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Gaetano Donizetti
Il campanello

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Scena tredicesima. Enrico avvolto in una veste da camera, con berretta da notte in testa e Don Annibale

 

ENRICO
(entra correndo, e mostrasi affannato)
Mio signore venerato!

DON ANNIBALE
Padron mio! Che cosa è stato?

ENRICO
Presto, presto, in tutta fretta,
mi dovete una ricetta
come un fulmine spicciar.

DON ANNIBALE
E dov'è?

ENRICO
(frugandosi per le tasche)
Son lesto...

DON ANNIBALE
Or via!

ENRICO
Io non so più dove sia.

DON ANNIBALE
(Auf! che pena!)

ENRICO
Ciel tiranno!
L'ho perduta! Vado e torno.
(per partire)

DON ANNIBALE
Buon viaggio!

ENRICO
L'ho trovata!

DON ANNIBALE
(Me infelice, che nottata!)

ENRICO
Pria vi voglio di mia moglie
tutti i mali palesar.

DON ANNIBALE
Non m'importa: a me s'aspetta
di spicciare la ricetta.

ENRICO
Per veder s'ella è perfetta,
non c'è male d'ascoltar.
La povera Anastasia
per cui v'ho incomodato,
è tisica e diabetica,
è cieca e paralitica,
patisce d'emicrania,
ha l'asma a sette fistole,
spine ventose e sciatica,
tumore nell'occipite;
ha il mal della podagra,
che unito alla chiragra
penare assai la fa.
Ma qui sta il re dei recipi
(mostra la ricetta avvoltolata ch'egli spiegherà a poco a
poco)
che tutto guarirà.
Si prenda l'acqua celebre
del gran monsù Maurizio,
con l'altra capo-cefalo;
e poi la fagiadenica.
Con questa poi mischiateci
l'aceto con l'aregheto;
sia questa rinforzata
con l'acqua canforata,
col balsamo copaibe,
col dolce elettuario,
di cedro imperiale,
che giova e non fa male.
Vi unite a queste cose
benigne e portentose,
per fare il tutto eccelso,
con l'elisir d'Elmozio,
pur quel di Paracelso.
Mischiate e rimischiate,
poi pillole formate.

DON ANNIBALE
Ma questi sono liquidi.

ENRICO
Che ad uno, a quattro, a sette
si devono ingoiar.
Recipe...

DON ANNIBALE
Basta!

ENRICO
Recipe,
l'ombélico di Venere,
butirro d'antimonio,
il zolfo col diascorio
del dotto Fracastorio,
l'arsella e l'assafetida;
il thè che sia d'America,
rob antisifilitico,
l'estratto di cicuta;
papaveri, la ruta;
l'etiope minerale,
sciroppo cordiale.
Aggiungi poi la polvere
di Marco Cornacchione,
e di Giovanni Procida
l'empiastro in fusione,
la cassia fistulata,
la pomice pestata...
bollite et fiat bibita.

DON ANNIBALE
Che bibita!

ENRICO
No, pillole...
Il resto eccolo qua.
(svolge una lunghissima ricetta)
Semifreddi, ente di Marte,
del Cadet l'emulsione,
cascarilla, simarubba,
del tabacco di Macubba,
dulcamara, talamacca,
legno quassio, cera lacca;
aggiungete ottanta rane,
venti fave americane,
ruta secca, dragonaria,
terebinto, serpentaria,
manna emetica, castoro,
raschiatura di fior d'oro;
eppoi l'erbe tritolate
che qui appresso son notate.
Erba spugna, polmonaria,
il ceraunio, il capripodio,
il vitucchio ed il poligalo,
blasia, quassia e polipodio...

DON ANNIBALE
(Quasi svengo.)

ENRICO
(cercando come avesse smarrito il segno)
Il polipodio,
il rastio d'unto al vitrice
con la carice, lo sparago,
il briol...

DON ANNIBALE
Ma...

ENRICO
La calega,
la veronica, la statice,
l'anserina, la piombaggine
con un mazzo di lattuga,
che mollifica, che asciuga.
Malva d'Ischia, malva rosa,
vera polvere di corno.

DON ANNIBALE
Io!...

ENRICO
Domani a mezzogiorno tutto a prendere verrò.
(parte adagio adagio e lascia Don Annibale con la
ricetta in mano)




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