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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P.
Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine

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63.    (5 maggio 1928, Giovedì Santo)

 

Nell'ultimo Giovedì Santo della sua vita P. Giocondo rivolge alle figlie di Venezia un elevatissimo discorso eucaristico, da trasmettere anche a tutte le altre sorelle. Prende argomento da due pensieri di S. Giovanni Crisostomo riguardanti l'istituzione dell'Eucaristia fatta da Gesù prevedendo l'ascensione al cielo. Egli non ci vuole abbandonare. Desidera rimanere sempre nella nostra memoria o meglio ancora nei nostri cuori con la sua grazia.


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In questi appunti si avverte la conoscenza sapienziale che P. Lorgna ha del mistero eucaristico e la facilità di scoprirne l'infinita ricchezza da distribuire a tutte le anime.

Testo in AL V 726 (15)

 

 

Oggi la Chiesa ci offre due pensieri bellissimi di S. Giovanni Crisostomo. Questo caro Santo dice: "Essendo Gesù vicino alla morte e dovendo dopo la morte ascendere al cielo, egli ha voluto rimanere nella memoria dei suoi figli, ha voluto essere sempre presente a loro con la sua grazia".

Ecco i due bellissimi pensieri di San Giovanni Crisostomo che ci rivelano in tutta la finezza il cuore di Gesù nella istituzione della Santa Eucaristia. Anzitutto egli ha voluto rimanere nella nostra memoria. Lo sappiamo, quando la morte rapisce una persona amata, carissima, nel nostro cuore si forma un dolore acerbissimo, ma poi questo dolore illanguidisce, poi anche la memoria della persona amata svanisce, di lei ci ricordiamo solo a quando a quando e così si va formando un vuoto nel sepolcro del nostro cuore, come il vuoto che si forma nel sepolcro dove è calata la cara salma.

Gesù conosceva il cuore degli uomini e per questo istituisce la santa Eucaristia nascondendo il suo corpo, il suo sangue, la sua divinità, sotto le specie del pane e del vino; così egli ascende al cielo ma rimane sulla terra con noi, vicino a noi, presente a noi e chi non ha un cuore indelicato, ma riconoscente, pensa a lui, lo ama, si prostra dinanzi a lui e non lo dimentica mai.

Oh figliole, perché è nata la Congregazione Imeldina, se non per accogliere tutto lo spirito del santo Patriarca Domenico, eminentemente eucaristico, e consacrare a Gesù tutti i nostri pensieri, i nostri affetti, la nostra vita? Come egli vuole rimanere in mezzo a noi, così noi rimaniamo accanto a lui! La buona Imeldina abbia sempre dinanzi allo sguardo l'Ostia santa e il suo cuore palpiti per il divino Prigioniero d'amore.

Ma Gesù, o figlie, ha voluto rimanere in mezzo a noi non solo per vivere nella nostra memoria e per non essere dimenticato, ma è rimasto in mezzo a noi per essere anche presente con la sua grazia. Gesù conosce la nostra miseria, la nostra debolezza, tutti i pericoli


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di cui siamo circondati nella via della perfezione e quindi rimane con noi con la sua grazia per aiutarci, per assisterci, per guidarci nel cammino della santità. È l'amico tenerissimo che accanto all'amico gli parla dolcemente; è lo sposo che rimane accanto alla sposa; è la mamma accanto al suo bambino che giace ammalato e sente il bisogno di assisterlo, di guarirlo. Sì, Gesù nella santa Eucaristia è amico, è sposo, è mamma che ci assiste, ci guida, ci cura.

Approfittiamone dunque e con esultanza andiamo ad attingere a questa sorgente, alimentiamoci di questa forza, imbeviamoci di questa luce divina. Oh, ringraziamo Gesù di aver istituito la santa Eucaristia e così egli viva sempre nella nostra memoria; ringraziamo Gesù di averci dato questa sorgente infinita di grazia e andiamo ad attingere da essa luce, forza, amore in ogni istante della nostra vita; ringraziamo Gesù di averci chiamato alla vita domenicana Imeldina, vita bellissima, vita eucaristica, consacrata a questo ricordo grandioso della passione e morte di Gesù.

Deh, entriamo nella essenza di questa vita Imeldina che è appunto questa: di pensare a Gesù, di amare Gesù e di diffondere questo amore nelle anime. Possa Gesù rivolgendo il suo sguardo sopra di noi, trovare sempre il nostro pensiero, il nostro cuore rivolto a lui e così rimanendo egli nella nostra memoria ed essendoci presente con la sua grazia, ci faremo certamente sante e santificheremo gli altri.

Mie figlie, vi prego di gradire queste poche parole rivolte alle vostre consorelle di Venezia il giovedì santo come se fossero rivolte a ciascuna di voi. Gesù Sacramentato viva sempre nella vostra memoria, vi sia sempre presente con la sua grazia e vi renda strumento di santificazione: ecco il mio augurio e fervido augurio pasquale.

 

 




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