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Angelo Zanardini
Il duca d'Alba

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Scena settima. Marcello e detti

 

MARCELLO
Amelia!

AMELIA
Oh ciel, tu qui!

DANIELE
Sogno forse non è?

MARCELLO
No! Da Bruge io giungo
quivi accorso son io... Libero sono!

AMELIA
Che dici mai?

MARCELLO
Che i giurati, cui fa tremar la tirannia
infidi ai riti lor, rei non ci proclamar!

AMELIA
Vero saria?

MARCELLO
D'assolverci han osato!

AMELIA
(con terrore)
Silenzio!

MARCELLO
E perché tacerei, o miei fidi, con voi
se noto v'è qual odio in cor mi desti?

IL DUCA
Odio hai detto! O giovin, perché se nol conosci?

MARCELLO
E d'uopo qual ne avrei? Del suolo mio flagel
tutto ei vuol rovesciar; tra stragi e tra tempeste
dei patiboli sol seppe tra noi rizzar.

AMELIA
Imprudente!

MARCELLO
In che mai? Se in questa terra
resta un felice, a me lo dee segnar!

IL DUCA
Tu lo vedrai! Raffrena il cieco ardore!

MARCELLO
E dove?

IL DUCA
Innanzi a te!

MARCELLO
Ciel!

AMELIA
Mi par di morir!

IL DUCA
(a Sandoval, che esce dalla caserma con alcuni soldati)
Sgombri ognun!
(a Marcello)
Tu sol déi restar.

Daniele ed Amelia entrano in casa. Marcello ed il Duca
restano. Ne! fondo Sandoval e i soldati, coll'archibugio
in ispalla, attendono gli ordini del loro capo.




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