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Domenico Gilardoni
Fausta

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  • ATTO SECONDO
    • Scena decima. Massimiano, Albino, quattro littori, Crispo e Fausta
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Scena decima. Massimiano, Albino, quattro littori, Crispo e Fausta

 

MASSIMIANO
(ai littori)
Il mio cenno compite:
(a Fausta)
t'allontana.

CRISPO
Or sei paga, o tiranna;
tutto d'infame morte
per te l'orror discerno;
va', ti consacro ai Numi dell'Averno!
(Crispo parte in mezzo ai littori, seguito da Albino)

FAUSTA
E ancor respiro!

MASSIMIANO
In breve
ei più non è!

FAUSTA
Che dici!...

MASSIMIANO
La sentenza è in mia man; compita fia
forse mentre a te il dico!

FAUSTA
(va per correre al carcere di Crispo)
Padre crudel!

MASSIMIANO
(trattenendola)
T'arresta.

FAUSTA
Io... voglio... io...

GUARDIA
(venendo dal carcere)
Spento è Crispo.

FAUSTA
(retrocede inorridita)
Ah!

MASSIMIANO
(Qual gioia!)

FAUSTA
Io manco
oh Dio!
Massimiano corre al carcere.
Tu che voli già spirto beato
all'eterno felice soggiorno,
il mio priego tu accogli placato,
mi perdona un sacrilego amor!
Io te 'l chiedo per quanto t'ho amato;
in compenso di tanto dolor!
(qui s'approfitta del veleno strappato a Crispo)

VOCI DI DENTRO
A Massimiano morte!

MASSIMIANO
Quai voci! Oh ciel! Che ascolto?




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