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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P.
Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine

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55.     (1926, preparazione al Natale)

 

Preparazione al Natale 1926. Padre Giocondo svolge il duplice tema della vigilanza, perché è vicino il Signore; nonché della nostra preparazione ad affrontare il suo giudizio, perché egli è vicino.

Testo in AL V 755 (12)

 

La Chiesa esordisce un periodo di preparazione alla bella festa del S. Natale e nella Messa riporta l'epistola di S. Paolo. Egli, l'apostolo della gioia, vuole che tutti i cuori siano preparati a questo grandioso avvenimento: la nascita di Gesù. E dice: "E' l'ora di sorgere dal sonno, perché il Signore è vicino" (cf Rm 13, 11). Sì, il Signore Gesù è vicino: ancora pochi giorni e poi celebreremo la grande festa del Natale.

Ma ancora Gesù è vicino perché l'abbiamo nella nostra casa sotto i veli eucaristici dove rinnova la sua nascita ogni qualvolta che il sacerdote pronunzia le parole: "Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue". Gesù è vicino perché ancora pochi istanti e poi Egli verrà nel nostro cuore nella S. Comunione.

Ma oltre a ciò, nell'intenzione dell'apostolo e della Chiesa, Gesù è vicino come giudice, perché la vita è breve e, tramontata che sia, eccoci al giudizio. Ed è per questo che la Chiesa, mentre nell'epistola dice: "Scuotetevi dal sonno perché il Signore è vicino", nel vangelo ci parla del giudizio.

Oh, figliole mie, prepariamoci bene alla festa del S. Natale; approfittiamo del tempo della misericordia per stringerci a Gesù che, nascosto per nostro amore sotto le specie di un po' di pane, vive accanto a noi nella nostra stessa casa e sta per scendere nel nostro cuore.

Scuotiamoci  dal sonno,  perché  tutti più o meno siamo addormentati.


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Se facciamo un po' di esame di coscienza vedremo che nessuno di noi fugge il male come dovrebbe e fa tutto quel bene che dovrebbe fare. E così quante imperfezioni nella nostra vita religiosa!...

Scuotiamoci dal sonno e domandiamo a Gesù la grazia di essere sempre vigilanti, il che vuol dire di essere pronti a fuggire il minimo peccato; sempre pronti a dominare le nostre passioni; sempre pronti ad allontanare le lusinghe del mondo, il quale penetra anche nelle case religiose; sempre pronti a scorgere il serpente che insidia al nostro calcagno per inoculare con la tentazione il veleno della colpa. Sempre pronti a fare il nostro dovere, qualunque esso sia: appariscente o nascosto; qualunque sia il premio: sconoscenza o plauso, poiché la vera ricompensa non ci viene data quaggiù. Solo dopo la morte, Gesù giudice, mostrando il cielo a chi se l’avrà meritato, dirà: "Vieni a ricevere la corona immortale che ti sei meritato, intessuta tra le spine della vita".

Oh, figliole, preghiamo! Preghiamo per noi, per le nostre consorelle presenti e assenti, per le future, affinché la Congregazione Imeldina dia anime apostole, adoratrici, deste e vigilanti per santificare se stesse, per zelare la salvezza delle anime e la gloria di Gesù Sacramentato.

 




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