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Ángel Pardilla, CMF
La vita consacrata, memoria vivente…

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  • 2. LA VITA CONSACRATA "MEMORIA VIVENTE" DEL CRISTO CONSACRATO, OBBEDIENTE, CASTO, POVERO, ORANTE E MISSIONARIO
    • 2.5. La vita consacrata "memoria vivente" del Cristo orante
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2.5. La vita consacrata "memoria vivente" del Cristo orante

Come abbiamo visto, Cristo è il consacrato, l'obbediente, il casto e il povero per eccellenza. Non possiamo, tuttavia, dimenticare che egli è anche il sommo orante e il supremo missionario. Se si tralascia qualcuno di questi elementi determinanti, si tradisce l'armonia e la bellezza della sua figura evangelica. Esiste, infatti, una forte coesione tra i diversi aspetti della sua identità.

Non è possibile, ad esempio, descrivere adeguatamente lo stile di vita e l'apostolato di Cristo senza sottolineare l'importanza e la fecondità della sua vita di preghiera. Proprio perché parlava spesso e intimamente "col Padre", egli riusciva a parlare con ardore e profondità "del Padre" alle persone umane. In certo senso, egli può essere considerato il prototipo del programma spirituale e apostolico del "contemplata aliis tradere". Dobbiamo riconoscere che un tratto caratterizzante del Cristo del Vangelo è questo: "orante". Durante la vita pubblica, la preghiera era per Gesù un'abitudine: "Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e pregava" (Mc 1,35). "Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare" (Lc 5,16).

Il dialogo con il Padre, nella preghiera, era il modo con cui Gesù si preparava alle grandi scelte: "In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici ai quali diede il nome di apostoli" (Lc 6,12-13).

Gesù insegnò ai suoi discepoli a pregare soprattutto con il suo esempio. Fu proprio nel contesto della sua prassi di orante che ebbe luogo il suo insegnamento concreto sulla preghiera del Padrenostro: "Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse:

'Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli'. Ed egli disse loro: 'Quando pregate, dite: Padre, (...)'" (Lc 11, 1-2).

Gesù esercitò il ministero della parola nella docilità e nella lode al Padre (cfr Mt 11,25-26 Lc 10,21). Le stesse benedizioni alle persone erano per lui una forma di preghiera (cfr Mt 19, 13-15; Mc 10, 13-16). Egli mise sotto il segno della preghiera anche la sua attività taumaturgica. Davanti alla tomba di Lazzaro, ad esempio, "Gesù alzò gli occhi e disse: 'Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato (...)'. E detto questo, gridò a gran voce: 'Lazzaro, vieni fuori! '" (Gv 11, 41-43).

I racconti evangelici sulla cena pasquale sono una ricca testimonianza sul Gesù orante (cfr Mc 14,22-24). Giovanni, da parte sua, ci ha tramandato la solenne preghiera di Gesù nell'ultima cena (cfr Gv 17,1-26), una densa preghiera di lode, di oblazione e di supplica.

Il quadro più espressivo e dettagliato della preghiera di Gesù è quello del Getsemani: "inginocchiatosi" (Lc 22,41), pregava intensamente. Marco ha conservato l'originale aramaico della sua ripetuta invocazione: "Abbà, Padre!" (Mc 14, 36).

          Sulla croce, poi, Gesù proseguì la sua esperienza e il suo magistero sulla preghiera (cfr Mt 27,46; Mc 15,34; Lc 23,34.46).

Ogni fedele trova nel Cristo orante il modello supremo e insuperabile della sua vita di preghiera. Ogni cristiano deve ispirarsi all'esempio del Cristo in preghiera per rimanere fedele al programma di santità e di missione del battesimo.

Chiamate a seguire e imitare in maniera speciale il Cristo, le persone consacrate devono conformarsi in modo peculiare non solo al Cristo consacrato e missionario, ma anche al Cristo orante. Le persone consacrate devono essere nella Chiesa la presenza viva del Cristo obbediente, casto e povero, e anche la presenza viva del Cristo orante: "Le persone consacrate, infatti, hanno il compito di rendere presente anche tra i non cristiani (cfr LG 46; EN 69) il Cristo casto, povero, obbediente, orante e missionario (cfr LG 44;46)" (VC 77).

L'esercizio di una preghiera assidua, intensa e ben programmata secondo il carisma dei singoli Istituti (cfr VC 9a; 32d) è un elemento indispensabile nel quadro di ogni forma di vita consacrata.

            Il tempo del noviziato è il periodo più appropriato per una intensa formazione alla configurazione con il Cristo orante.

          Per la peculiare forza evangelica e cristologica della sua testimonianza di preghiera la vita consacrata è "memoria vivente" del Cristo orante




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