Marcella dalla sua capanna con
paniere: indi dalla medesima
Bartolomeo con frustino in mano.
MARCELLA
Freme il mar, lontan lontano
mormorar il tuon si sente.
La tempesta, certamente,
a scoppiar non tarderà.
Chi sa dove il delirante
va sforzando il passo errante!
Ah, il furor dell'oragàno
sulla rupe il coglierà!
Sventurato! Il cibo usato
qui ritrovi al cespo in seno.
Ah! vorrei parlargli almeno!
Giovin! Bello!
BARTOLOMEO
Che fai là?
MARCELLA
Guardo il tempo.
BARTOLOMEO
No, signora
a cercar vien sempre fuora
il Furioso.
MARCELLA
Qual sospetto!
BARTOLOMEO
Me l'ha detto Kaidamà.
Qui cos'hai?
MARCELLA
Nulla.
BARTOLOMEO
Davvero
contrabbando qui v'è sotto.
Pane!... Datteri!... Biscotto!...
(osservando nel paniere)
Mezzo pollo!...
MARCELLA
Fu pietà.
BARTOLOMEO
So per chi. Sempre pietose
fur le femmine pei matti.
Non l'intendo; e a tutti i patti
questo imbroglio finirà.
Coi capelli dritti in fronte,
mezzo scalzo, disperato,
si precipita dal monte,
di baston, di sassi armato;
e se incontra una persona,
la perseguita, l'abbranca,
pesta, lapida, bastona,
sì la negra che la bianca;
ed io devo alimentarlo,
anzi quasi ringraziarlo!
Questa pillola, figliuola,
nella gola non mi va.
MARCELLA
Voi leggete in quella fronte
come il misero è straziato?
Ramingando al bosco, al monte,
va da tutti abbandonato.
Voi dovete ritrovarlo,
dal pericolo salvarlo.
V'affrettate! Il tempo vola!
Soccorretelo, papà.
BARTOLOMEO
Ma già l'ordine ha il padrone
perché venga imprigionato.
MARCELLA
Infelice!
BARTOLOMEO
(Ha pur ragione!)
Ed ai pazzi sia mandato.
MARCELLA
Cor di tigre!
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