1.2.
La vita consacrata elemento essenziale della Chiesa
La questione dell’ecclesialità della vita
consacrata è anche una questione cristologica ed evangelica. Si tratta, in
fondo, di conoscere e mantenere la verità sul tipo di Chiesa voluto da Cristo e
trasmesso nel Vangelo.
Non sono mancati nella storia movimenti
ecclesiali e Chiese che prescindevano del tutto della vita consacrata. Per essi
era qualcosa di semplicemente accidentale. La Chiesa di Dio poteva essere
pienamente tale, anche a prescindere completamente dalla vita consacrata.
Riprendendo e approfondendo la dottrina
del Concilio, il Papa offre nella luminosa Esortazione apostolica Vita
consecrata “questa certezza” (VC 3b): la professione dei
consigli evangelici è "parte integrante della vita della
Chiesa" (VC 3b). Per un cattolico deve essere chiaro che la
vita consacrata non potrà mai mancare alla Chiesa: "(...) la professione
dei consigli evangelici appartiene indiscutibilmente alla vita e alla
santità della Chiesa (cfr LG 44). Questo significa che la
vita consacrata, presente fin dagli inizi, non potrà mai mancare
alla Chiesa come un suo elemento irrinunciabile e qualificante, in quanto
espressivo della sua stessa natura" (VC 29b).
Se Cristo è il fondatore della Chiesa, lo
è anche della vita consacrata, sua parte indiscutibile. Perciò il titolo di
"fondatore per eccellenza" appartiene a Cristo: "La concezione
di una Chiesa composta unicamente da ministri sacri e da laici non corrisponde,
pertanto, alle intenzioni del suo divino Fondatore quali ci risultano
dai Vangeli e dagli altri scritti neotestamentari" (VC 29c).
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