35. Affinché tutto quello che, seguendo le
orme dei Nostri predecessori, Noi in questa lettera enciclica abbiamo
raccomandato o prescritto ottenga il desiderato effetto, voi, o venerabili
fratelli, con premuroso impegno prenderete tutte quelle disposizioni che l'alto
ufficio a voi affidato da Cristo e dalla chiesa vi impone e che, come risulta
dall'esperienza, con grande frutto in molte chiese del mondo cristiano sono
messe in pratica.
36. Innanzi tutto datevi cura perché nella
chiesa cattedrale e, in quanto dalle circostanze è consentito, nelle maggiori
chiese della vostra giurisdizione, ci sia una scelta Schola cantorum, la quale
riesca agli altri di esempio e di stimolo a coltivare e a eseguire con
diligenza il canto sacro. Dove poi non si possono avere le Scholae cantorum né
si può adunare un conveniente numero di Pueri cantores, si concede che "un
gruppo di uomini e di donne o fanciulle in luogo a ciò destinato, posto fuori
della balaustra, possa cantare i testi liturgici della messa solenne, purché
gli uomini siano del tutto separati dalle donne e fanciulle e sia evitato ogni
inconveniente, onerata in ciò la coscienza degli ordinari".21
37. Con grande sollecitudine è da
provvedere che quanti nei seminari e negli istituti missionari religiosi si
preparano ai sacri ordini, siano rettamente istruiti secondo le direttive della
chiesa nella musica sacra e nella conoscenza teorica e pratica del canto gregoriano
da maestri esperimentati in tali discipline, che apprezzino tradizioni e usi e
ubbidiscano in tutto alle norme precettive della Santa Sede.
38. Che se tra gli alunni dei seminari e
dei collegi religiosi ve ne sia qualcuno fornito di particolare tendenza e
passione verso quest'arte, i rettori dei seminari o dei collegi non trascurino
d'informarvi di questo, perché possiate offrirgli occasione di coltivare meglio
tali doti e lo possiate inviare al Pontificio Istituto di musica sacra in
questa città o in qualche altro ateneo del genere, purché si distingua per
costumatezza e virtù e con ciò dia motivo a sperare che riuscirà ottimo
sacerdote.
39. Oltre a ciò converrà provvedere che gli
ordinari e i superiori maggiori degli istituti religiosi scelgano qualcuno del
cui aiuto si servano in cosa di tanta importanza, a cui essi, fra tante e così
gravi altre loro occupazioni, per forza di circostanze non potranno facilmente
attendere. Cosa ottima a questo fine è che nel consiglio diocesano di arte
sacra ci sia qualcuno esperto in musica sacra e in canto, che possa
solertemente vigilare nella diocesi in tale campo e informare l'ordinario di
quanto si è fatto e si debba fare e accogliere e far eseguire le sue
prescrizioni e disposizioni. Che se in qualche diocesi esiste qualcuna di
quelle associazioni che sono state sapientemente fondate per coltivare la
musica sacra, e sono state lodate e raccomandate dai sommi pontefici,
l'ordinario nella sua prudenza se ne potrà giovare per soddisfare alle
responsabilità di tale suo ufficio.
40. Tali pii sodalizi, costituiti per
l'istruzione del popolo nella musica sacra o per approfondire la cultura di
quest'ultima, i quali con la diffusione delle idee e con l'esempio molto possono
contribuire a dare incremento al canto sacro, sosteneteli, o venerabili
fratelli, e promoveteli col vostro favore, perché essi fioriscano di vigorosa
vita e ottengano ottimi valenti maestri, e in tutta la diocesi diligentemente
diano sviluppo alla musica sacra e all'amore e alla consuetudine dei canti
religiosi, con la debita obbedienza alle leggi della chiesa e alle Nostre
prescrizioni.
*****
41. Tutto questo, mossi da una
sollecitudine tutta paterna, abbiamo voluto trattare con una certa ampiezza; e
nutriamo piena fiducia che voi, venerabili fratelli, rivolgerete tutta la
vostra cura pastorale a tale questione d'interesse religioso, molto importante
per la celebrazione più degna e più splendida del culto divino. Quelli poi che nella
chiesa, sotto la vostra condotta, hanno nelle loro mani la direzione di quanto
concerne la musica, speriamo che da questa Nostra lettera enciclica troveranno
incitamento a promuovere con nuovo appassionato ardore e con generosità
operosamente solerte tale importante apostolato. Così, come auspichiamo,
avverrà che arte tanto nobile molto apprezzata in tutte le epoche della chiesa,
anche ai nostri giorni sarà coltivata in modo da essere ricondotta ai genuini
splendori di santità e di bellezza e conseguirà perfezione sempre più alta, e
col suo contributo produrrà questo felice effetto che i figli della chiesa con
fede più ferma, con speranza più viva, con carità più ardente, rendano nelle
chiese il dovuto omaggio di lodi a Dio uno e trino, e che anzi anche fuori
degli edifici sacri, nelle famiglie e nei convegni cristiani, si avveri quello
che san Cipriano a Donato faceva oggetto di una famosa esortazione:
"Risuoni di salmi il sobrio banchetto: e se hai tenace memoria e voce
canora, assumiti questo ufficio secondo l'invalsa consuetudine: tu a persone a
te carissime offri maggior nutrimento, se da parte nostra c'è un'audizione
spirituale e se la dolcezza religiosa diletta il nostro udito".22
42. Frattanto nell'attesa di risultati sempre
più ricchi e lieti, che speriamo avranno origine da questa Nostra esortazione,
in attestato del Nostro paterno affetto e in auspicio di doni celesti,
impartiamo con effusione d'animo la benedizione apostolica a voi, venerabili
fratelli, a quanti presi singolarmente e collettivamente appartengono al gregge
a voi affidato, e in modo particolare a coloro che, assecondando i Nostri voti,
si curano di dare incremento alla musica sacra.
Roma, presso San Pietro, 25 dicembre, Natale di nostro Signore Gesù Cristo,
nell'anno 1955, XVII del Nostro pontificato.
PIO PP. XII
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