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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P. Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine IntraText CT - Lettura del testo |
Discorso assai articolato perché rivolto alle figlie nella festa dell'Immacolata, durante la quale Suor Giacinta (Pierina) Busellato emette la professione religiosa alla presenza dei parenti. Inoltre nove giovani, entrate in comunità alla vigilia dell'Immacolata, iniziano il probandato. Ma le note di cronaca, che colmano di letizia il cuore di tutti, sono ravvivate da sublimi pensieri di candore, di fedeltà, di servizio, di santità angelica. Testo in AL V 726 (8)
Mie figlie, oggi è la festa dell'Immacolata Concezione e noi esultiamo al pensiero di una creatura bella in cui non fu mai ombra
di colpa neppure originale. E perché Maria ebbe un tanto privilegio? Essa doveva essere la madre del Salvatore e non conveniva che Colui che veniva a debellare il peccato traesse la sua origine umana da una madre che fosse stata schiava del peccato.
Anche il primo Uomo Adamo ripeteva la sua origine da una terra innocente; quando il suo corpo fu plasmato da Dio là nel sorriso dell'Eden la colpa ancora non aveva turbato il piano divino della creazione: e il novello Adamo G. C. non sorgerà da una terra immacolata, Maria, in cui la colpa mai ebbe dominio alcuno?
Che pensiero luminoso! La Vergine perché doveva accogliere nel suo seno Gesù, è immacolata; e noi fra pochi istanti, non riceveremo il medesimo Gesù? Quale preparazione di purezza da colpa non dobbiamo premettere all'atto solenne della Santa Comunione! Deh, che Maria sorrida a noi dall'alto dei cieli e con la sua bellezza ricopra le nostre miserie e con la sua luce sì smagliante le nostre tenebre.
Maria Immacolata ci dica come noi anime eucaristiche per vocazione dobbiamo evitare con ogni studio le colpe volontarie e così essere meno indegni ad appressarci a Gesù e riceverlo nel nostro cuore.
L'Immacolata dice a noi una creatura bella, senza macchia alcuna di colpa e smagliante del folgorio di ogni virtù. Perché Maria fu tale? Essa doveva essere la madre di Gesù e per essere innalzata a tanta dignità si addiceva una santità così eccelsa. Dopo la dignità di Madre di Dio, quale onore maggiore si può fare ad una giovane se non quella di diventare sposa di Gesù? E questo onore è concesso a lei e in un giorno tanto solenne e pieno di divine commozioni.
Pensi, o figlia, alla santità che dovrebbe risplendere in lei pari alla dignità a cui viene elevata: santità che dica fuga dalla colpa e culto e studio di tutte le virtù rispondenti al suo stato.
L'Immacolata, è vero, fu liberata dalla colpa di origine senza alcun merito suo precedente; non era ancora nata e ricevette una tanta grazia e come dunque poteva aver meritato il privilegio di un
concepimento tutto eccezionale? Però essa corrispose a tanta grazia col non commettere nessuna colpa durante tutta la sua vita, anzi esercitandosi nelle virtù le più sublimi e nella maniera la più eroica sì che è detta, ed a ragione, la regina di tutti i Santi. Ebbene, o mia figlia, ecco il modello di una vera sposa di Gesù: l'Immacolata. Grande è la grazia delle nozze divine che Gesù concede a lei, ma anche grande deve essere la sua corrispondenza a tanta grazia tenendosi lontana anche dall'ombra della colpa e ammantandosi di quelle virtù che la renderanno cara e prediletta a Gesù.
E' questo l'augurio e la preghiera nostra: è la preghiera ancora e l'augurio della sua mamma veneranda, della sorella e cugina che sono venute qui a presenziare alle sue nozze celesti: godere della sua gioia e sentire, nella dolce cerimonia delle nozze sue, tutto l'onore e la grazia che ridonda anche a quelle famiglie, e congiunti che possono dire: " Una delle nostre figlie e del nostro sangue: é sposa di Gesù".
Una di voi ieri sera osservando che 9 erano le giovani entrate la vigilia della Madonna, disse: "Saranno i 9 cori degli angeli". Bellissima espressione che descrive magnificamente la vita che dovete ora condurre nella casa religiosa. Gli angeli infatti vedono Dio faccia a faccia e inondati della sua luce smagliante di bellezza infinita lo amano con tutto lo slancio di cui è capace la loro natura: l'adorano e lo amano e sono pronti ancora ai suoi cenni. Iddio manda gli angeli alla custodia di ciascuno di noi? Essi ubbidiscono: li destina alla vigilanza delle città e delle nazioni? E sono pronti al divino volere. Affida loro qualche impresa speciale? Volano là dove li attende la voce di Dio.
Mie figlie, voi avete abbandonato la vostra famiglia per venire tra le Imeldine; riempirvi e vivere del loro spirito che é proprio tutto angelico. Esse circondano il Tabernacolo e nell'Ostia santa che vela Iddio con noi, trovano il loro paradiso. Attraverso i veli eucaristici contemplano Gesù e tutte si irradiano delle sue perfezioni divine: il loro cuore è aperto all'amore del Divino Amante e nessun altro affetto che contrasti a quello di Gesù, è ammesso ed accolto.
Anch'esse sono pronte al volere del Prigioniero d'amore e sia che parli con le interne ispirazioni, sia a mezzo della regola, dei
superiori e dei propri doveri, sempre rispondendo: eccoci pronte. La vita della vera Imeldina è davvero angelica: siate voi tanti angeli e risponderete alla vocazione vostra.
La Vergine Immacolata è pure salutata Regina degli Angeli: ebbene essa vi sorrida, vi benedica sì che lo sguardo della vostra mente, come fu di lei, mentre era pellegrina sulla terra, e molto più ora che è in cielo, sempre sia rivolto a Gesù, il vostro cuore palpiti dell'amore di lui e la vostra volontà segua solo quella di lui.
Allora il vostro Probandato sarà una degna preparazione al Noviziato e il Noviziato a quella vita di angelo che dovrete un giorno esercitare non solo, come adesso, tra le pareti della casa religiosa, ma anche in mezzo alla società effondendo nelle anime quella fede, quell'amore e obbedienza eucaristica che devono formare di voi tanti angeli del Tabernacolo santo