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Ángel Pardilla, CMF La vita consacrata, memoria vivente… IntraText CT - Lettura del testo |
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3.3. L'azione dello Spirito Santo della Pentecoste nella Chiesa apostolica Nel disegno trinitario, stabilito dal Padre nel figlio per opera dello Spirito Santo, dopo la rivelazione compiuta nella vita, morte, risurrezione e ascensione del Verbo incarnato, doveva esserci una nuova tappa di questa divina rivelazione. Il nuovo periodo della storia della salvezza doveva essere contrassegnato da un nuovo modo di agire dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo doveva operare come Paraclito e come Spirito della Pentecoste (cfr Lc 24,49; At 1,4-5; 2, 1-4). Lo Spirito Santo promesso doveva confermare e far progredire l'opera rivelatrice del Cristo, vissuto sulla terra circa trentatré anni, crocifisso, sepolto, risorto, salito in cielo e seduto alla destra del Padre, in attesa di ritornare nella gloria. L'annuncio dell'assenza di Gesù produsse un grande dolore nel cuore dei Dodici: "perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore" (Gv 16,6). Per i Dodici, infatti, per quel gruppo-famiglia di chiamati alla "apostolica vivendi forma", Gesù era il fondatore, il Maestro e Signore (cfr Gv 13,13), il modello, la guida, il responsabile, il "Paràclito" (cfr Gv 14,16) e come il padre (cfr Gv 13, 33; 21, 5). Perciò, senza di lui, si sarebbero sentiti come "orfani" (cfr Gv 14,18). Gesù affermò, tuttavia, che la sua partenza era necessaria perché potesse avere inizio l'opportuna nuova tappa della rivelazione: "Ora vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato ve lo manderò" (Gv 16,7). Se partiva, non era per mancanza di amore, ma perché voleva far esperimentare loro l'amore, la luce, la forza, la guida e la consolazione dello Spirito "Paraclito": "lo pregherò il Padre ed egli vi darà un'altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre" (Gv 14,16). "Non vi lascerò orfani" (Gv14, 18). Tre sono le formule usate per descrivere l'arrivo del "Paraclito" o dello Spirito della Pentecoste. Secondo la prima formula, lo Spirito Santo "verrà" (Gv 16,7.13; cfr At 2,2) o "scenderà su di voi" (At 1,8). La seconda indica che tale venuta o discesa sarà il risultato dell'invio del Cristo morto, risorto e salito o assunto in cielo: "E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso" (Lc 24,49); "il Consolatore che io vi manderò dal Padre" (Gv 15,26); "il Consolatore (...) ve lo manderò"(Gv 16, 7). La terza precisa che l'iniziativa dell'invio corrisponde al Padre: "Pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore"(Gv 14,16); "il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà" (Gv 14, 26); "lo Spirito di verità che procede dal Padre” (Gv 15,26). Le formule non sono contraddittorie, ma servono ad esprimere la ricchezza dell'armonia trinitaria e sottolineano diverse caratteristiche della presenza dello Spirito Santo nella Chiesa dopo la Pentecoste. Secondo il piano divino, lo Spirito Santo doveva in primo luogo confermare tutti i valori dell'insegnamento di Gesù: "il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli (...) vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto" (Gv 14, 26). Lo Spirito Santo, tuttavia, non aveva soltanto il compito di confermare i contenuti della rivelazione realizzata da Cristo perché, per volere del Padre e dello stesso Cristo, aveva l'incarico di far progredire i Dodici nella conoscenza della verità. In effetti, poco prima della sua partenza, Gesù comunicò ai suoi Apostoli: "Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma vi dirà tutto ciò che avrà udito" (Gv 16,12-13). Secondo la promessa, quindi, il Padre e il Cristo morto, risorto e assunto in cielo, dovevano offrire allo Spirito Santo nuovi elementi di verità, riservati pedagogicamente per il periodo delle Chiesa della Pentecoste. Dopo aver ascoltato la voce del Padre e del Cristo seduto alla sua destra, lo Spirito avrebbe dato agli Apostoli un insegnamento più ampio e più approfondito delle cose della rivelazione: "il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa" (Gv 14,26). Nel disegno completo della rivelazione, lo Spirito Santo "renderà testimonianza" (Gv 15,26) a Cristo, non soltanto ricordando tutto ciò che questi aveva detto durante la sua vita in terra, ma anche annunziando tutto quello che lo stesso Cristo, seduto alla destra del Padre, riterrà opportuno di comunicare ai Dodici per il bene della Chiesa: "Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà" (Gv 16, 14-15). Lo Spirito Santo della Pentecoste assicurerà così la prosecuzione della rivelazione operata dal Cristo durante la sua permanenza nel mondo. Il Padre dà inizio alla nuova fase della rivelazione, cioè alla rivelazione nel "Paraclito", soltanto dopo la piena glorificazione di Cristo, che comprende anche il mistero della sua assunzione in cielo (cfr Gv 15,7): "non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato" (Gv 7, 39). In una visione armonica degli eventi e dei misteri, non si può affermare che il Padre e Cristo abbiano mandato sulla Chiesa il "Paraclito" o lo Spirito di verità quando lo stesso Cristo era ancora sulla croce o durante le apparizioni come risorto, che si protrassero per un periodo di "quaranta giorni" (At l, 3). Fu proprio nel giorno di Pentecoste che ebbe luogo la solenne realizzazione della promessa fatta dal Padre e da Gesù: "Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbate gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi" (At 2,1-4). "Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta" (At 2, 14), con il coraggio di un vero testimoni di Cristo (cfr Lc 24, 48; At 1, 8).
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