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Giacomo Ferretti
Il Furioso all’isola di Santo Domingo

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  • ATTO PRIMO
    • Scena quindicesima. Kaidamà, Cardenio
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Scena quindicesima. Kaidamà, Cardenio

 

Kaidamà spaventato corre al cordone della campana,
suona a distesa, ed al suono accorrono i coloni.

KAIDAMÀ
Legatelo.

CORO
Fermo!

CARDENIO
Sgombrate il passo.

ELEONORA
Io ti oltraggiai: ti vendica.

CARDENIO
A tanto io non m'abbasso.
Sento il furor risorgere.

ELEONORA
Io non ti lascio.

CARDENIO
Va'.
Donna iniqua! E non rammenti
le tue frodi, i giuramenti?
Non ti bastan per trofei
Le mie smanie? I pianti miei?
Sfidi il vento, varchi il mare
per venirmi a tormentare,
per straziarmi, lacerarmi
lentamente a brani il cor!
Ah! fuggite! Mi lasciate!
Involatevi! Tremate.
Odio tutti, odio me stesso;
fin del sole io sento orror!
Lungi, lungi dal tuo sesso,
sesso infido, ingannator.

ELEONORA
Nel mio sguardo mezzo spento
mira espresso il pentimento.
Non fuggirmi; ne morrei.
Cedi, cedi a' pianti miei.
Ho varcato tanto mare
per venirti a ritrovare,
per svelarti, per mostrarti
come spasima il mio cor.
Ah! che fugga non lasciate!
D'una misera tremate:
dal tuo sprezzo il core oppresso
non desia che il tuo furor.
(a Cardenio)
M'apri il seno, e leggi in esso,
ch'io per te morrò d'amor.

FERNANDO
In quel volto, in quell'accento
non ravvisi il pentimento?
(a Cardenio)
No, lasciarla tu non déi.
Ah! ti calma ai prieghi miei.
Se varcato ha tanto mare
per venirti a ritrovare,
per parlarti, per placarti,
no, non mente il suo dolor.
Ah! che fugga, non lasciate:
o salvarlo disperate.
Non vedete? Ha in fronte espresso
il delirio del furor.
Ah! mi manca il core oppresso,
già presago di terror.

KAIDAMÀ
Ah! fuggir, scappar lo fate;
(ora a Bartolomeo ora a Marcella, ora ai coloni)
se vi coglie, singhiozzate.
Delle furie nell'eccesso
d'una vipera è peggior.
De' suoi pugni il segno impresso
serberà quattr'anni ancor.

MARCELLA, BARTOLOMEO e CORO
(a Cardenio circondandolo)
Ah! tremar, gelar ci fate;
arrestatevi, ascoltate.
Vi commova quell'eccesso
di rimorso e di dolor.
Ah! non ode! Ha in volto impresso
il tumulto del suo cor.

Cardenio atterra alcuni coloni che gli si attraversano;
s'invola seguito da Fernando; ed intanto Eleonora,
gittando un grido altissimo, cade svenuta in braccio di
Marcella.

 




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