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Angelo Zanardini
Il duca d'Alba

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Scena ottava. Il Duca e Marcello

 

IL DUCA
Nome qual hai?

MARCELLO
Marcello.

IL DUCA
E poi?

MARCELLO
Marcello di Bruge,
Bruge di cui gli spalti m'offriron rifugio.

IL DUCA
E tuo padre?

MARCELLO
Di lui alcun non mi parlò.
Pur giunse nuova a me che dal nostro bel suol
dal crudel invasor finì bandito i miseri suoi giorni!

IL DUCA
E tua madre? Rispondi!

MARCELLO
Ah! me la tolse il cielo e già un anno passò
ch'io la perdea, ahimè!

IL DUCA
Pure pria di morir
alle mani d'Egmont non t'ebbe un dì fidato?

MARCELLO
Sì, quel nobile Egmont, quell'eroe...

IL DUCA
Quel ribelle!

MARCELLO
Sul sentier dell'onor i passi miei guidò
ai fini suoi fedel mi sia sacro modello
se non la vita, la sua morte almen!
Tutto or sai! L'ira tua or può squarciarmi il sen!
Un vil io non sono
ben so che il tuo cor
ignora il perdono,
né provo terror.
Salir vo' da forte
il palco fatal...
È bella la morte
pel suol natal!

IL DUCA
Dei baldi ardimenti
mi abbaglia l'ardor!
Dispregia i tormenti
il fiero suo cor!
La patria sol vede,
sicuro di sé,
la sua nobil fede
non cerca mercé!
Disfidato tu m'hai ma
punirti non so... Pietà m'ispiri!

MARCELLO
Tu? Compiangermi?

IL DUCA
Sì! ho pietà di tanto errore, e grato
m'è segnar all'aquila impaziente
per nuovo voi un ignorato ciel!
Di lauri cingerai
fida in me, le tue robuste anella
è la gloria, o garzon!

MARCELLO
La gloria? Ov'è mai ella?

IL DUCA
Là dove duce io sto!
Al fianco mio tra i più prodi ti voglio.

MARCELLO
Me? Me?

IL DUCA
E avrai da me perdon!

MARCELLO
Io servir l'oppressor?
Sì vil io non sono
non voglio mercé
abborro il perdono
che viene da te!
Salir vo' da forte
il palco fatal
è bella la morte
pel suolo natal!
Ah! no, terror che sia non so
un'altra legge a me non do.

IL Duca
Ah! dei folli ardimenti
m'abbaglia I'ardor
dispregia i tormenti
il fiero suo cor!
Disdegna il perdono
non vuole mercé.
Il reo quasi io sono,
mio giudice egli è:
non vuol perdono.
O guai a te, Marcel,
guai a te!

 

 




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