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Giovanni Paolo II
Dono e mistero

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La bontà sperimentata tra le asprezze della guerra

Dicevo che durante i difficili anni di guerra ho ricevuto molto bene dalla gente. Penso in modo particolare ad una famiglia, anzi a più famiglie che ho conosciuto durante l'occupazione. Con Juliusz Kydrynski lavorai prima nelle cave di pietra e poi nella fabbrica Solvay. Eravamo nel gruppo di operai-studenti a cui appartenevano anche Wojciech Zukrowski, suo fratello minore Antoni e Wieslaw Kaczmarczyk. Con Juliusz Kydrynski ci eravamo incontrati, a guerra non ancora iniziata, frequentando il primo anno di Filologia polacca. Durante la guerra questi legami di amicizia si intensificarono. Conobbi sua madre che era rimasta vedova, la sorella e il fratello minore. La famiglia Kydrynski mi circondò di premurose cure e di affetto quando, il 18 febbraio 1941, persi mio padre. Ricordo perfettamente quel giorno: tornando dal lavoro trovai mio padre morto. In quel momento l'amicizia dei Kydrynski fu per me di grande sostegno. L'amicizia si allargò poi ad altre famiglie, in particolare a quella dei signori Szkocki, residenti in via Ksiecia Józefa. Cominciai lo studio del francese grazie alla signora Jadwiga Lewaj, che abitava nella loro casa. Zofia Pozniak, figlia maggiore dei signori Szkocki, il cui marito si trovava in campo di prigionia, ci invitava ai concerti organizzati in casa. In questo modo il periodo buio della guerra e dell'occupazione fu rischiarato dalla luce della bellezza che s'irradia dalla musica e dalla poesia. Questo accadeva prima della mia decisione di entrare in seminario.





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