3.2.
L'azione dello Spirito Santo nella vita di Cristo
Lo Spirito Santo,
che aveva operato col Padre e con il Verbo nella creazione e nelle diverse tappe
della rivelazione, operò in un modo nuovo e del tutto speciale nel concepimento
di Cristo. Nella pienezza del tempo, Dio Padre si rivelò in un modo inedito,
cioè si rivelò mediante il suo "Figlio unigenito" (Gv l, 18),
parlò in un modo singolare "per mezzo del Figlio" (cfr Eb l,
2). In armonia col Padre, a partire dalla concezione di Cristo, lo Spirito
Santo inaugurò una nuova tappa nei suoi interventi salvifici.
Il concepimento immacolato di Cristo è
stato opera della Santissima Trinità e dell'Immacolata Vergine Maria. Ognuna
delle tre persone divine ha agito secondo la sua identità di Padre, di
Verbo-Figlio e di Spirito Santo. Come sempre, l'iniziativa è stata del Padre,
che ha operato mediante lo Spirito Santo: "Lo Spirito santo scenderà su
di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo" (Lc l,
35). Maria, dunque, "si trovò incinta per opera dello Spirito Santo"
(Mt l, 18).
La scena della consacrazione o
dell'unzione solenne da parte del Padre con lo Spirito o nello Spirito accanto
al Giordano è presente in tutti i Vangeli. Luca, ad esempio, la descrive così:
"mentre Gesù (...) stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di
lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una
voce dal cielo: 'Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono
compiaciuto'" (Lc 3,21-22)
Come ci racconta lo stesso Luca, "Gesù,
pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo
Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni; fu tentato dal diavolo"
(Lc 4, l). Nel deserto, Gesù supera vittoriosamente "ogni genere di
tentazione" (Lc 4, 13) e si conferma nel suo programma di
vita di piena docilità al Padre. Lungi dall'accogliere le proposte dello
spirito maligno, egli adempie perfettamente il volere dello Spirito Santo. Gesù
termina così in maniera splendida il periodo di preparazione immediata al
ministero della vita pubblica.
Tutto il ministero della vita pubblica di
Gesù è contrassegnato dalla stessa dinamica riscontrata nella descrizione della
vittoria di Gesù nel deserto, cioè dalla dinamica di comunione totale col Padre
e di adesione incondizionata ai suggerimenti dello Spirito nella ricerca del
bene dell'umanità.
Dopo la tappa nel deserto, "Gesù
ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo" (Lc
4,14) e cominciò a insegnare e a confermare con opere miracolose la sua
dottrina. La gente esclamava: "Una dottrina nuova insegnata con autorità.
Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono" (Mc 1,27).
Nella sua predicazione e in tutte le sue opere, Gesù era mosso dal Padre e
dallo Spirito Santo. Perciò non era se non una orrenda calunnia questo tipo di
insulto: "Costui è posseduto da Beelzebul" (Mc 3,22). "È
posseduto da uno spirito immondo" (Mc 3, 30). Per i puri di cuore,
invece, la realtà era totalmente diversa, perché Gesù scacciava i demoni in
totale comunione con il più puro degli spiriti, cioè in perfetta sintonia con
lo Spirito Santo. In verità, con il suo comportamento limpido, Gesù dimostrava
che era giunto il regno di Dio: "Ma se io scaccio i demoni per virtù
dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio" (Mt
12,28).
Tutti gli aspetti del ministero di Gesù
sono illuminati dalla testimonianza della forma di vita scelta per lui dal
Padre e dallo Spirito Santo. Gesù accolse e praticò con fiducia e con amore il
programma di vita consacrata, obbediente, casta, povera, orante e missionaria
propostagli dal Padre e dallo Spirito Santo.
Tutta la vita di Gesù è stata espressione
della sua profondissima comunione di amore col Padre e con lo Spirito Santo. Il
modo obbediente, casto e povero è stato scelto e testimoniato da Gesù come il
modo più adeguato per vivere, nella sua carne, la relazione di singolare amore
col Padre e con lo Spirito Santo.
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