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Pio XII
Sempiternus Rex Christus

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Capitolo III

 

41. L'evocazione di fasti così gloriosi e così insigni della chiesa, di natura sua fa sì che Noi con amore più vivo rivolgiamo il pensiero agli orientali. Infatti il sacrosanto concilio ecumenico di Calcedonia è soprattutto un loro monumento glorioso, che certamente durerà per tutti i secoli: giacché , sotto la guida della sede apostolica, da un'assemblea di circa seicento vescovi orientali la dottrina dell'unità di Cristo, per cui le due nature, divina e umana, concorrono distintamente e senza confusione in una sola persona, essendo stata adulterata con empia audacia, fu tempestivamente difesa e mirabilmente dichiarata. Ma purtroppo molti nei paesi orientali si sono miseramente allontanati per una lunga serie di secoli dall'unità del corpo mistico di Cristo, di cui l'unione ipostatica è fulgido esemplare. Non è forse cosa santa, salutare e conforme alla volontà di Dio che tutti finalmente ritornino all'unico ovile di Cristo?

42. Per quanto spetta a Noi, vogliamo che essi sappiano bene che i nostri pensieri sono di pace e non di afflizione (cf. Ger 29,11). Peraltro è ben noto che questa disposizione d'animo Noi l'abbiamo dimostrata anche coi fatti e se, per necessità di cose, Ci gloriamo in questo, Ci gloriamo nel Signore, il quale è il datore d'ogni buona volontà. Seguendo dunque le orme dei Nostri predecessori, Ci siamo adoperati assiduamente perché sia facilitato agli orientali il ritorno alla chiesa cattolica: abbiamo difeso i loro legittimi riti, promosso gli studi che li riguardano, promulgato per loro provvide leggi, circondato di cura particolare la Congregazione per la chiesa orientale istituita nella curia romana; abbiamo insignito dello splendore della porpora romana il patriarca degli armeni.

43. Mentre infieriva la recente guerra con la sequela di miseria, di fame e di malattie, Noi, senza distinzione tra dissidenti e coloro che sogliono chiamarci Padre, Ci siamo adoperati ad alleviare dappertutto il peso delle sciagure: Ci siamo sforzati di aiutare le vedove, i fanciulli, i vecchi, i malati e saremmo stati più felici se avessimo potuto adeguare i mezzi ai desideri. A questa sede apostolica dunque, per cui il presiedere è giovare, a quest'incrollabile rupe di verità piantata da Dio, quelli che per calamità di tempi si sono da essa separati - guardando e imitando Flaviano, nuovo Giovanni Crisostomo nel sopportare le prove più dure per la giustizia, i padri calcedonesi, eletti membri del corpo mistico di Cristo, il forte Marciano, mite e saggio principe, Pulcheria, giglio fulgido di regale e intemerata bellezza - non tardino a rendere il dovuto omaggio: Noi prevediamo quale ricca fonte di beni a comune vantaggio dell'orbe cristiano scaturirà da questo ritorno all'unità della chiesa.

44. Certo non ignoriamo quale cumulo inveterato di pregiudizi impedisca tenacemente che si realizzi la preghiera innalzata da Cristo all'eterno Padre per i seguaci dell'evangelo, nell'ultima cena: «Che tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21). Ma conosciamo anche che la forza della preghiera è così grande, se gli oranti, in compatta schiera, ardono di sicura fede in una coscienza pura, che si può spostare perfino una montagna e precipitarla nel mare (cf. Mc 11,23). Desideriamo dunque ardentemente che tutti coloro cui sta a cuore il caldo richiamo ad abbracciare l'unità cristiana (e nessuno che appartenga a Cristo può far poco conto di una cosa così grave), innalzino preci e suppliche a Dio, autore e fonte di ordine, unità e bellezza, affinché i voti lodevoli degli uomini migliori si realizzino quanto prima. A spianare certamente il cammino per cui si deve raggiungere tale meta, vale l'indagine senza ira e passione con cui, oggi più che nel passato, sogliono ricostruirsi e vagliarsi i fatti antichi.

