La tempesta va sempre
crescendo; una nave mercantile
passa nel fondo del mare battuta furiosamente dall'onde.
I marinai cercano d'ammainare le vele. Kaidamà esce
guardingo; indi Marcella, dopo i contadini.
KAIDAMÀ
Che fu? Non so. Vado; il
matto? Resto,
e se il frustin di botto...
Marcella esce in punta di piedi, e prendendo inosservata
Kaidamà per un orecchio.
MARCELLA
Birbante! Ti nascondi? Ora di trotto
corri alla fattoria.
KAIDAMÀ
Povero orecchio!
MARCELLA
Impara a far la spia.
Cammina.
KAIDAMÀ
E non vedete come è in collera il mar?
MARCELLA
Mio padre ha fretta.
KAIDAMÀ
E se incontro per strada una saetta,
e mi ferma, e m'abbruccia, la risposta
chi ve la porterà?
Agitata dalla burrasca ricomparisce la nave.
MARCELLA
Guarda... una nave...
KAIDAMÀ
Guardo.
MARCELLA
Se mai la spezzala tempesta?
KAIDAMÀ
Allor sana
non resta.
MARCELLA
Sventura!
Se mai cadono in mar?
KAIDAMÀ
Si azzupperanno,
e a viaggiar per terra impareranno.
Di dentro la nave si grida.
VOCI
Soccorso!... aiuto!
MARCELLA
Aiuto!
KAIDAMÀ
Vado io... farò io.
MARCELLA
Sì.
Dalla nave si spara una cannonata,
e Kaidamà cade in terra.
KAIDAMÀ
Son perduto.
CORO, KAIDAMÀ e MARCELLA
(uscendo dalle capanne e aggruppandosi i Coloni
verso il mare)
Ahi, sciagura! Spumante s'incalza
gonfio il flutto, e rimbalza sul lito;
e del vento il severo ruggito,
si confonde col mugghio del mar!
Ciel, pietà! Già la nave è spezzata!
Già sparisce dall'onde ingoiata!
Or che fino è perduta la speme,
cielo e mar s'incomincia a placar!
(nel tempo di questo Coro, la nave spezzasi;
è sommersa; ne passano i frammenti, e fra questi
varie persone pericolanti. Eleonora viene gettata
fuori da un'onda; mentre tutti si sono allontanati
dalla sponda. La procella si calma.)
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