Vendetta! ... Oh Dio, che tenti!
Vendetta! (Ohimè, che ascolto!
dagli occhi suoi, dal volto
scintillagli il furor.
Il sen mi scuote ed agita
incognito rossor.)
Ah, fratel mio! ...

ALAHOR
Fratello!
Nomarmi tal sei degna?

ZOBEIDA
Che far degg'io, m'insegna.
(Oh Dio, mi fa tremar')

ALAHOR
Lungi di qui da' Zegri
meco fuggir dovrai;
degna tu allor sarai
del padre tuo, di me.

ZOBEIDA
Fuggir! ...

ALAHOR
Fuggir. Che pensi?

ZOBEIDA
(Fuggir ... dal mio tesoro!
Ah, che in pensarlo io moro!
È troppa crudeltà.
Fuggi, grida il mio dovere,
e al fuggir miei passi affretta:
a restar mi forza e alletta
più potente di dio d'amor.
Combattuto è questo cor.)

ALAHOR
Ah momento di piacere!
Oh! terribile vendetta,
i tuoi passi affretta, affretta;
vieni accesa di furor:
ti sospira questo cor.
Mi segui.

ZOBEIDA
Ed io potrei
Hassem tradir, il re!

ALAHOR
È un zegro, è un tuo nemico;
un traditor egli è.

ZOBEIDA
T'inganni; de' suoi popoli
egli è l'amor, la gloria.
Ha in petto un cor magnanimo,
è figlio dell'onor.

ALAHOR
(con isdegno)
Ma tu, ma tu il difendi

ZOBEIDA
Io dissi il ver.

ALAHOR
Zobeida,
ti leggo in fondo al core,
(guardandola fisso)
ti scopre il tuo rossore.
Tu l'ami

ZOBEIDA
Ah! si, l'adoro:
è l'idol del mio cor.

ALAHOR
Oh, mio furor! ... Ma invano
tu speri il caro bene.

ZOBEIDA
Ei vien.

Si ode lo strepito delle trombe, che annunziano il
ritorno
del re al palazzo.

ALAHOR
A morte ei viene.
(s'incammina col pugnale in mano)
Esangue qui cadrà.

ZOBEIDA
(agitatissima)
M'ascolta... oh Dio! Ti arresta...

ALAHOR
(risoluto)
Meco fuggir tu giura.

ZOBEIDA
(Qual nuova pena è questa!)
Ebben, io fuggirò.

ALAHOR
(Della vendetta il fulmine
sospendi, o mio furore,
fra poco più terribile
cadrà pel traditore;
di sangue il braccio vindice
Granata inonderà.)

ZOBEIDA
(Da mille e mille palpiti
oppresso ho in seno il core,
sul capo a me sollevansi
i crini per l'orrore;
stato del mio più barbaro,
più misero non v'ha!)

Alahor si ritira infondo dietro le colonne.




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