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Giovanni Paolo II Dono e mistero IntraText CT - Lettura del testo |
Ho pensato anche a tanti giovani seminaristi che si preparano al sacerdozio. Quante volte un vescovo torna con il pensiero e con il cuore al seminario! Esso è il primo oggetto delle sue preoccupazioni. Si suol dire che il seminario costituisce per un vescovo la «pupilla dell'occhio». L'uomo difende la pupilla del suo occhio, perché essa gli consente di vedere. Così, in qualche modo, il vescovo vede la sua Chiesa attraverso il seminario, giacché dalle vocazioni sacerdotali dipende tanta parte della vita ecclesiale. La grazia di numerose e sante vocazioni sacerdotali gli permette di guardare con fiducia al futuro della sua missione.
Lo dico sulla base dei molti anni della mia esperienza episcopale. Sono divenuto vescovo dopo dodici anni dall'Ordinazione sacerdotale: buona parte di questo cinquantennio è stata segnata proprio dalla preoccupazione per le vocazioni. Grande è la gioia del vescovo quando il Signore dona vocazioni alla sua Chiesa; la loro assenza invece provoca preoccupazione e inquietudine. Il Signore Gesù ha paragonato questa preoccupazione a quella del mietitore: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!» (Mt 9, 37).