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Eugene Scribe
Don Sebastiano

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  • ATTO TERZO
    • Scena settima. Don Sebastiano e Camoens
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Scena settima. Don Sebastiano e Camoens

 

Don Sebastiano e Camoens, chiusi nei mantelli, si
traggono in disparte a mano destra. Si vede sfilare al
lume di mille torcie il corteggio funebre. Soldati di varie
armi, marinai, magistrati, grandi del regno, dame della
corte, paggi, fanciulle vestite di bianco. Per ultimo il
carro mortuario ornato di divise regali e delle armi del
Portogallo, dietro il quale il cavallo di battaglia di Don
Sebastiano. Seguono Don Antonio e Don Giovanni da
Silva, Abaialdo, cortigiani, calca di popolo.

DONNE
Eterno riposo concedi pietoso.
all'alma, o Signor.

UOMINI
Squillate a lutto, o trombe;
tamburi in suon feral,
chiamate dalle tombe
l'angiol del final!
Innanzi a Lui ch'ha i tuoni
e le procelle ai pie',
son come vetro i troni,
son ombra e polve i re...

VARIE VOCI
D'un monarca imprudente sopra i trascorsi oblio:
assai la man possente lo visitò di Dio!

CAMOENS
(facendosi avanti)
Non soffrirò che oltraggio si faccia al mio sovrano!

GIOVANNI
Chi di tal le pompe osa turbar profano?

CAMOENS
Un soldato, un poeta, un suddito fedele,
che non teme e non spera, e poco il viver cura.
Che non encomia i grandi, ma canta la sventura!

GIOVANNI
Qual ti muove interesse, o qual furor t'accieca,
di risse e di discordie malnato istigatore,
che d'una tomba in faccia non tace il tuo livore?
La giustizia, cui suona ogni tuo detto insulto,
ti chiederà ragione del violato culto.

CAMOENS
Al popolo adunato darolla, e sull'istante!

GIOVANNI
Soldati, altrove a forza si tragga, l'indiscreto.
Udiste? il re l'impone.

SEBASTIANO
(mostrandosi)
Ed io ne fo divieto!

TUTTI
(con un grido)
Il re!!

ABAIALDO
Egli! Qual mistero!
Lo straniero che Zaida sottrasse al mio furore!

SEBASTIANO
È desso, il vostro padre, che manda il cielo a voi
per confondere i vostri ed i nemici suoi.
Il vostro re, che tanti durò stenti e perigli,
e sempre in cor portovvi, sempre v'amò quai figli.

POPOLO
Viva il re, nostro vanto e nostro amore!

ABAIALDO
Popoli, io giuro, e invano un musulman non giura,
che al prence estinto io diedi, io stesso, sepoltura.
Ei cadde di Alcazarre nella pugna famosa,
e sul lido africano il cener suo riposa!

GIOVANNI
Il ver l'arabo duce parlò: credete a lui.
È un mentitor sfacciato, un traditor costui!

CAMOENS
Riconoscerlo almeno sapranno i suoi soldati.

GIOVANNI
Non più: chiara è la frode.

ABAIALDO
Zaida, il mio sospetto
vegliar su te saprà!

DON SEBASTIANO, CAMOENS e LORO SEGUACI
Del vero tuo prence,
o gente tradita,
difendi la vita,
difendi l'onor.
O cielo, ti mostra
al giusto propizio;
d'un empio artifizio
confondi gli autor!

ABAIALDO, DON ANTONIO, DON GIOVANNI e LORO
SEGUACI
Ti scuoti, ti desta,
o gente tradita;
la trama è chiarita
del vile impostor.
A morte sia tratto;
l'estremo supplizio
d'un empio artifizio
punisca l'autor!

GIOVANNI
Qual ch'ei sia, non è qui che dello sciagurato
puote l'augusta legge pronunziar sul fato.
L'accusato sia posto della giustizia in mano:
io lo reclamo in nome del tribunal sovrano.
Sciagurato, invan tu tenti
qui tramar un vile inganno;
fiamme e morte ben sapranno
tanto oltraggio vendicar.
Va', fellon, non hai difese,
piega il capo abbominato.
L'esecrando il tuo reato
ha ricolmo il ciel d'orror.

CORO
L'esecrando tuo reato
ha ricolmo il ciel d'orror.

 




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