45. Ma c'è un altro motivo che con grande urgenza esige che le schiere denominate cristiane quanto prima si uniscano e combattano sotto un solo vessillo contro i tempestosi assalti del nemico infernale. Chi non ha orrore dell'odio e della ferocia con cui i nemici di Dio, in molti paesi del mondo, minacciano di distruggere o cercano di sradicare tutto ciò che c'è di divino e di cristiano? Contro le associate schiere di costoro, non possono continuare, divisi e dispersi, a perder tempo tutti quelli che, segnati dal carattere battesimale, sono destinati per dovere alla buona battaglia di Cristo.

46. I ceppi, le sofferenze, i tormenti, i gemiti, il sangue di coloro che, noti o ignoti, moltitudine senza numero, in questi ultimi tempi e ancora oggi, per la costanza della virtù e la professione della fede cristiana hanno sofferto e soffrono, con voce sempre più alta eccitano tutti ad abbracciare questa santa unità della chiesa.

47. La speranza del ritorno dei fratelli e dei figli già da lungo tempo separati da questa sede apostolica è rafforzata dalla croce inasprita e insanguinata dalle sofferenze di tanti altri fratelli e figli: nessuno impedisca o trascuri l'opera salutare di Dio! Ai benefici e al gaudio di questa unità, con paterna esortazione, invitiamo e richiamiamo anche coloro che seguono gli errori nestoriani e monofisitici. Si persuadano essi che Noi reputiamo come una fulgidissima gemma della corona del Nostro apostolato, se Ci sia dato di poter abbracciare con amore e onore coloro che sono tanto più cari a Noi, quanto più il loro lungo distacco Ce ne ha acuito il desiderio.

48. Finalmente è Nostro voto che, quando per la vostra sollecita opera, venerabili fratelli, sarà celebrata la commemorazione del sacrosanto concilio Calcedonese, tutti ne traggano impulso ad aderire con solidissima fede a Cristo nostro redentore e re. Nessuno, allettato dalle aberrazioni dell'umana filosofia e ingannato dalle tortuosità del linguaggio umano, osi scuotere col dubbio o pervertire con nocive innovazioni il dogma definito a Calcedonia, che cioè in Cristo ci sono due vere e perfette nature, una divina e l'altra umana, congiunte insieme ma non confuse, e sussistenti nell'unica persona del Verbo. Anzi, uniti strettamente con l'Autore della nostra salvezza, che è «Via di santi costumi, Verità di divina dottrina e Vita di eterna beatitudine»,26 tutti riamino in lui la propria natura restaurata, onorino la libertà redenta e, rigettata la stoltezza del mondo vecchio, passino con piena letizia alla sapienza dell'infanzia spirituale, che non conosce vecchiezza.

49. Accolga questi ardentissimi voti Dio uno e trino, la cui natura è bontà e la volontà è potenza, per intercessione della vergine Maria Madre di Dio, dei santi apostoli Pietro e Paolo, di Eufemia vergine calcedonese e martire trionfatrice. E voi, venerabili fratelli, unite per questo le vostre alle Nostre preghiere e fate che quanto vi abbiamo scritto venga a conoscenza di quanti più è possibile. Grati fin d'ora di questo aiuto, a voi e a tutti i sacerdoti e i fedeli affidati alla vostra cura pastorale, impartiamo di gran cuore l'apostolica benedizione, nel cui auspicio possiate sottomettervi più volentieri al giogo leggero e soave di Cristo re ed essere sempre più simili nell'umiltà a Colui del quale volete partecipare la gloria.

Roma, presso San Pietro, l'8 settembre, festa della natività di Maria vergine, nell'anno 1951, XIII del Nostro pontificato.

PIO PP. XII

 




26 S. LEO M., Serm. 72, 1: PL 54, 390.




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