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Giovanni Paolo II Dono e mistero IntraText CT - Lettura del testo |
Quale amministratore di simili beni, il sacerdote, è in permanente, particolare contatto con la santità di Dio. «Santo, Santo, Santo, il Signore Dio dell'universo! I cieli e la terra sono pieni della tua gloria». La maestà di Dio è la maestà della santità. Nel sacerdozio l'uomo è come innalzato alla sfera di questa santità, in qualche modo arriva alle altezze alle quali fu una volta introdotto il profeta Isaia. E proprio di quella visione profetica si fa eco la liturgia eucaristica: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt caeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis.
Contemporaneamente il sacerdote vive ogni giorno, in continuazione, la discesa di questa santità di Dio verso l'uomo: Benedictus qui venit in nomine Domini. Con queste parole le folle di Gerusalemme salutavano Cristo che arrivava in città per consumare il sacrificio per la redenzione del mondo. La santità trascendente, in qualche modo «fuori del mondo», diventa in Cristo la santità «dentro il mondo». Diventa la santità del Mistero pasquale.