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Angelo Zanardini
Il duca d'Alba

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Scena sesta. Il Duca, Amelia e Daniele

 

IL DUCA
Popol fiacco, vil, abbietto
che or trasali al mio cospetto,
il voler d'un sol mio detto
è decreto del ciel!
Ne' lor folli ardimenti
il gran giogo le genti
invan tentan spezzar!
Io li afferro, li stringo in mia man!

AMELIA
Cupo orrore m'ange il petto
nel sentirmi al suo cospetto...
È il tiranno, il vil reietto
dalla terra e dal ciel!
O mio padre!
Chi nel sen raffrena
dell'ambascia la piena
del tiran al cospetto
che l'acciar maledetto
sul suo capo piombò!

DANIELE
Del tiran vil, abbietto
come truce è l'aspetto...
Tutto m'agita il petto
ansia fiera, crudel!
O mio nobil signore,
fu dell'empio il furore
che squarciava il tuo cuore,
che la lama fatal
sul tuo capo piombar poté!

Marcello, giungendo dal fondo, non s'avvede della
presenza del Duca e accorre verso Daniele ed Amelia.




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