Scena nona. Hassem e detto
ALAHOR
Che cerchi, abencerago?
HASSEM
Figlio di Mohamed, Alahor, no, non temere;
nemico tuo non son.
ALAHOR
E chi ti disse
ch'io mi chiamo Alahor?
HASSEM
Zobeida il disse.
ALAHOR
E tu chi sei?
HASSEM
D'Hassem l'amico io sono,
e mi appello Almanzor.
ALAHOR
D'Hassemn tu amico?
D'un traditor amico!
HASSEM
Eh! non conosci di Granata il sire,
t'accieca forse l'odio tuo, lo sdegno!
Vedi: egli sa… scoperto ha il tuo disegno,
confonder ti potria, niuno sottrarti
sapria da tanto e giusto suo furore,
eppure ei tace, e il chiami traditore?
ALAHOR
Almanzor... Almanzor...
HASSEM
A che quell'arme?
(il pugnale che gli vede al petto)
A che un pugnal?
ALAHOR
È questo
l'unico avanzo della mia grandezza:
l'estinto padre mio,
l'assassinato padre,
alla vendetta mel lasciò.
HASSEM
E trattarlo
qual assassin vuoi tu, per vendicarlo?
ALAHOR
No; il re pria veder voglio,
a lui chieder Zobeida,
trarla lungi da' Zegri...
HASSEM
E qual mai fia
d'Hassem la sorte, privo di Zobeida?
(addolorato)
Zobeida del suo cor solo desío?
Ei più non la vedrà?
ALAHOR
(Quale sospetto!)
(risoluto)
Teco garrir non voglio; a lui sol bramo
spiegar miei sensi.
HASSEM
Ma rifletti in pria...
(Alahor riguarda, quasi fatto certo)
ALAHOR
Eh! taci, a lui desío
sol favellar.
HASSEM
Favella: il re son io.
(si scopre)
A te d'innante mira
l'amante di Zobeida,
ma ti rammenta, e trema
che quest'amante è un re.
ALAHOR
Tu il re! ... Di già il sapea:
tradito il duol ti avea.
Amante, o re, non temo,
rendi Zobeida a me.
HASSEM
Zobeida, il mio tesoro! ...
ALAHOR
Rendila.
HASSEM
Ah! no, l'adoro.
ALAHOR
All'amor tuo strapparla
saprò con questa mano.
HASSEM
Ah! no, lo speri invano.
ALAHOR
Ebben, tu mori.
(si scaglia col pugnale)
HASSEM
Olà!
Hassem si ritira indietro, e compariscono alcuni
Abenceraghi.
HASSEM
Della vendetta il ferro pende su i giorni tuoi,
(fa cenno alle guardie di ritirarsi)
ma vivi, e se lo puoi, chiamami traditor.
ALAHOR
(Che farò?... Dubbioso è il cor...
I miei giorni egli salvò...
Ah! perdona, o genitor,
no, ferire io più non so.)
HASSEM
(Che farà? ... Dubbioso è il cor,
io sperar, temer non so:
forse il crudo suo furor
questo tratto disarmò.)
ALAHOR
Io parto.
HASSEM
Attendi.
ALAHOR
Lasciami.
HASSEM
M'odi.
ALAHOR
Che chiedi mai?
HASSEM
Se degno io son, vedrai,
dell'odio e del furor.
(l'ultimo colpo affrettisi.
M'aita, o Dio d'amore!
Ah! non tradir la tenera
speranza del mio core,
un raggio sol tramandami
segno del tuo favor.)
ALAHOR
(Cercando vo nell'anima
l'antico mio furore;
ma sento che lo arrestano
i tratti di quel core:
vendetta invano gridami
inulto il genitor.)
Hassem va negli appartamenti di Zobeida, dopo
qualche momento ritorna con lei.
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