Scena ottava. Ghino e detto
GHINO
Nello?
NELLO
Ghino!... Tu qui!
GHINO
Mi tragge
alta cagion.
NELLO
Sembri agitato!...
GHINO
È vero
A palesarti orribile mistero,
a trafiggerti il petto
io venni.
NELLO
Ogni tuo detto mi fa tremar!
GHINO
Tu n'hai ben donde!... Pia...
NELLO
Qual nome proferisti!... e qual mi turba
nero sospetto!... No... spirto d'averno
lo desta in me... Soccorri
(abbandonandosi fra le braccia di Ghino)
al tuo fratello, dimmi che fida è la consorte...
Sgombra, deh! sgombra il mio spavento estremo.
Ghino getta sopra di lui un cupo sguardo, e rimane
in silenzio.
Oh, silenzio funesto!... Io gelo!... Io tremo.
È men fero; è meno orrendo
il silenzio della tomba.
GHINO
Il mio dir fia più tremendo.
NELLO
Ahi!... la morte in cor mi piomba!
GHINO
Infelice!
NELLO
Omai favella.
GHINO
Sei tradito!
NELLO
Il ver dicesti?
GHINO
Ah, purtroppo!
NELLO
(esitante)
Io fremo!... Ed ella?...
GHINO
Ella...
NELLO
O Ghino, a ché t'arresti?
GHINO
È un'infida.
NELLO
(tremante d'ira)
L'onor mio?...
GHINO
D'altra macchia ricoprì!
NELLO
E il tuo fulmine, gran Dio,
la spergiura non colpi?
(cade su uno sgabello. Pausa)
Parea celeste spirito
(alzandosi e con tutta l'effusione del dolore)
ascoso in uman velo!...
Per me quel riso angelico
schiudeva in terra il cielo!...
Il disinganno è giunto!
Tutto distrugge un punto!...
Il viver mio di lagrime
sorgente omai si fe'!
GHINO
(Seppi nel cor trasfondergli
parte del mio veleno:
le mie gelose furie
squarciano pur quel seno.
È ormai scoccato il dardo...
Ogni rimorso è tardo...
Gioia dell'alme perfide
io già ti sento in me!)
NELLO
(come colpito da rapido pensiero afferra Ghino,
fissandolo acutamente)
Tu mentisti: un tanto eccesso
no, quel cor non ha macchiato.
GHINO
Testimon sarai tu stesso
dell'oltraggio a te recato.
Come il ciel di luce privo
chiami al sonno ed al riposo,
alla Pia verrà furtivo
chi t'offende...
NELLO
(con estremo furore)
Andiam... Fui sposo!
Sol, che tardi... il corso affretta...
cedi all'ombre...
GHINO
Ah! m'odi ancor
NELLO
Più non odo...
GHINO
Almen...
NELLO
Vendetta
GHINO
Pria.
NELLO
Son cieco di furor.
Del ciel che non punisce
(qual uomo privo affatto di ragione)
emenderò l'errore...
Già il mio pugnal ferisce,
de' rei già squarcia il core...
Le palpitanti vittime
io premo già col piè.
GHINO
Sei pago, amor furente?
S'appresta orrendo scempio...
Le mie virtudi hai spente,
m'hai reso un vile, un empio...
Gioisci, esulta, o demone,
e lei perdesti... e me!
Nello esce furibondo, seco traendo Ghino per un braccio.
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