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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P.
Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine

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37.     (23 giugno 1921)

 

Durante il mese di giugno il Padre prosegue nelle meditazioni sul S. Cuore di Gesù. Ne fissa due punti. Nell'uno risponde alla domanda perchè il Sacro Cuore è circondato da spine. Nel secondo ritorna sul tema della povertà volontaria, lasciata in


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testamento da S. Domenico ai suoi figli. Siccome Gesù ha fatto esperienza di tutte e due le tribolazioni, alla sua scuola s'impara a trasformarle in gioie di sublime santità.

Testo in AL V 723 (4)

 

Mie figlie, Gesù appare ancora alla B. Alacoque col cuore tutto circondato di spine: perché quelle spine? Ci ritorni alla memoria la pagina bella e dolorosa della Scrittura che descrive i nostri primi giorni.

L'uomo è creato in un vero giardino ricolmo di tutte le ricchezze della terra, ma quel giardino presto si cambierà in una landa deserta e in luogo d'esilio. "La terra ti produrrà - disse Iddio ad Adamo colpevole - triboli e spine mentre tu la bagnerai dei tuoi sudori per avere da essa il necessario alimento" (Gen 3, 17-19). Chi non vede dunque nelle spine, secondo la maledizione divina, adombrata la povertà con tutte le privazioni che ne sono la conseguenza?

L'uomo con il suo lavoro vorrebbe rendere la terra d'esilio un novello Eden e invece! La povertà, la miseria e le privazioni le vediamo dovunque... quanti derelitti e gementi non s'incontrano nel cammino della vita! E in questo cammino della vita incontriamo pure Gesù. Gesù povero, come dice S. Bernardo, nel suo nascere, più povero nella sua vita e poverissimo morente!

Ricordate, o mie care, lo squallore di Betlem, l'officina di Nazaret, la vita pubblica in cui vive di elemosina e la dolorosa passione. Gesù, sulla croce è spoglio di tutto; solo sul suo capo splende, tutta ingemmata dalle stille di sangue, la corona di spine. Quelle spine quanto sono eloquenti... come tutte ci rivelano la vita di Gesù povero e la sua morte poverissima!

Che dico? Gesù istituisce un sacramento dove egli vivrà in mezzo a noi, vicino a noi, anzi verrà dentro di noi. Ebbene anche in questo Sacramento d'amore, l'Eucaristia, Gesù non vorrà essere povero? Gesù non domanda, notatelo bene, per istituire il sacramento del Suo amore, che un po' di pane e un po' di vino. Le sostanze di quel pane e di quel vino si trasformeranno nel suo corpo e nel suo sangue, e gli accidenti, ossia le specie di quel pane e di quel vino, formeranno gli indumenti preziosissimi che veleranno la sua reale e divina presenza.


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Pensate a un Dio che si accontenta nell'Eucarestia, di una briciola di pane e di una goccia di vino, e poi ditemi se Gesù Cristo, nell'Eucarestia, non è l'amante sviscerato e appassionato della povertà. O mie figlie, e noi potremo dirci anime eucaristiche e non amarebella virtù?

Anche S. Domenico, anima eucaristica per eccellenza, prima di morire raccomandò quale testamento il tesoro della volontaria povertà: "Possedete, egli disse, la volontaria povertà", e noi accogliendo con amore il testamento del dolce Padre nostro... noi guardando al cuore eucaristico di Gesù tutto coronato di spine, ci innamoreremo della povertà volontaria, ne diventeremo gli amanti più teneri e se dovremo, per questo, soffrire le spine di tante privazioni, noi felici; quelle spine saranno la nostra gloria e il nostro amore: anche Gesù ha voluto che la corona di spine brillasse prima sul suo capo e poi attorno al suo cuore.

 

 




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