A vele spiegate si avanza un
vascello da cui sbarcano
molti marinai spagnuoli; e quindi Fernando, che si pone
subito a percorrere la scena esaminando la rupe.
CORO
Ecco alfin l’onde tranquille
al soffiar d'aure seconde.
Delle Antille sulle sponde
fra i perigli si volò.
Se verace corse il grido
questo è il lido, il monte è quello
dove il misero fratello
da una perfida ingannato,
delle selve fra l'orrore
ramingando disperato,
il suo sdegno, il suo dolore,
le sue lagrime celò.
FERNANDO
Sì, questo è il lido. Oh, mio Cardenio!
Oh, mio sospirato germano,
io qui ti rivedrò? La mesta madre
fra i caldi, impazienti
palpiti del desir conta i momenti;
e qui del mio germano,
io stesso andrò sull'orme. Il cielo arrida
alla speme d'un cor che in lui confida.
Al mio desir s'oppose
tutto il furor de' venti;
ma quindi a' miei tormenti
l'ira del ciel calmò.
Dio di bontà, confortami
d'una speranza almeno!
Dammi, ch'io possa stringerlo
meno infelice al seno:
dammi, ch'io possa renderlo
pietoso al mio desir;
che d'una madre il gemere,
possa per lui finir.
CORO
Il ciel vorrà sorridere clemente al tuo desir.
I marinai tornano a bordo del vascello.
FERNANDO
Ma chi scorta mi fia fra queste rupi?
Mi sorride fortuna. Da quel moro
saprò il miglior cammino.
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