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Pio XII
Sempiternus Rex Christus

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Introduzione1

 

1. L'eterno re Cristo, prima di promettere a Pietro, figlio di Giovanni, il governo della chiesa, avendo domandato ai discepoli che cosa pensassero di lui gli uomini e gli stessi apostoli, lodò con singolare encomio quella fede che doveva vincere gli assalti e le tempeste infernali, e che Pietro, illuminato dalla luce del Padre celeste, aveva espresso con queste parole: «Tu sei il Cristo Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). Questa fede, che produce i serti degli apostoli, le palme dei martiri, i gigli delle vergini, e che è virtù di Dio per la salvezza d'ogni credente (cf. Rm 1,16), è stata efficacemente difesa e splendidamente illustrata in modo particolare da tre concili ecumenici, quello di Nicea, quello di Efeso e quello di Calcedonia, di cui ricorre alla fine di quest'anno il XV centenario. È conveniente che questo lietissimo avvenimento sia celebrato così a Roma come in tutto il mondo cattolico con quelle solennità che, con soave commozione dell'animo, ordiniamo, dopo aver reso grazie a Dio, ispiratore d'ogni consiglio salutare.

2. Come infatti Pio XI, Nostro predecessore di f.m., nell'anno 1925 in quest'alma città volle solennemente commemorare sacro concilio di Nicea, e parimenti nell'anno 1931 rievocò nell'enciclica Lux veritatis il sacro concilio di Efeso, così Noi in questa lettera, con uguale apprezzamento e premura, ricordiamo il concilio di Calcedonia; poiché i sinodi di Efeso e di Calcedonia, riguardando l'unione ipostatica del Verbo incarnato, sono tra loro indissolubilmente legati; l'uno e l'altro fin dall'antichità furono tenuti in sommo onore sia presso gli orientali, che ne fanno memoria anche nelle loro liturgie, sia presso gli occidentali, come attesta lo stesso san Gregorio Magno, il quale esaltandoli non meno dei due concili ecumenici celebrati nel secolo precedente, cioè il Niceno e il Costantinopolitano, scrisse queste memorande parole: «Su questi, come su di una pietra quadrata, si eleva l'edificio della santa fede, e chi non si appoggia alla loro solidità, qualunque sia la sua vita e la sua azione, anche se può sembrare una pietra, tuttavia giace fuori dell'edificio».2

3. Ma se si considerano attentamente questo avvenimento e le sue circostanze, due punti chiaramente emergono, che Noi vogliamo, quant'è possibile, mettere in luce: cioè il primato del romano pontefice, che rifulse manifestamente dalla gravissima controversia di fede cristologica, e la grandissima importanza della definizione dogmatica del concilio di Calcedonia. Al primato del pontefice romano rendano senza esitazione il debito omaggio riverente, seguendo l'esempio e le orme dei loro padri, coloro che, per la malvagità dei tempi, specialmente nei paesi orientali, sono separati dal seno e dall'unità della chiesa; questa dottrina, guardando all'interno del mistero di Cristo con più puro intuito della mente, accolgano finalmente intera quelli che sono irretiti negli errori di Nestorio e di Eutiche; e la stessa dottrina considerino con più profonda aderenza al vero coloro che, animati da esagerato desiderio di novità, osano scardinare in qualche modo i termini legittimi e inviolabili, quando scrutano il mistero con cui siamo stati redenti. Finalmente tutti coloro che portano il nome di cattolici prendano di qui un forte incitamento a coltivare col pensiero e con la parola la preziosissima perla evangelica, professando e conservando intemerata la fede, con l'aggiunta però di quel che vale di più la testimonianza cioè della propria vita, in cui, allontanato con l'aiuto della divina misericordia tutto ciò che sa di dissonante, di indegno e di riprovevole, risplenda la purezza delle virtù; e in tal modo avverrà che essi partecipino alla divinità di Colui che si è degnato farsi partecipe della nostra umanità.




1 PIUS PP. XII, Litt. enc. Sempiternus Rex de oecumenica Chalcedonensi Synodo quindecim abhinc saeculis celebrata, [Ad venerabiles Fratres Patriarchas, Primates, Archiepiscopos, Episcopos aliosque locorum Ordinarios, pacem et communionem cum Apostolica Sede habentes], 8 septembris 1951: AAS 43 (1951), pp. 625-644.

Celebrazioni del XV centenario del concilio di Calcedonia. Premesse dottrinali e storiche di quel concilio (8 ottobre -1  nov. 451). Le prime vicende dell'eresia di Nestonio e di Eutiche. Il «latrocinio» di Efeso. Ricorso di Flaviano e di altri vescovi alla sede apostolica di Roma e intervento di papa Leone. Il concilio: definizione delle due nature nell'unica persona del Verbo e primato della sede apostolica di Roma. «Pietro ha parlato per bocca di Leone». Chiarezza e precisione di termini nella definizione di Calcedonia. Alcune moderne deviazioni. Dottrina evangelica e apostolica. Appello ai fratelli separati perché tornino all'unico gregge; unità contro i nemici di Dio e di Cristo; comunanza di martirio e di sangue.



2 Registrum Epistularum, I, 25 (al. 24): PL 77, 478; ed. EWALD, I, 36.






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