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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P.
Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine

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58.     (18 febbraio 1927 )

 

Il Beato Reginaldo d'Orléans (1180-1220) è una delle figure storiche più simpatiche degli inizi dell'Ordine. Attirato da S. Domenico, guarito prodigiosamente dalla Madonna e rivestito da lei dell'abito bianco e nero religioso, fu un irresistibile animatore vocazionale presso le università di Bologna e di Parigi.. Tante furono le sue imprese quante le sue virtù. In pochi mesi di attività attirò all'Ordine schiere di ottime vocazioni. Padre Giocondo ne parla con giustificato entusiasmo.                                           Testo in AL V 726 (14)

 

Ieri, 17 febbraio, abbiamo celebrato la festa del B. Reginaldo e mi è rincresciuto che, per un funerale, non sono potuto venire in mezzo a voi e celebrare la santa messa.

Il B. Reginaldo è uno dei primi figli di S. Domenico e fu invitato da lui medesimo, a Roma, a farsi religioso. Il B. Reginaldo acconsentì subito e la prontezza dell'adesione ad essergli figlio dice a noi pure la generosità nell’imitarne le sublimi virtù. Alla scuola di S. Domenico quanto egli apprese lo spirito del raccoglimento e lo zelo della divina carità!

Dotato di grande scienza e di una parola eloquentissima era chiamato un secondo Elia: dove si presentava e predicava si destavano fiamme di amore divino e del più vivo entusiasmo verso l'ordine novello. Per questo S. Domenico si usava di lui per mandarlo nei centri scientifici di allora, come Bologna e Parigi, e i giovani e gli stessi Professori dell'Università chiedevano numerosi l'abito santo.

L'abito nostro, sì, è santo: noi ne conosciamo l'origine così poetica e celeste! Il B. Reginaldo si ammala a morte; S. Domenico piange amaramente d'essere privo di un figlio tanto caro e depone le sue lagrime nel cuore materno di Maria. Intenerita la dolce madre, ecco che scende dal cielo, si avvicina al letto su cui giaceva l'infermo e pronunciando dolcissime parole lo guarisce prodigiosamente e gli dona l'abito che doveva rivestire; è proprio quello che portiamo noi pure.E possiamo noi vedere e indossare questo abito bianco e nero senza pensare al B. Reginaldo, a S. Domenico e alla Vergine? Baciamolo ogni mattina nel vestirlo, portiamolo sempre durante la


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giornata e ci sia di grande ammaestramento: il bianco ci parli della purezza di cuore e il nero della mortificazione religiosa. L'anima si potrà forse conservare pura senza la mortificazione? Che è un'anima religiosa, sposa di Gesù, e non pura?

Questa purezza e mortificazione quanto a noi sono necessarie non solo come religiosi, ma anche come appartenenti ad un Ordine e ad una Congregazione eminentemente eucaristici. Tutta la nostra vita deve essere orientata al Tabernacolo e come abitare presso Gesù Sacramentato con un'anima ricoperta di fango e i sensi sbrigliati e ribelli? Non è Gesù il giglio delle convalli; non ci ricorda egli nel Sacramento d'amore tutta la sua passione?

Siate pure, o mie figlie, e mortificatevi sempre e in tutto e quanto allora vi sarà dolce l'ombra divina del Tabernacolo; con che gioia riceverete ogni mattina Gesù nel vostro cuore e con quale tenerezza assisterete alla santa messa!

Per i meriti del B. Reginaldo il S. Patriarca Domenico vi sorrida e benedica e così la Vergine Immacolata e Addolorata; Gesù venga questa mattina in voi e desti nei vostri cuori i propositi più puri di un amore generoso.




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