3.4. La vita consacrata è una "vita
cristiforme" nel dinamismo dello Spirito Santo della Pentecoste
Dopo la Pentecoste, la forma di vita di Cristo continuò
a essere presente sulla terra nella "apostolica vi vendi forma",
testimoniata nella Chiesa sotto l'azione dello Spirito Santo. E tale forma di
vita non sparì nemmeno con la morte dell'ultimo degli Apostoli: "Lungo i
secoli non sono mai mancati uomini e donne che, docili alla chiamata del Padre
e alla mozione dello Spirito, hanno scelto questa via di speciale sequela di
Cristo, per dedicarsi a Lui con cuore 'indiviso' (cfr l Cor 7,34).
Anch'essi hanno lasciato ogni cosa, come gli Apostoli, per stare con Lui e
mettersi, come Lui, al servizio di Dio e dei fratelli" (VC lb;
cfr 14a; 22a).
Ogni cristiano riceve dalla "Trinità
Santa e santificante" (VC 21a) il dono fondamentale della grazia
sacramentale del battesimo. Ma la persona consacrata, chiamata ad attuare un
programma di vita di "nuova e speciale consacrazione" (VC 31d)
e di "speciale missione" (VC 17a; 35c), riceve inoltre "uno
specifico dono dello Spirito Santo" (VC 30c), cioè
"un particolare dono dello Spirito, che apre a nuove possibilità e
frutti di santità e di apostolato" (VC 30d).
Le persone consacrate, infatti, sono
chiamate a vivere come "persone cristiformi" (VC 19b)
e tale esistenza "cristiforme" (VC 14b) "è
possibile solo (...) in forza di un peculiare dono dello Spirito" (VC
14b). Perciò la persona chiamata alla vita consacrata "deve aprire lo
spazio della propria vita all'azione dello Spirito Santo" (VC 65a):
"È lo Spirito che suscita il desiderio di una risposta piena; è Lui che
guida la crescita di tale desiderio, portando a maturazione la risposta
positiva e sostenendone poi la fedele esecuzione; è Lui che forma e plasma
l'animo dei chiamati, configurandoli a Cristo casto, povero e obbediente e
spingendoli a far propria la sua missione. Lasciandosi guidare dallo
Spirito in 4n incessante cammino di purificazione, essi diventano, giorno dopo
giorno, persone cristiformi, prolungamento nella storia di una
speciale presenza del Signore risorto" (VC 19b).
Grazie alla potenza dello Spirito della
Pentecoste, la persona consacrata diventa profondamente missionaria, perché
"la persona che dalla potenza dello Spirito è condotta progressivamente
alla piena configurazione a Cristo" (VC 19c) riesce ad "amare
col cuore di Cristo" (VC 75t) e a mettersi, come lui, "a
servizio degli uomini" (VC 75b).
"La vita nello Spirito ha un suo ovvio primato" (VC 71b) nella
formazione iniziale e permanente delle persone consacrate. Per le persone
consacrate, vivere nello Spirito o secondo lo Spirito significa coltivare con
grande impegno una peculiare spiritualità: "Possiamo dire che la vita
spirituale, intesa come vita secondo lo Spirito, si configura
come un itinerario di crescente fedeltà, in cui la persona consacrata è guidata
dallo Spirito e da Lui con figurata a Cristo" (VC 93d).
Per vivere in pienezza le caratteristiche
della propria identità spirituale, non basta avere presenti soltanto gli
elementi spirituali comuni della vita consacrata. Ogni persona consacrata deve
coltivare con amore tutti gli elementi che generano la "peculiare
spiritualità" (VC 93c) del proprio Istituto, i suoi spirituali
"tratti specifici" (VC 36f), i "doni spirituali ricevuti
da fondatori e fondatrici" (VC 48b; cfr 94a), cioè i doni che,
"come tali, costituiscono una 'esperienza dello Spirito, trasmessa
ai propri discepoli per essere da questi vissuta, custodita, approfondita e
costantemente sviluppata in sintonia con il Corpo di Cristo in perenne
crescita' (MR 11)" (VC 48b).
Solo nella docilità e nella crescente fedeltà
allo Spirito della Pentecoste potranno le persone consacrate realizzare
l'auspicata "grande storia da costruire" (VC 110a).
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