1. LA VITA CONSACRATA "MEMORIA VIVENTE" DEL RIVELATO
MODO DI ESISTERE E DI AGIRE DI GESÙ
1.1. La
vita consacrata nel quadro della divina rivelazione
L'identità della
vita consacrata non può essere stabilita dal basso o con criteri di carattere
puramente naturale. Essa, infatti, non è una questione meramente filosofica o
sociologica. Le sue note caratteristiche possono essere delineate solo sulla
base della pienezza della rivelazione, avvenuta in Cristo.
Per descrivere la "realtà" della
vita consacrata è indispensabile fare riferimento alla "Realtà" della
"Trinità Santissima" (VC 111a), che sta alla sua origine e che
costituisce il suo scopo.
Per avvicinarsi all'intima natura della
stessa vita consacrata è parimenti necessario prendere come cammino ineludibile
la "santissima umanità" del Verbo incarnato, il quale, anche in
questo orizzonte, deve essere riconosciuto come la vera "Via" (Gv
14,6). Il senso della vita consacrata deve essere cercato e può essere
trovato solo nella contemplazione del Cristo consacrato.
La vita consacrata, nel senso cristiano
qui adoperato, non può essere considerata come una pianta nata e cresciuta in
terra di nessuno, perché essa è sorta e si è sviluppata nella terra di Cristo.
La vita consacrata è apparsa incarnata nella carne di Cristo, mediatore e
pienezza della rivelazione del Padre.
Chi accetta la vita consacrata come opera
di Dio e come dono disceso dal cielo, cammina nell'umiltà della verità ed evita
di cadere nella vanagloria o nelle tentazioni nate dallo spirito di
autosufficienza. Il riconoscimento della eccellenza oggettiva dei valori
evangelici della vita consacrata deve avvenire nel pieno rispetto del principio
teologico paolino: "E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come se non
l'avessi ricevuto?" (l Cor 4,7).
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