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Giovanni Paolo II
Dono e mistero

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L'orizzonte europeo

L'esperienza fatta al Collegio Belga s'allargò, in seguito, grazie ad un contatto diretto non solo con la nazione belga, ma anche con quella francese e olandese. Col consenso del Cardinale Sapieha, durante le vacanze estive del 1947 il P. Stanislaw Starowieyski ed io potemmo visitare quei Paesi. Mi aprivo così ad un più largo orizzonte europeo. A Parigi, ove presi dimora nel Seminario Polacco, potei conoscere da vicino la vicenda dei preti operai, la problematica affrontata nel libro dei Padri H. Godin e Y. Daniel: «La France, pays de missione la pastorale delle missioni nelle periferie di Parigi, soprattutto nella parrocchia guidata da P. Michonneau. Queste esperienze, nel primo e secondo anno di sacerdozio, rivestirono per me un enorme interesse.

In Olanda, grazie all'aiuto dei miei colleghi, soprattutto dei genitori dello scomparso P. Alfred Delmé, potei trascorrere con Stanislaw Starowieyski una decina di giorni. Mi impressionò la robusta organizzazione della Chiesa e della pastorale in quel Paese, con le attive organizzazioni e le vivaci comunità ecclesiali.

Mi si veniva rivelando così sempre meglio, da angolature diverse e complementari, l'Europa occidentale, l'Europa del dopoguerra, l'Europa delle meravigliose cattedrali gotiche e, nello stesso tempo, l'Europa minacciata dal processo di secolarizzazione. Coglievo la sfida che ciò rappresentava per la Chiesa, chiamata a fronteggiare l'incombente pericolo attraverso nuove forme di pastorale, aperte ad una più ampia presenza del laicato.




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