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Giacomo Sacchero
Caterina Cornaro

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  • ATTO PRIMO
    • Scena ottava. Strozzi, Gerardo, indi Caterina
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Scena ottava. Strozzi, Gerardo, indi Caterina

 

STROZZI
T'avanza.
(Oh ciel! Gerardo! A Mocenigo tosto
si corra.) La regina.

Entra Caterina; Strozzi parte.

GERARDO
(Oh, Caterina!)

CATERINA
Del re, consorte mio, debole e infermo
io sostengo le veci, o cavaliere.

GERARDO
(Che tumulto ho nel cor!)

CATERINA
Parla: che chiedi?

GERARDO
Da te, o regina, nulla più.

CATERINA
(riconoscendolo, e mettendo un grido)
Qual voce! Gerardo?

GERARDO
Io stesso. Un dover sacro, o donna.

CATERINA
Infelice!

GERARDO
Io non vengo a suscitare
nel tuo misero cor l'antica guerra:
per me, lo so, più non esisti in terra.
Qui m'ha chiamato, e testimon n'è il cielo.
Da quel che lacerato
questo cor fu crudelmente,
mari, e monti ho valicato,
tristo ognora, ognor furente.
Il mio stato doloroso
non si puote immaginar.

CATERINA
(In quest'ora, o ciel pietoso,
non volermi abbandonar!)

GERARDO
D'un conforto, nella gloria,
ebbi speme e corsi all'armi;
ma venia la tua memoria
pur nel campo ad agitarmi...
La sua grazia, il suo favore
chiesi al ciel per obliarti,
soffocar l'insano ardore,
viver mesto, e perdonarti...
Poi pensando al duro oltraggio
l'ira mia s'inacerbò.

CATERINA
(Dammi, o cielo, il tuo coraggio,
e l'arcan gli svelerò.)
Troppo giusto è il tuo rigore,
ma sai tu qual trama orrenda
fece reo questo mio core?

GERARDO
Trama! E qual? Fa' ch'io l'apprenda...

CATERINA
In quel che rinnegai
la promessa dell'amore,
in quel giorno io ti salvai
dal pugnal d'un traditore.
Io però sacrificai,
per salvarti, e vita e amor.

GERARDO
Cielo! Il ver da te ascoltai?

CATERINA
Sì, pur troppo!

GERARDO
Oh, nobil cor!

CATERINA
Da me fosti ognor compianto,
fratel mio, mio dolce amico;
ogni cogli occhi in pianto
ti ricordo, e benedico
d'amistà, non più d'amore
sia l'affetto vivo in te:
nella pace del tuo core
prega, o misero, per me.

GERARDO
Sventurata, piango anch'io,
ma per te m'è il duol gradito:
ti rammenta il pensier mio
come un ben che fu smarrito.
E se in lagrime la sera
io domando al ciel mercé,
la più fervida preghiera
io la sciolgo ognor per te.

CATERINA
Ora parti.

GERARDO
Un mistero tremendo
odi pria; Lusignano e il tuo regno
corron certo periglio.

CATERINA
Che intendo!

GERARDO
E coll'armi a difenderlo io vengo.




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