Tutta la piazza è ingombra di soldati vincitori romani
in mezzo a' quali veggonsi i prigionieri
galli.
Tutto il popolo è diviso ne' laterali.
Sul davanti v'è un'ara accesa,
accanto alla quale un sommo sacerdote,
che dovrà incoronar Crispo per la riportata vittoria.
Dal lato destro dell'attore, Fausta, Licinia e Massimiano;
al sinistro Costantino. In fondo Beroe
fra le prigioniere.
TUTTI
Dio dell'armi, che infondevi
con la sacra tua scintilla,
fiamma in petto al giovanetto:
laude, gloria, al tuo favor.
L'inimico a quell'aspetto,
per te colmo di spavento,
cadea vinto, cadea spento
sotto il brando distruttor.
Dio dell'armi, in lui splendevi,
come stella che sfavilla,
onde in campo al par del lampo
seppe il prode trionfar.
Per te, Gallia prigioniera
vide l'aquila più altera
dispiegar le invicte piume:
salve, o Nume, tutelar.
Il sommo sacerdote prende la corona d'alloro
e la pone sul cimiero di Crispo.
FAUSTA
(guardando Crispo)
(Dea, che siedi al terzo cielo,
sul mio ciglio spandi un velo,
che m'involi quel sembiante,
ch'empio e reo mi rese il cor;
mel rapì, e l'ignora ancor.)
BEROE
(Fra le stragi e le ruine
delle folgori latine,
quel gentile mi salvò,
e d'un guardo il cor piagò!)
COSTANTINO
No! fra vittorie tante,
che annoverai finora,
giammai non vidi aurora
lieta spuntar così.
(a Crispo)
Vieni fra le mie braccia...
Fausta, lo stringi...
FAUSTA
(colpita, poi rimessa)
Ah!... Sì...
CRISPO
(resta Crispo nel mezzo; Fausta da un lato,
Costantîno dall'altro)
A te, signor del mondo,
suddito e figlio io sono:
quanto posseggo è dono
del tuo paterno amor.
(a Fausta)
Tu cangia il mio rispetto,
cangia in affetto ognor.
COSTANTINO
Fama, trionfi, onori,
te rendono immortale:
gloria ti cinga, e tale,
che oscuri il genitor.
(a Fausta)
Tu l'ama, come io l'amo,
che degno egli è d'amor.
FAUSTA
Glorie, trionfi, onori
ti rendon già immortale.
(Ciel!... Qual poter fatale
quel volto ha sul mio cor!...)
T'amo!... (Oh, soave accento!...
cagion del mio dolor!)
COSTANTINO
Ma qual fra vinti Galli
nobil vegg'io donzella?...
CRISPO
Figlia d'un prence è quella,
che in campo già perì...
(con massima tenerezza)
L'adoro!
FAUSTA
(colpita)
(Oh ciel! che ascolto...)
CRISPO
(con tutta l'espansion del cuore)
Quanto me stesso l'amo!...
Costei consorte io bramo:
(a Costantino)
donala a me in tal dì.
FAUSTA
(desolata)
(Lo perdo!)
COSTANTINO
(a Beroe)
Qui t'avanza:
l'ami tu?
BEROE
Ognor l'amai
più che del sole i rai.
FAUSTA
(S'amano!)
COSTANTINO
Ebben...
FAUSTA
(Ahimè!)
COSTANTINO
Fra poco al sacro rito
io stesso...
FAUSTA
(risoluta)
Ah no! t'arresta:
sacro è un tal giorno a Vesta,
né compiere si de'...
Al risorgente... albore...
potrai... guidarli... all'ara...
COSTANTINO
Basta! n'andrete all'ara
ai fai del nuovo dì.
CRISPO e BEROE
Come apparir déi cara
luce del nuovo dì!
Il fulmin tuo prepara,
vendetta, al nuovo dì!
LICINIA e CORO
Amore e Imene a gara
brillino al nuovo dì!
FAUSTA
(fra se)
(No, che non vi rischiara
consorti il nuovo dì!)
(quasi delirante)
Rovesciata, infranta al suolo
fia quell'ara a me funesta
s'io lo perdo; che mi resta
fuor che lagrime e dolor?
Egli è mio, né forza umana
può rapirlo a tanto affetto
se non svelle dal mio petto
il mio bene col mio cor.
COSTANTINO
Sta il sorriso in ogni viso
Fausta sola in fronte ha l'ira.
Ora freme, ed or sospira
fra il rossore ed il pallor.
Deh, sgombrate, o dei pietosi
da quel seno ogn'aspra cura
or che il figlio m'assicura
dell'impero lo splendor.
CRISPO e BEROE
Ah, la notte su la terra
non istenda il mesto velo
e a spuntar s'affretti in cielo
lieto il giorno dell'amor.
MASSIMIANO
È alfin giunto il dì bramato
che a me renda lauro e soglio:
fia travolto il folle orgoglio
fra le stragi ed il terror.
LICINIA e CORO
Spieghi fama i vanni arditi,
gridi al mondo: Gallia è doma!
Così cade chi di Roma
sfida il brando vincitor.
MASSIMIANO
Sì, gioite, esultate!...
(partono eccetto Massimiano)
Sparir dovrà per voi tanta letizia
qual poca nebbia al sole! ...
Né il nuovo sol vedrai tu, Costantino! ...
Usurpator, mi renderai l'impero...
Presso è l'ora. Déi tutta
cancellar col tuo sangue l'onta mia?...
Il tentai... mi fallì! ...
Ma padre e figlio insieme
fra l'ombre della notte che s'appressa,
spenti cadranno d'una morte istessa.
(parte)
Appartamenti magnifici nella reggia di Costantino.
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