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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P. Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine IntraText CT - Lettura del testo |
L'anniversario della riunione in vita comune - 14 gennaio 1917 - delle prime figlie, e delle tappe successive, ora liete ora dolorose, riempie di ricordi il cuore del Fondatore. Tra le righe dell'appunto affiorano momenti di esaltazione e momenti di afflizione. Tra questi ultimi riporta la malattia di Maria Bassi, che ha privato l'opera della massima collaboratrice,
su cui P. Lorgna aveva posto tutta la sua fiducia. Ma sovrana domina la misericordia del Signore e la gratitudine a lui dovuta.
Mie figlie, oggi compiono 9 anni dacché le prime figlie della Congregazione futura si radunarono in vita comune, sebbene semplici secolari, nella prima casa tenuta in affitto. Quelle poche figlie furono davvero il piccolo seme gettato nel cuore eucaristico di Gesù e da lui fecondato e prediletto con tanta tenerezza d'amore. Quelle pochissime figlie, solo per la divina bontà, divennero, cresciute di numero e di buon spirito, una Congregazione e proprio nell'anno bellissimo in cui, a Venezia, fu celebrato il Centenario di S. Domenico.
Fu un vero avvenimento per la città: le anime pie affluirono al tempio maestoso dei SS. Giovanni e Paolo da ogni parte sebbene il tempo fosse piovoso; il clero, specialmente regolare, riempiva il coro del maestoso presbiterio e Sua Eminenza ne compì la cerimonia con la lettura del decreto di erezione della nuova Congregazione della B. Imelda, vestì delle candide lane le prime 10 fortunate e pronunziò un meraviglioso discorso.
Dal piccolo e povero appartamento di Calle Muazzo ora ci troviamo qui nella Casa dei Miracoli ed è un vero miracolo della divina bontà se l'abbiamo potuta acquistare! Le prove non mancarono e quante e come terribili! Si può davvero ripetere: è una misericordia di Dio se non siamo venuti meno. Anzitutto la grave malattia di colei che ne doveva essere la Fondatrice e la madre tenerissima con le doti così squisite di mente e di cuore, e invece? Pochissimo fu con noi e inferma, e poi trasportata altrove dal turbine della guerra ed ora, quasi impotente, condannata ad una inazione dolorosissima. Quanto essa soffre e tutto per l'Opera!
Oltre alla privazione di colei, che tanto avrebbe potuto fare per l'opera nascente, la guerra che infuriava, i continui pericoli anche della morte. Le difficoltà morali tremende: una specialmente doveva assolutamente spegnere l'opera e invece? Oh sì, è davvero la divina misericordia che ci ha assistito e salvato: è Gesù che stringeva
al Suo cuore le care figlie e le sosteneva e incoraggiava a perseverare anche sotto la tempesta!
Ebbene a tanta finezza d'amore di Gesù, che cosa gli dobbiamo? Ancora pochi istanti e voi lo riceverete nel cuore e il senso di gratitudine che possedete dirà a voi ciò che dovete ridire a Lui. Ma una cosa non dovete dimenticare e che è la sorgente di tutte le grazie: dite a Gesù che ci continui il suo amore e che voi risponderete, con amore, all'Amore.