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Gaetano Donizetti
Il campanello

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Scena ottava. Don Annibale ed Enrico, travestito da damerino francese caricato, con occhiali

 

ENRICO
Bonsoir.

DON ANNIBALE
Che vi occor?

ENRICO
Je vous demande
pardon d'ici venir vous déranger,
mais quand un homme souffre...
Voyez vous, mon ami... je tiens la fièvre...
Sentez,tatez,touchez.

DON ANNIBALE
(Costui che vuol da me?)
Padron mio, nel linguaggio del paese
prego spiegarvi.

ENRICO
Bien, mi spiegherò
dunque in italianò.
Je suis malato e vo' medicatura.

DON ANNIBALE
Ma bisogna ch'io sappia
la natura del male,
onde...

ENRICO
Voici... io vengo
dal ballo... e j'ai danzato
per quatre ore en suite...
Oh! che caldo maudit!
Per rinfrescarmi, appena una trentina
presi di pièces en glace,
c'est à dire sorbetton.

DON ANNIBALE
(E non crepasti?)

ENRICO
Or questi m'ont prodotto un embarras
ici... dans l'estomac...
E per tornarmi en bon point il me faut
ou cinq o six bouteilles
de Malaga... Champagne... o d'Oportò...
Monsieur, prenez-les donc.

DON ANNIBALE
(Stiamo a vedere
che mi ha preso costui per cantiniere.
Leviamcelo dai piedi.)
Attendetemi qui che avrete in breve
il più squisito vino.
(Tengo un baril d'Asprino,
or gliene reco un fiasco.)
(parte)




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